LA VOCE D’ITALIA: ALTRI 200 ITALIANI RIENTRERANNO DAL VENEZUELA

(ATG) Caracas – Altro volo Caracas-Roma, per permettere ai connazionali che ne hanno fatto richiesta, registrandosi al sito dell’Ambasciata, di tornare in Italia.

Le autorità competenti, infatti, hanno autorizzato il volo commerciale Caracas-Roma gestito da Conviasa. La data è stata fissata per il prossimo mercoledì 20 maggio alle ore 19. Ne dà notizia “La Voce d’Italia”, storico quotidiano italiano in Venezuela. Sarà questo il terzo volo coordinato dalla nostra Ambasciata dall’inizio dell’emergenza provocata dalla pandemia. E si stima che in esso viaggeranno oltre 200 connazionali. Questa, forse, è l’ultima opportunità di rientrare in Italia, visto che per il momento non sono previsti altri voli. E non è chiaro quando sarà permesso alle linee aeree commerciali di operare nuovamente. Per coloro che sono nell’Isola di Margarita, il vettore nazionale ha organizzato un volo interno per lo stesso mercoledì 20 maggio. La partenza del velivolo di Conviasa dall’isola è prevista nella tarda mattinata per consentire ai passeggeri d’arrivare in tempo per salire sul volo Caracas–Roma. Da 10 marzo all’8 maggio, cioè in quasi due mesi, sono tornati in Italia circa 80mila connazionali. Il rientro in Patria è stato possibile grazie all’impegno della Farnesina, in raccordo con altri Paesi Ue. Le operazioni di rientro (non solo con aereo ma anche altri mezzi) hanno interessato fino ad oggi circa 117 Paesi. Solo dalla Spagna, dove si trovavano molti studenti per programmi Erasmus, lavoratori temporanei e turisti, sono rientrati oltre 14.000 italiani. (NoveColonne

ARGENTINA: NORA CATI "

" Le nostre società - afferma Augé - hanno bisogno di un cambiamento rivoluzionario nel campo dell'istruzione. Altrimenti l'umanità sarà divisa tra un'aristocrazia della conoscenza e dell'intelligenza e una massa sociale ogni giorno meno informata. Questo squilibrio riprodurrà e moltiplicherà la disuguaglianza economica." Non sfugge ad Augé che la resistenza all'altro è arcaica. Né che la sua persistenza nel corso dei secoli attenta a ciò che la globalizzazione dovrebbe essere: un'opportunità inedita per progredire nel campo dell'integrazione e della convivenza. " Senza alterità, nessun rapporto con l'altro - sentenza - non c'è identità." Ma l'identità nata dal rapporto con l'altro può essere costituita in forma solidale o egemonica. Quest'ultima rimane purtroppo la predominante. L ' asimmetria economica e culturale non implica quindi assenza di relazioni, ma primato di un tipo di relazione: la dispotica. Augé giudica che la scienza non ci rende più liberi né più felici. È vero, riconosce che "ci aiuta a vivere meglio, ma non è stato in grado di produrre una nuova coscienza sociale". Perché? Perché, " In gran parte, la scienza è tributaria..."

GENTE D’ITALIA, IL COMITES: NON E’ IL MOMENTO PER IL NUOVO CONSOLATO A MONTEVIDEO

Montevideo – Dopo le proteste della comunità italiana e le reazioni di un ampio schieramento politico, a breve anche il Comites interverrà sul caso della costruzione del consolato di Montevideo voluto dal sottosegretario agli Esteri Ricardo Merlo. Lo riporta “La Gente d’Italia – cronache dagli italiani del mondo”, punto di riferimento dei nostri connazionali in Sudamerica. Secondo il magazine, nel pieno dell’emergenza del coronavirus e con tantissimi italiani bloccati nel mondo, la Farnesina ha deciso di sposare la linea del Maie (Movimento Associativo degli Italiani all’Estero) aprendo la gara d’appalto per la costruzione di una nuova sede destinata a diventare una cattedrale nel deserto dal valore iniziale di quasi 1 milione e mezzo di dollari. “L’argomento sarà sicuramente al centro della prossima seduta del Comites che verrà convocata al più presto”, ha anticipato il presidente Alessandro Maggi che sta cercando di organizzare una prima riunione in videoconferenza attraverso Zoom seguendo le raccomandazioni del Ministero degli Esteri. Sono diverse le opinioni contrarie espresse dai consiglieri del Comites sulla modalità e sui tempi scelti per la costruzione del nuovo consolato a cominciare dallo stesso Maggi: “Mi sorprende che in questo momento così difficile per il nostro paese l’amministrazione pubblica italiana non sospenda questo tipo di opere. Sinceramente pensavo che questa costruzione fosse almeno temporaneamente rimandata”. (NoveColonne)

ITALIANI ALL'ESTERO -COOPERAZIONE - QUARTAPELLE (PD): SILVIA ROMANO...e non solo ..PROTOCOLLI SICURI E RESPONSABILITA' PER I CONTESTI A RISCHIO"

La vicenda di Aisha, la cooperante venticinquenne Silvia Romano, che ha dichiarato all'arrivo a Fiumicino la sua volontaria conversione all'Islam durante la prigionia, è al centro dell'attenzione della magistratura ma anche del dibattito parlamentare. “In Italia esiste una vocazione forte alla cooperazione. Per la legge 125 del 2014 la cooperazione allo sviluppo è uno degli elementi qualificanti della nostra politica estera” afferma stamane Lia Quartapelle, capogruppo Pd in commissione Esteri alla Camera, nell’editoriale pubblicato dal sito ‘Immagina’, che prende spunto dalla liberazione di Silvia Romano per andare oltre le polemiche e intavolare un dibattito sulla sicurezza di chi lavora in prima linea in zone a rischio. “Quello di cooperante è un lavoro, che richiede formazione specifica, professionalità, una organizzazione strutturata che garantisca condizioni di sicurezza. Così come il lavoro di ricercatore, o quello di giornalista, se esercitati in contesti a rischio. Per questo si devono avanzare alcune proposte operative per affrontare alla radice la questione della sicurezza di chi va per lavorare o per motivi di studio in Africa, nel Medio Oriente, in Asia e in America Latina. Più investimenti in formazione prima di partire; più responsabilità da parte di chi invia ragazzi in contesti a rischio”. “Paradossalmente, le ONG che inviano dipendenti – sottolinea - ne sono responsabili come datori di lavoro, mentre le università che hanno studenti che fanno le tesi in paesi in via di sviluppo, le associazioni presso sui si appoggiano volontari a vario titolo, i giornali che pubblicano articoli dei freelance non lo sono. Ma devono diventarlo. Infine, per le ONG e le associazioni presenti nei paesi a rischio devono avere protocolli specifici che non possono più essere lasciati alla buona volontà delle organizzazioni, come è oggi, con il risultato che le realtà più strutturate operano in modo sicuro mentre le organizzazioni più piccole e spontaneiste, come nel caso di Silvia Romano, no”. (13/05/2020-ITL/ITNET)