VACCINI PER I CITTADINI ITALIANI ISCRITTI ALL’AIRE: OPEN DAY (PFIZER) DA OGGI AL 13 GIUGNO PRESSO IL CENTRO VACCINALE STAZIONE MARITTIMA DI NAPOLI

NAPOLI – Vaccini per i cittadini italiani iscritti all’A.I.R.E.: open day (Pfizer) da mercoledì 9 a domenica 13 giugno presso il centro vaccinale

Stazione Marittima di Napoli. Tutti i cittadini italiani che hanno trasferito la residenza in uno Stato estero e che sono iscritti all’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero, ma che temporaneamente sono presenti sul territorio di competenza dell’ASL Napoli 1 Centro (Anacapri, Capri e Napoli), potranno ricevere la somministrazione del vaccino presso il centro vaccinale di Stazione Marittima secondo il seguente calendario: centro vaccinale Stazione Marittima (molo Angioino): mercoledì 9 giugno dalle ore 8,00 alle ore 18,00, cognome dalla lettera A alla lettera D; giovedì 10 giugno dalle ore 8,00 alle ore 18,00 cognome dalla lettera E alla lettera L; venerdì 11 giugno dalle ore 8,00 alle ore 18,00 cognome dalla lettera M alla lettera P; sabato 12 giugno dalle ore 8,00 alle ore 18,00 cognome dalla lettera Q alla lettera Z; domenica 13 giugno dalle ore 8,00 alle ore 18,00 cognome tutte le lettere L’ASL Napoli 1 Centro precisa che l’accesso è libero, non serve dunque registrarsi in piattaforma, ma l’iscrizione all’A.I.R.E. dovrà risultare al momento dell’accettazione presso il centro vaccinale Stazione Marittima. La piattaforma regionale SINFONIA verificherà automaticamente (previo inserimento del codice fiscale da parte dell’operate addetto all’accettazione) tale presupposto, ma gli operatori ASL non potranno intervenire in alcun modo ove l’iscrizione non dovesse risultare nel sistema. (fonte ASL Napoli 1 Centro – Home | Facebook). (Inform)

ECONOMIA CIRCOLARE: ULTIMI GIORNI PER PARTECIPARE AL CONCORSO DELL’AMBASCIATA A BUENOS AIRES

BUENOS AIRES - Scade il 14 giugno il termine per partecipare al concorso di idee organizzato da Ambasciata d'Italia in Argentina e Istituto per il trasferimento tecnologico dell’Università di Buenos Aires - UBATEC per premiare le proposte più innovative di studenti universitari e neolaureati argentini sullo sviluppo dell’economia circolare. Inviando - entro il 14 giugno – un video di 3 minuti, tutti i giovani degli atenei argentini potranno presentare un progetto su disegno sostenibile, riciclo dei residui, energie rinnovabili. Al vincitore sarà offerta l’opportunità, finanziata dall’Ambasciata, di andare in Italia per incontri con incubatori di progetti tecnologici e istituzioni che offrono sostegno a start-up innovative. Il progetto rientra nel programma di iniziative lanciato dalla sede diplomatica italiana in Argentina già a ottobre dell’scorso con un ciclo di seminari dedicati ai temi della transizione ecologica, energie, rinnovabili e innovazione: “Cammino alla COP26: dialogo con il settore privato” (29 ottobre 2020), “Economia Circolare e Cluster” (16 dicembre 2020), “Distretti e reti di impresa” (21 aprile 2021), “Cammino a Youth4Climate: dialogo con i giovani” (22 aprile 2021). Il concorso è realizzato, oltre con la UBA (ateneo classificatosi al 66mo posto nella classifica globale stilata dalla prestigiosa rivista QS), in collaborazione con i Ministeri degli Esteri e dello Sviluppo Produttivo argentini e InnovUp, associazione italiana che promuove e rappresenta l'ecosistema italiano dell'innovazione e delle startup. Regole e condizioni di partecipazione al Concorso, rivolto a tutti gli studenti universitari e i neolaureati, da non più di cinque anni, residenti in Argentina, sono disponibili qui. (aise 09/06/2021)

"CIAU TURIN", LA CANZONE DEI PIEMONTESI CHE ANDAVANO ALL’ESTERO

Roma - Ogni tanto ce lo dimentichiamo, ma il Piemonte è stato una terra di emigranti. Chi a Torino non ha qualche parente, magari non strettissimo, in Argentina, Francia o Germania? Gente che un tempo scriveva cartoline in un italiano arzigogolato e di cui magari abbiamo perso le tracce. E qual era la colonna sonora delle loro tristi partenze? Ovviamente "Ciao Turin" del 1949, parole di Luigi Lampugnani (in arte Lampo) e musica di Carlo Prato, la quintessenza dell'abbandono sabaudo. L'incipit è notissimo: "Ciao (anzi Ciau, con la u ancor più autoctona) Turin, mi vadu via, vad luntan a travaiè". La baldanzosità melodica è in contrasto con il distacco e la condanna di dover cercare lontano il lavoro. Braccia al miglior offerente allora o cervelli in fuga oggi, la separazione da Torino ha immediate conseguenze fisiche. "Mi sai nen cosa ca sia, sentu 'l cor a tramulé". Tachicardie innescate da "la mia bela tera" che è già un ricordo. Addio al Valentino, alla Mole, ai giardini e alle "bele cite" e straziante desiderio di riavvicinamento immediato, ad ogni costo ("ma darai la vida mia per pudei prest riturné"). Molte le versioni di "Ciao Turin", da quella di Gianni Cucco del 1958 alla celebre e immortale di Gipo Farassino. L'approfondimento completo su La Stampa (ed. Torino) del 29 maggio. (NoveColonneATG)

UMBRIA, MONTELEONE DI SPOLETO DEDICA UN’AREA VERDE E UN MONUMENTO AGLI EMIGRATI A TRENTON E HAMILTON (STATI UNITI) MONTELEONE DI

SPOLETO (Perugia) – Monteleone di Spoleto ricorda gli emigrati a Trenton e Hamilton Township in New Jersey (Usa) dedicando loro un’area verde e un piccolo monumento presso il Belvedere , a Porta Campanella. A tagliare questa mattina il nastro del ribattezzato “Belvedere Trenton/Hamilton” e del monumento sono stati i ragazzi della scuola Edmondo de Amicis – che hanno lavorato a questo progetto – insieme al sindaco Marisa Angelini. “Questo spazio verde dedicato ai nostri connazionali emigrati in America non sarà più un non luogo , ma uno spazio ricco di storia e di memoria dove sostando ricorderemo le generazioni di Monteleone ed i loro sacrifici e celebreremo, nel ricordo, i loro successi in terre lontane”, ha detto il sindaco Angelini che ha ringraziato “studenti e insegnanti per il lavoro didattico che hanno messo in piedi”. “In ogni migrazione – ha detto ancora il sindaco – c’è la speranza di un futuro migliore. I ragazzi con questo progetto hanno capito e approfondito il perché dell’emigrazione nella storia. A Trenton/Hamilton ci sono circa 3.000 italiani, i loro avi sono partiti con le valigie di cartone e si sono fatti apprezzare per il loro lavoro. Oggi la terza generazione di emigrati sta riscoprendo l’orgoglio dell’essere italiani ,insieme alla lingua italiana”. Nel pomeriggio, nella sala consiliare del comune di Monteleone, si è tenuto un collegamento con le autorità di Hamilton e Trenton ed i ragazzi delle scuole per uno scambio di saluti e la consegna ai ragazzi del certificato di amicizia da parte delle scuole di Trenton. (Inform) BELGIO: 75 ANNI DI IMMIGRAZIONE ITALIANA NEGLI ARCHIVI DELLA SONUMA BRUXELLES - In occasione dei 75 anni dalla firma degli “accordi del carbone” la Sonuma – società belga con sede a Liegi che sostiene la conservazione, la digitalizzazione e la commercializzazione degli archivi radiotelevisivi della RTBF - attraverso i propri archivi, propone un dossier speciale sull’immigrazione italiana in Belgio con documenti d’epoca sulle miniere e testimonianze di minatori e membri di questa comunità italiana in Belgio. Ne dà notizia l’Ambasciata italiana a Bruxelles, ringraziando Sonuma “per avere messo a disposizione della collettività questo importante patrimonio ed RTBF per aver dedicato un’intensa e variegata programmazione all’Italia in occasione dei 75 anni di immigrazione italiana in Belgio”. Gli archivi sono disponibili sulla piattaforma Aubio di RTBF a questo link. (aise 09/06/2021)

BERLINO MAGAZINE: MASSIMO MIRO E IL RACCONTO DELLA CAPITALE TEDESCA SCOMPARSA

Berlino - Massimo Miro è l’autore di “Suite Berlinese”, un romanzo che lega la Berlino degli Anni ’80 con una serie di lettere di Albert Einstein datate 1933. A parlarne, è Andrea D’Addio, direttore di Berlino Magazine, la pubblicazione online di cultura e attualità che si propone come ponte culturale tra la Germania e l’Italia. Durante l’intervista, Miro racconta che “l’idea di questo libro è nata a Berlino. Al Tiergarten ho visto una panchina, isolata, e come spesso mi capita ho immaginato le storie che erano passate di lì. Ho pensato alle aspirazioni utopiche che avevano travolto Berlino, e istintivamente ho pensato ad una storia d’amore impossibile, una tragedia mitteleuropea, osservata da tutti i punti di vista possibili. Storico, fotografico, sentimentale, artistico”. Pubblicato a marzo 2021, “Suite Berlinese inizia con un omicidio. L’assassino è lo stesso protagonista. La storia, un mix di noir e romanzo storico ambientato tra la Berlino nazista e quella del Muro degli anni ’80 ricco di riferimenti musicali e alla cultura post-punk, si dipana coinvolgendo anche una serie di misteriose lettere di Albert Einstein. ‘È una tragedia moderna sull’utopia romantica dei sentimenti e degli ideali, così come un viaggio nello spazio, nel tempo, e nella profondità più vertiginosa dei sentimenti umani. Al suo interno vi si trova poi anche un gioco di citazioni e collegamenti nascosti, da Glenn Gould a Peter Falk, al Barone Haussmann, alla musa ispiratrice di Salvador Dalì, a Ian Curtis, Albert Camus’ - spiega Miro su Berlino Magazine - La struttura del romanzo è segnata da un andamento temporale ondivago. La narrazione parte dal giorno successivo alla caduta del muro, e i vari nuclei narrativi si susseguono a livello temporale, in avanti e indietro, alcuni eventi si ripetono, o ne introducono altri, ricordando proprio la struttura di una suite musicale. La storia si svolge soprattutto a Wedding, all’epoca zona di occupazione francese, e sulla Augustraße, zona Mitte, all’epoca territorio di Berlino Est”. Riferendosi al rapporto personale con la città di Berlino, Miro racconta che “la prima impressione della città fu inattesa, di profondo disorientamento. È quello che succede quando si visitano luoghi tanto bramati, quando la sfera delle nostre percezioni reali è stata preceduta dall’immaginazione, e guardando certi angoli di città, ci sembra di esserci già stati. Ero istintivamente attratto dai vuoti, tra le case, agli angoli delle strade. Cercavo di immaginare cosa ci fosse un tempo al posto di quel piccolo giardino, o di quell’intervallo vuoto tra un palazzo e l’altro. Berlino per me è prima di tutto il frutto di una fascinazione infantile per i mondi misteriosi: n definitiva, con il tempo, e in modo assolutamente naturale, nel mio immaginario si è costituito lo scenario perfetto per la storia che avevo in mente”, conclude Miro. (NoveColonneATG)