nei campi della politica, della magistratura, delle forze dell’ordine e della società civile si sono confrontati sul tema della lotta alla criminalità organizzata. In una sala gremita, davanti ad una platea di circa un centinaio di persone tra studenti e altri ospiti dell’ateneo, sono intervenuti Laura Garavini, capogruppo del PD nella Commissione antimafia italiana, Giuseppe Lumia, ex presidente della stessa commissione, Antonio Ingroia, sostituto procuratore di Palermo, Michele Curto, presidente della rete antimafia europea "Flare" (Freedom, Legalità and Rights in Europe), Gunther Schatz, pubblico ministero di Kempten, e Bernd Finger, responsabile del Dipartimento criminalità organizzata della polizia di Berlino. Alla tavola rotonda, organizzata nel contesto di "Viva-festa italiana della legalità e del gusto di vivere", tutti hanno concordato sul fatto che "le attività della criminalità organizzata non conoscono confini, anzi si rafforzano là dove gli stati non riescono ad accordare una strategia comune e rapida per contrastarle". "La mafia è cambiata, è una multinazionale del crimine, ma con l’impegno collettivo a livello europeo di società civile, politica, polizia e magistratura si può sconfiggere", ha detto Laura Garavini. "Oltre che efficaci bisogna essere veloci", ha proseguito Giuseppe Lumia, "l’Europa deve creare al più presto una rete antimafia che coinvolga magistratura, politica, polizia e società civile. Solo così si può agire tempestivamente ed in modo uniforme. Alla mafia è sufficiente trovare un punto debole in uno solo di questi settori per insinuarsi e diffondere i suoi tentacoli". Anche il moderatore del dibattito, Gherardo Ugolini dell’Università di Verona, ha confermato la necessità di una lotta alla mafia di respiro internazionale: "la creazione di organismi europei antimafia è fondamentale perché la mafia a livello continentale è un fenomeno con un volto particolare e difficilmente riconoscibile. Non opera in modo plateale per conquistare il controllo di un territorio, ma cerca di controllare le finanze in modo da poter tirare nell’ombra i fili dell’economia internazionale". "Bisogna stare molto attenti", ha ammonito Michele Curto: "nella lotta alla mafia non ci sono un bene ed un male facilmente individuabili, non ci sono il bianco ed il nero. Ora nel mondo c’è un grigio che sta divorando i vari paesi e quando si capisce se sotto a questo grigio si celava più bianco o più nero, può essere già troppo tardi per intervenire efficacemente. Flare sta creando da anni una rete europea di lotta alla mafia, per fare in modo che vengano introdotte a livello europeo delle leggi che aiutino a premiare chi sviluppa un´economia ed un mercato sano e legale". Antonio Ingroia ha invece fatto notare che "l’esperienza italiana è fondamentale per non sottovalutare problemi a prima vista trascurabili, ma che con il tempo possono creare situazioni drammatiche. L’Europa non deve essere scettica sull’introduzione di leggi sulla confisca dei beni che, apparentemente sproporzionate o persino incostituzionali, sono in realtà l’unico strumento efficace per colpire la criminalità organizzata sul punto che le sta più a cuore: la ricchezza". "In Germania è molto difficile intervenire", ha confermato Gunther Schatz, "perché non si è ancora pronti a far fronte a reati come quello della richiesta del pizzo, perché la vittima nella maggior parte dei casi per paura nega di aver subito un ricatto. Non si può agire se il reato, pur evidente, viene negato dalla vittima stessa". Per Schatz "è necessario" allora "un intervento dall’alto a livello politico per creare gli strumenti di intervento più efficaci. L’esperienza italiana in questo può esserci di grande aiuto". "Ci si augura che la lotta europea alla mafia faccia ulteriori progressi", ha auspicato a sua volta Bernd Finger, "in modo tale che le forze dell’ordine dei vari paesi possano collaborare al meglio e possano esercitare un controllo uniforme sulle attività della criminalità organizzata". Anche Dieter Kattenbusch dell’Istituto di Romanistica dell’Università Humboldt ha messo l’accento sull’importanza di "fare qualcosa di più concreto anche in Germania per contrastare il rapido ed invisibile diffondersi delle attività della criminalità organizzata". Per questo ha spiegato di aver promosso nel suo istituto "questo incontro che rappresenta un’occasione preziosa per conoscere l’esperienza dell’antimafia italiana e farne tesoro". Proprio in questa direzione vanno tutte le iniziative che, come questa tavola rotonda, si collegano alla manifestazione "Viva-festa italiana della legalità e del gusto di vivere", che proseguirà fino al prossimo 30 novembre nella capitale tedesca. (aise)