Zurigo- Sabato 14 febbraio 2015, dalle ore 9.30 alle ore 11.30, il Sottosegretario agli Affari Esteri, Mario Giro, ha incontrato presso la sede del Consolato Generale d’Italia in Zurigo, gli esponenti delle Istituzioni della Comunità italiana in Svizzera. Il Sottosegretario era accompagnato dall’Ambasciatore d’Italia in Svizzera, Cosimo Risi, e dal Console generale d’Italia in Zurigo, Francesco Barbaro e dagli altri Consoli d’Italia in Svizzera. Erano presenti l’on. Tacconi (eletto nel collegio Europa) i Consiglieri CGIE, Michele Schiavone - Dino Nardi – Giangi Cretti, una delegazione del PD in Svizzera, alcuni presidenti dei Comites in Svizzera, alcuni coordinatori o presidenti degli Enti Gestori dei corsi di lingua e cultura italiana, i rappresentanti dei Patronati. Era presente anche il responsabile PD per gli Italiani all’estero, Eugenio Marino. Ha aperto la riunione l’Ambasciatore d’Italia, elencando le problematiche che attualmente interessano la comunità italiana in Svizzera: chiusura di consolati e/o agenzie consolari, taglio dei contributi MAE agli Enti Gestori dei corsi di lingua e cultura e alle scuole italiane, riduzione delle cattedre di ruolo dei docenti degli stessi corsi, prossime elezioni Comites. IMU, TASI E TARSI Dopo un breve saluto da parte del Sottosegretario, ha preso la parola Dino Nardi, CGIE e UIM illustrando una difficoltà nell’applicazione - da parte dei Comuni Italiani - delle nuove disposizioni di legge che permettono al pensionato residente all’estero di ottenere, per l’IMU la Tasi e la Tarsi, l’assoggettamento della propria casa, non data in affitto o comodato, alla fascia tariffaria di “prima casa”. Alcuni comuni italiani richiedono infatti la certificazione di “pensione”, un documento non sempre rilasciato dalle casse di compensazione svizzere. Sull’attuazione di tale normativa, il Governo italiano, dovrebbe emanare disposizioni più chiare. Successivamente, è intervenuto il presidente del Comites di San Gallo, Sergio Giacinti, che ha chiesto di conoscere le motivazioni che hanno portato alla chiusura del consolato di San Gallo. Ha risposto subito il Sottosegretario, affermando che alla base di ogni decisione di chiusura assunta dalla Farnesina e di ogni chiusura futura (le chiusure di sedi consolari infatti non si fermeranno) c’è sempre la necessità di risparmiare nelle spese del bilancio dello Stato, imposta dalla cosiddetta “spending review”. Ribadisce allora Giacinti che, nel caso di San Gallo, il risparmio è ancora tutto da dimostrare, essendo il personale operante in quella città passato completamente al consolato generale di Zurigo e considerando che lo stabile demaniale permane invenduto, come altri edifici di consolati soppressi. Inoltre, i tanto promessi “servizi leggeri” sostitutivi non sono ancora stati attuati. Il sottosegretario prende nota della situazione, soprattutto per quanto attiene ai “servizi” leggeri sui quali si può discutere, anche se il diretto interessato è il suo collega, Vice Min. Lapo Pistelli. Il presidente del Comites di Zurigo, Paolo Da Costa, ha espresso la sua preoccupazione per il futuro dei corsi di lingua e cultura italiana, che sono il veicolo principale della diffusione della nostra lingua.
 
ENTI SCOLASTICI E FREQUENZA CORSI DI LINGUA E CULTURA ITALIANA
Il coordinatore degli Enti Gestori in Svizzera, Roger Nesti, è intervenuto rappresentando le difficoltà degli Enti gestori, confrontati attualmente con due gravi e sfavorevoli situazioni: il progressivo taglio di contributo da parte del MAE e la nuova sfavorevole parità CHF/EURO che vede tale contributo impoverirsi di un ulteriore 15% circa. Gli Enti Gestori, che insieme agli Uffici scolastici organizzano e conducono i Corsi di lingua e cultura italiana in Svizzera, se non interverranno miglioramenti, si vedranno costretti a ridurre il numero di corsi, con la conseguente perdita di alunni e la riduzione della diffusione della lingua italiana. Per evitare tale situazione, occorrerebbero due provvedimenti: - che si mettesse finalmente mano alla revisione della legge 153 /71 per la quale esistono varie proposte in Parlamento; - che il Mae dichiarasse obbligatorio il contributo da parte dei genitori degli allievi, creando così una condizione di parità e chiarezza, da tutte le parti invocata. Sulla questione è intervenuto anche Marco Minoletti della fondazione ECAP che, in sostanza, ribadisce essere il contributo MAE irrisorio, per i corsi che la stessa fondazione conduce e che vengono comunque salvaguardati grazie ai contributi delle autorità federali elvetiche alla fondazione. Sui corsi di lingua e cultura, il dirigente scolastico di Zurigo, Marco Tovani, ha confermato che i corsi esistenti in Svizzera interessano circa 11'000 allievi (dei quali 4'000 in corsi gestiti da enti) e che, se nell’ultimo periodo, per le note vicende dei tagli ai contributi e contingenti, gli alunni erano notevolmente diminuiti, nell’ultimo anno si è potuto registrare un leggero aumento delle frequenze. Il sottosegretario ha espresso la convinzione che i corsi sono effettivamente il mezzo più efficace per la diffusione della lingua e della cultura d’Italia e porta ad esempio la situazione in Canadà e in Australia dove la comunità italiana riesce a condizionare i programmi dei partiti politici locali e ad ottenere quindi maggiori benefici nell’inserimento dei corsi di lingua italiana nelle scuole locali. Sulle richieste espresse da Roger Nesti, attende una nota scritta.
 
SPORTELLI CONSOLARI E SERVIZI DI PROSSIMITÀ
Successivamente ha preso la parola la presidente del Comites di Losanna, Grazia Tredanari, ed ha illustrato la precaria situazione dello sportello consolare (1 giorno alla settimana presso la sede del Comites) istituito dal Console Generale di Ginevra per le persone anziane ed insufficiente ad espletare le richieste degli utenti. Anche lei chiede la possibilità di aumentare il numero dei giorni settimanali di apertura dello sportello. Il vicepresidente del Comites di Zurigo e delle ACLI, Luciano Alban, esprime l’auspicio che l’amministrazione degli Esteri sia un po’ più fiduciosa nei confronti dell’Emigrazione organizzata e sia più attenta alle richieste ed esigenze delle comunità italiane all’estero.
 
CHIUSURA CONSOLATO DI SAN GALLO
Successivamente, il prof. Rolando Ferrarese, responsabile del coordinamento Ente Gestore LCi, prendendo spunto da quanto espresso in precedenza da Alban, ha fatto notare come, per la stragrande maggioranza dei presenti intorno al tavolo della discussione, l’Amministrazione degli Affari Esteri venga percepita quale parte ostile nei confronti delle esigenze dell’Emigrazione, per la quale invece dovrebbe intervenire nella risoluzione delle problematiche che via, via si pongono. Aldilà della stima personale che si ha nei confronti delle autorità diplomatiche, in questo caso del Console Generale di Zurigo, permane l'impressione di un distacco dell'amministrazione statale dai tanti problemi che assillano la collettività italiana di San Gallo.'' Sul caso della chiusura del consolato di San Gallo, ribadisce che a nulla sono valse le circa 2000 lettere spedite da cittadini italiani della circoscrizione, le proteste, le fiaccolate, le prese di posizione del Governo Cantonale di San Gallo, del Parlamento Cantonale, del Sindaco della città: dalla Farnesina, nessuna risposta! Il comitato appositamente creato ha addirittura reperito i fondi per presentare ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio: la sentenza (in caso di accoglimento della richiesta) non farà forse riaprire il Consolato, ma sarà sicuramente una vittoria politica, per ottenere almeno servizi consolari sostitutivi in tutta la Svizzera. Il sottosegretario Giro, concorda con quanto espresso da Ferrarese per ciò che attiene l’azione dell’Amministrazione della Farnesina, che anch’egli come politico ha potuto sperimentare, ma comunica che sul caso San Gallo ormai la decisione di chiudere il Consolato è definitiva; si potrà ancora discutere sui servizi “leggeri” sostitutivi. Giacinti e Ferrarese replicano che nessuno, a San Gallo, si aspetta una riapertura del consolato, ma l’istituzione di servizi consolari sostitutivi, cioè un’agenzia o uno sportello con un responsabile dell’Amministrazione e uno o due impiegati assunti in loco a servizio di una regione che è, territorialmente, la più vasta della Svizzera, come concordato tra Governo e Senato con l’O.d.G 100/2014. Prende la parola l’Ambasciatore d’Italia che ripercorre succintamente le azioni intraprese a San Gallo, a partire dall’ “invasione” del Consolato nel mese di gennaio 2014. Esprime il suo disappunto per quanto successo e per le prese di posizione nei suoi confronti, che egli ritiene inappropriate. Sulla questione, egli si attende un chiarimento, per il quale, comunque, anche i rappresentanti di San Gallo esprimono la massima disponibilità. Il Consigliere CGIE, Michele Schiavone, propone che la questione “sedi consolari e servizi sostitutivi “deve essere affrontata in una giornata seminariale e si debba risolvere attorno ad un tavolo, al quale convocare tutte le parti interessate per la Svizzera. Ci sono le premesse e la buona volontà perché una tale iniziativa riesca.
 
SEMINARIO NAZIONALE SUI SERVIZI
Alle parole di Michele Schiavone seguono quelle dell’On. Alessio Tacconi che esprime al Sottosegretario Giro l’apprezzamento per la sua sensibilità nei confronti degli italiani all’estero e la disponibilità ad ascoltare le istanze del territorio. È buon segno anche la Volontà di trovare soluzioni praticabili, pur nelle difficoltà economiche dei bilanci statali. Esprime inoltre l’auspicio che, per verificare l’evolversi delle situazioni di difficoltà, questi incontri abbiano cadenza periodica non solo in Svizzera, ma anche nei Paesi dove maggiore è la presenza degli italiani. Il sottosegretario Mario Giro aderisce alla proposta di Michele Schiavone e dell’on. Alessio Tacconi, dichiarando che è pronto a ritornare in Svizzera, anche nella stessa San Gallo e, all’occorrenza, a convincere a venire anche il collega Vice Ministro Pistelli. Ringrazia per la costruttiva discussione della mattinata e chiude la riunione.