LE PRIMARIE PD ALL’ESTERO

ROMA - Il prossimo 26 febbraio il Partito democratico eleggerà il suo nuovo o la sua nuova Segretaria. Al voto sono chiamati anche i cittadini italiani domiciliati o residenti all'estero che potranno votare attraverso la piattaforma on line oppure,

laddove presenti, presso i gazebo sul territorio di competenza. Mentre fino al 12 febbraio si voterà tra gli iscritti al Pd nei congressi di circolo - sia in Italia che all'estero - il 26 febbraio si svolgeranno le primarie tra i due candidati più votati al primo turno: questa fase sarà aperta anche ai non iscritti al partito. Per votare on line, i connazionali all’estero dovranno registrarsi sulla apposita piattaforma entro le 14 di sabato prossimo, 18 febbraio. Per farlo, dovranno caricare nell'apposito campo sul sito, all'atto della preregistrazione, uno o più documenti che attestino la cittadinanza e la residenza/domicilio. Gli stessi documenti dovranno essere esibiti presso i gazebo (ove presenti) nel caso del voto in presenza. (10/02/2023 aise)

GIOVANI LAUREATI ESPATRIATI: -21% RISPETTO ALL’ANNO DELLA PANDEMIA

Roma - Nel 2021 si osserva per la prima volta una battuta d’arresto del flusso dei giovani laureati verso l’estero dovuto al calo generalizzato degli espatri. Infatti, con riferimento ai giovani adulti tra i 25 e i 34 anni, la diminuzione degli espatri nel 2021 rispetto al 2020 ha ridotto l’emigrazione giovanile del 21% e, in misura proporzionale, è calato anche il numero dei laureati espatriati nella stessa fascia di età (14mila, -21% rispetto al 2020). Non si è ridotta, invece, la quota dei laureati sul totale dei giovani espatriati che è rimasta stabile (dal 45,6% del 2020 al 45,7% del 2021). È quanto emerge dal Rapporto Istat sulle migrazioni interne e internazionali della popolazione residente. Il calo dei giovani espatriati laureati da un lato e l’aumento dei rimpatri dello stesso contingente dall’altro (oltre 7mila, +29% sul 2020) determina il saldo migratorio più basso registrato negli ultimi sei anni, che si traduce in una perdita che non supera le 7mila unità. Complessivamente, dal 2012 al 2021, le perdite dovute agli scambi con l’estero dei giovani residenti italiani (differenza tra rimpatri ed espatri) sono prevalentemente a favore dei paesi dell’Unione europea. Il Regno Unito è la meta preferita dai giovani laureati. L’intensificarsi dei flussi da e verso il Regno Unito, soprattutto dal 2016, è dovuto in parte anche a un “effetto Brexit” che ha accelerato le pratiche di iscrizione in AIRE (Anagrafe degli italiani residenti all’estero) dei giovani espatriati già presenti sul territorio britannico, prima che si concludessero i negoziati che hanno sancito l’uscita del Paese dall’Unione europea (31 gennaio 2020). La perdita netta di giovani laureati diretti verso il Regno Unito in tutto il decennio è di circa 19mila unità. Gli altri paesi europei considerati attrattivi per i laureati italiani emigrati sono la Germania, con una perdita netta di risorse qualificate decisamente più contenuta (12mila), la Svizzera (-9mila) e la Francia (-8mila). (NoveColonneATG)

COSA VUOL DIRE ESSERE ITALIANI IN UK? IL COMITES LONDRA RILANCIA LO STUDIO SULLE COSIDDETTE “SECONDE GENERAZIONI”

LONDRA - Il Comites di Londra ha rilanciato in questi giorni l’invito ai connazionali a partecipare ad uno studio che cerca di capire come gli italiani e le italiane di “seconda generazione” vivono il loro senso di appartenenza e identità nazionale nel Regno Unito. Lo studio, condotto da Marco Antonsich e Kombola Ramadhani Mussa della Loughborough University, e con il patrocinio del Comites di Londra, risponde alla domanda di come l’idea di nazione cambia col cambiare della popolazione a causa delle migrazioni globali. A tal fine, lo studio si focalizza sulle esperienze e le opinioni di persone italiane nate o cresciute in Italia, dove hanno compiuto i propri studi superiori, con genitori di origini africane (Sub-Sahara), asiatiche e nativi latino-americani, e che dal almeno sei mesi vivono nel Regno Unito. Per partecipare allo studio non è necessaria alcuna preparazione o cognizione pregressa. L’intervista in forma di dialogo tra Kombola Ramadhani Mussa (assistente di ricerca in questo studio) e l’intervistando/a si svolge online (Teams) e generalmente non dura più di un’ora. Ogni informazione viene trattata in maniera confidenziale e viene garantito l’anonimato degli intervistati (in osservanza dei protocolli etici della Loughborough University). A riconoscenza del tempo, ad ogni intervistato viene offerto un voucher Amazon di £20 (nel caso Amazon non sia gradita dall’intervistato, altri retailers sono possibili). “Le persone che hanno partecipato finora alle interviste sono state tutte soddisfatte, trovando la discussione utile ed interessante”, evidenzia il Comites che ha in programma di organizzare un incontro tra gi autori di questo studio e il pubblico, così da divulgarne i risultati. Gli interessati a partecipare o a sapere di più di questa ricerca possono contattare direttamente Marco Antonsich (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.) o Kombola Ramadhani Mussa (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.). (11/02/2023 aise)

ALL’ESTERO QUASI 6 MILIONI DI ITALIANI, UN DECIMO DELLA POPOLAZIONE

Roma - “Il primo gennaio 2023 non abbiamo sfondato per poco la soglia psicologica dei 6 milioni di italiani iscritti all’Aire, l’Anagrafe dei cittadini italiani residenti all’estero. Anche se appena sotto i 6 milioni, parliamo pur sempre di oltre un decimo della popolazione italiana, che ormai non arriva a 60 milioni. Se l’incidenza dei residenti all’estero resta impressionante in alcune specifiche realtà del Sud negli ultimi anni si è registrato un vero e proprio boom di trasferimenti da province del Centro-Nord”. Lo scrive La Ragione. “Parliamo di alcune delle aree più benestanti e sviluppate del Paese e dell’intera Europa come Mantova, Rovigo, Lodi, Cremona, Brescia, Reggio Emilia, Prato. Cosa sta accadendo? Per capirlo è necessario aggiungere un elemento fondamentale: l’identikit di chi parte. Perlopiù, si tratta di giovani ad alta scolarizzazione, formazione, specializzazione e single. Non risulterà difficile unire i puntini, a meno che non si voglia urlare indistintamente - come anche buona parte dei media continuano ostinatamente a fare - alla ‘fuga’. Oggi quei ragazzi e quelle ragazze cercano ciò che il nostro Paese ha scelto di evitare come la peste: un mercato del lavoro che funzioni e che sappia premiare il merito, la preparazione, la fantasia e la capacità di adattamento. A spingere all’estero sono le opportunità che abbiamo deciso di negare ai migliori per inseguire un finto egualitarismo”. (NoveColonneATG)