UNA FAMIGLIA DI BORGO VALBELLUNA È LA PRIMA AD AVER VISITATO IL MIM BELLUNO CON L’APERTURA DI INIZIO FEBBRAIO

BELLUNO – Dopo mesi di chiusura il Mim Belluno – Museo interattivo delle Migrazioni – ha riaperto a inizio febbraio. Certo con delle restrizioni: le visite si possono effettuare solo su prenotazione e nei fine settimana il museo continua a rimanere chiuso.

A “inaugurare” la nuova riapertura del Museo dell’Associazione Bellunesi nel Mondo è stata una famiglia del comune di Borgo Valbelluna, che la settimana scorsa ha visitato il MiM scegliendo il percorso interattivo della durata di un’ora. Una famiglia rappresentata da tre generazioni: Nonni, genitori e nipoti. Una famiglia che ha riscoperto una parte della storia della provincia di Belluno, che tanto ha condizionato intere generazioni di bellunesi. “L’apertura del MiM è di fondamentale importanza – le parole del presidente Abm Oscar De Bona – perché la nostra associazione ha investito molto su questo spazio museale, affinché la storia della nostra emgrazione non vada nell’oblio. Ci mancano le visite degli studenti, ma siamo fiduciosi che alla fine di questa pandemia si possa tornare a pieno regime. Certo è importante il supporto economico della Regione Veneto e dello Stato in questo momento di crisi economica per il settore culturale di cui l’Abm fa parte”. (Inform)

LE ACLI BAVIERA COMMEMORANO “LA STRAGE DI HANAU”

STOCCARDA - “Le Acli Baviera desiderano rinnovare, a distanza di un anno, il loro profondo cordoglio ai famigliari e amici delle vittime di nazionalitá straniera, soprattutto turca, cadute per mano di un vile gesto di odio e snaturato razzismo, che ancora oggi serpeggia e si diffonde nelle moderne società, e che ad Hanau, in Assia, aveva seminato terrore e distrutto vite innocenti”. Così Carmine Macaluso, presidente delle Acli Baviera, ad un anno dalla strage compiuta da Tobias Rathjen che uccise nove persone ad Hanau, prima di tornare nella sua abitazione, sparare anche alla madre e uccidersi. “Ieri come oggi, come domani, non bisogna né arrendersi, né abituarsi alla militante xenofobia, ma opporre forte, motivata resistenza e difendere sempre più i valori della tolleranza, della dignità umana superando le differenze di razza, religione e provenienza”, continua Macaluso. La Germania, ricorda, “è il Paese in Europa che, maggiormente, in forma ininterrotta si è confrontata con i flussi d’emigrazione di massa dal secondo dopoguerra in poi. Ha maturato, negli anni, processi d’integrazione non sempre scontati e perorato la condivisione di valori irrinunciabili nella società di accoglienza di oggi, animati soprattutto da un’idea d’Europa vincente nell’affermare progetti di pace, libertà e progresso nella democrazia”. “La nascente affermazione di forze politiche in Europa, in Germania come in Italia, che si richiamano falsamente al pericolo dei flussi emigratori e di contaminazioni culturali ed etniche, non puó né deve sottovalutarsi, impone una coscienza viva e vibrante per una reazione diffusa e convinta”, ammonisce il presidente delle Acli Baviera. “Il gesto, la strage di Hanau, non si riduce subendone l’esito: è una ferita che ha lacerato, che sanguina ancora oggi, che pone il caso anche dentro di noi. Niente puó essere come prima, perché la xenofobia prospera finché dura la protezione del silenzio. Le ACLI Baviera – conclude Macaluso – elevano la propria voce, non solo un’inquietudine morale, per denunciare un orrore, affinché si superino atteggiamenti puramente refrattari ed si affermi una moderna, positiva visione di possibile convivenza pacifica e solidale”. (aise)

ITALIANI IN FRANCIA, CONDIVISIONE E VICINANZA? CON I SOCIAL SI PUO’ FARE

Parigi - Un luogo in cui ritrovarsi, cercare informazioni e provare a sentire meno forte il disagio di vivere lontani da casa, la sensazione di essere in terra straniera. I social media, luogo non luogo della virtualità, si attestano con sempre più forza come nuova agorà sociale e punto di contatto tra persone sconosciute. Una vocazione che, se nell’anno della pandemia da coronavirus si è confermata nel tempo del lockdown, d’altro canto aveva già palesato questa connotazione nella comunità degli italiani all’estero. Tante sono le pagine che, soprattutto su social network come Facebook, si trovano nel web pronte ad accogliere gli esponenti della nuova emigrazione, non solo geografica ma anche digitale. Italiani in Francia, Italiani a Parigi, Italiani a Bordeaux, Italiani a Nizza e Costa Azzurra, Italiani a Strasburgo, Italiani a Lione, Italiani a Tolosa e Occitania sono alcune delle pagine dedicate agli italiani residenti nelle città francesi, luoghi d’incontro, accoglienza e integrazione dalla società 2.0 a quella reale. «Il gruppo Italiani a Tolosa e Occitania – si legge sulla pagina omonima – nasce con l’obiettivo di creare una vera community, fisica e non solo virtuale, di italiani residenti sul territorio di Tolosa e della sua regione, facilitare la reciproca conoscenza e integrazione e chiedere informazioni su Tolosa e la vita in Francia». E ancora: «Questo gruppo – si legge sulla pagina Italiani a Lione – nasce con l’idea di aiutare chi vuole trasferirsi a Lione. Avendo fatto già quest’esperienza so bene cosa può succedere, un consiglio a chi sta per intraprendere una nuova avventura è ben visto! In più potrebbe essere un modo per fare nuove amicizie». Per un italiano al suo arrivo in Francia queste pagine sono effettivamente uno dei primi punti di contatto con la nuova dimensione cittadina e, soprattutto, con quanti hanno già affrontato il passaggio dall’Italia all’estero: non è un caso che ci siano pagine che, tra le altre cose, all’atto (NoveColonneATG)

GENTE D’ITALIA TORNA NELLE EDICOLE MONTEVIDEO

(Uruguay) – Gente d’Italia, il quotidiano per gli italiani nel mondo torna a breve nelle edicole rinnovato nei contenuti e nella grafica, e sempre insieme con El Pais di Montevideo. Il quotidiano, fondato 23 anni fa da Mimmo Porpiglia, continuerà ad essere strutturato in sezioni tematiche che abbracciano ogni settore dell’informazione, dalla medicina all’economia, dall’attualità ai media, dalla politica allo sport e allo spettacolo e offrirà, come sempre, anche nella versione web, tutti i giorni rubriche di approfondimento giornalistico, di commento e di opinione in merito agli eventi socio-politici e culturali che riguardano l’Italia e le comunità italiane nel mondo. Avvalendosi di firme prestigiose del panorama giornalistico italiano e internazionale. (Inform)

MAFIA/ GARAVINI (IV): ANCHE IN GERMANIA I BENI CONFISCATI ANDRANNO A USI SOCIALI

ROMA - “Il contrasto internazionale alle mafie si arricchisce di un tassello prezioso. Anche in Germania diventa possibile destinare a usi sociali i beni confiscati alle mafie, come già accade in Italia. Si tratta di un traguardo perseguito e promosso da “Mafia? Nein danke”, associazione da me fondata nel 2007 in Germania, a seguito dell’attentato della Ndrangheta a Duisburg, che sostiene con convinzione come il contrasto alla criminalità parta da un approccio culturale”. È quanto dichiarato da Laura Garavini, senatrice di Italia Viva eletta in Europa e Vicepresidente della Commissione Esteri, intervenuta venerdì scorso al dibattito “Mafia? Parliamone per riconoscerla”, incontro on line organizzato con famiglie e giovani italiani in Germania. Secondo Garavini “è proprio questo l’aspetto importante nella novità introdotta nella normativa tedesca. La decisione di destinare un bene confiscato a usi sociali vuol dire che anche in Germania le mafie cominciano ad essere viste non solo come un problema giuridico. Ma anche come un fenomeno che si contrasta in primo luogo dal punto di vista culturale. Come sta accadendo con la villa confiscata a Berlino, che si propone di trasformare in un centro gioventù. L’auspicio - ha concluso la senatrice - è che questa sia la prima di una serie di iniziative che promuovano la legalità come patrimonio della società”. (aise)

COMITES DI BERNA, LUNEDI’ CONFERENZA SU PANDEMIA E LAVORO

Berna – Il Com.It.Es di Berna e Neuchâtel ha organizzato la conferenza "La pandemia: uno spartiacque nel mondo del lavoro?" , che avrà luogo lunedì 22 febbraio, alle ore 19, sulla piattaforma zoom ed in diretta sulla pagina Facebook del Comites. La diminuzione del tempo di lavoro è il risultato di una lunga evoluzione storica tra il XIX e il XX secolo. Lo sviluppo delle politiche sociali, l'allungamento della speranza di vita e la nascita del consumo di massa hanno cambiato considerevolmente la nostra relazione ai ritmi sociali e al tempo di lavoro. Possiamo tuttavia considerare che quella del tempo di lavoro è una questione risolta? Cosa rivelano le ricerche sociologiche sull'evoluzione contemporanea del tempo di lavoro? Qual'è l'impatto di fenomeni come la digitalizzazione? In che modo la pandemia di Covid-19 ha scombussolato le evoluzioni in corso? Se ne parlerà con Serena Spinelli, assessore Regione Toscana, con delega alle politiche sociali, e Nicola Cianferoni, sociologo del lavoro e autore di un libro intitolato "Lavorare nella grande distribuzione. La giornata lavorativa tornerà ad essere una questione sociale?", pubblicato dalle Edizioni Seismo nel 2019. (NoveColonneATG)