IL CENTRO STUDI FEDERICO II VARA “LIBER AUGUSTALIS”, INIZIATIVA CULTURALE CON GIORNATE DEDICATE A ILLUSTRI GIURISTI
PALERMO – Tre giornate dedicate a illustri giuristi. Il Centro Studi Federico II, con sede a Palermo e rappresentanze a Roma, New York e Bordeaux, nel contesto della sua programmazione culturale annuale,
ha previsto un ciclo di iniziative dal titolo “Liber Augustalis”. La prima giornata si svolge oggi 13 febbraio ed è dedicata alla memoria del professore Antonino Pensovecchio Li Bassi, a dieci anni dalla sua scomparsa. L’incontro, in videoconferenza con i rappresentanti del Centro Studi Federico II a Bordeaux, New York e Roma, ha l’obiettivo di divulgare la personalità dell’insigne giurista palermitano. I prossimi incontri, invece, saranno dedicati a personalità francesi e italo-americane. Già ordinario di Diritto costituzionale, docente di Diritto costituzionale comparato e poi di Diritto costituzionale presso la facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Palermo, Antonino Pensovecchio Li Bassi è nato a Palermo nel 1925 e ha dato rilevanti contributi scientifici nella sua materia pubblicando, tra l’altro, due apprezzate monografie: Il conflitto di attribuzione e L’interpretazione delle norme costituzionali. “Si tratta di una figura di pregio cui il Centro Studi Federico II ha voluto dedicare una delle tre giornate – sottolinea il presidente Giuseppe Di Franco -. A lui si devono svariati articoli e saggi in tema di diritto pubblico regionale e la voce Regione Sicilia dell’Enciclopedia giuridica edita da Treccani, nonché diversi studi comparatistici sulle costituzioni europee, tra i quali lo scritto Recenti costituzioni europee – Le costituzioni di Svezia, Grecia, Portogallo, Spagna, Urss. Ha svolto la sua attività di studioso e di docente universitario con passione e con un’esemplare dedizione, ancora ricordata da coloro che furono suoi studenti”. (Inform)
ASSICURAZIONE SANITARIA IN REPUBBLICA DOMINICANA: ACCORDO COMITES - CONFÍA ASESORES DE SEGUROS
SANTO DOMINGO - Polizze scontate per gli italiani over 65 residenti in Repubblica Dominicana: questo, in sintesi, il contenuto dell’accordo siglato dal Comites di Santo Domingo con la Confía Asesores de Seguros, una delle più prestigiose imprese di assicurazioni mediche della Repubblica Dominicana. Raggiunto grazie al lavoro della Commissione “Salute, Medicina e Previdenza Sociale” del Comites, l’accordo prevede “un prodotto personalizzato ed esclusivo per i cittadini italiani attualmente sprovvisti di polizza assicurativa medica, con tariffe per le età comprese tra i 65-79 anni e oltre gli 80 anni”. Si tratta, evidenzia il Comites, di “un importante risultato per la nostra comunità”. Tutti i dettagli sulle polizze disponibili sono disponibili in italiano e spagnolo. (13/02/2023 aise)
CERVELLI IN FUGA, CINA E INDIA NUOVE METE
Roma - “L'emigrazione verso l'estero non conosce sosta e a lasciare l'Italia sono soprattutto i giovani, spesso altamente qualificati, in cerca di lavoro. Viaggiano verso nuove mete come la Cina e l'India”. Lo scrive Il Mattino presentando i risultati di una ricerca di Lorenzo Di Giorgio, ricercatore presso l'Università di Macerata, raccolti in una pubblicazione promossa dal Lions club Salerno Duomo, con la Fondazione Giovanni Spadolini, a cura di Annamaria Pizzolla D'Amato. La ricerca ha preso in considerazione il periodo 2002-2017 e propone una precisa radiografia dell'emigrazione italiana. Tre le caratteristiche emerse, scrive il quotidiano. La prima è che l’Italia continua ad avere un saldo migratorio positivo, passato dallo 0.01% del 2002 allo 0.25% del 2017. La seconda è che l'emigrazione italiana sta cambiando destinazione. “Il nuovo che avanza è rappresentato dall'Oriente secondo solo ormai al territorio americano e dunque dall'Asia con Cina e India in particolare”. La terza caratteristica è rappresentata dall'emigrazione giovane che “orientandosi relativamente di più verso i Paesi sviluppati o a grande potenziale di crescita, tende ad accompagnarsi a un alto livello di preparazione professionale e attitudine al lavoro specializzato, nuova rispetto al passato”. (NoveColonneATG)
“ENCOUNTERS”: A LONDRA SI DISCUTE DI “TRASFORMAZIONI”
LONDRA - Nell’ambito di “Encounters”, ciclo di appuntamenti dedicati a temi di attualità discussi da esperti di scienze naturali, sociali e umanistiche, l’Ambasciata e l’Istituto Italiano di Cultura a Londra propongono mercoledì, 15 febbraio, una conversazione sul tema della “Transformation”. Appuntamento alle 18.00 nella sede dell’Istituto per un approfondimento sulle varie “trasformazioni” che inquinamento, cambiamento climatico, pandemie e guerre stanno portando nel nostro vissuto. I relatori della serata, dunque, presenteranno alcuni aspetti-chiave legati alla necessità di trasformare, da un lato, il modo in cui generiamo e immagazziniamo energia e, dall’altro, le interazioni tra persone e paesi. Interverranno ai lavori Nicola Armaro (Cnr) e Annalisa Savaresi (Stirling University). La partecipazione è gratuita ma occorre registrarsi qui. (13/02/2023 aise)
QUEGLI EMIGRANTI IN BRASILE RIMASTI ITALIANI
Roma - Dopo i fatti del Brasile - con l'assalto ai palazzi governativi da parte dei sostenitori dell'ex presidente Jair Bolsonaro, discendente di bisnonni emigrati in Brasile dal paese natio di Anguillara Veneta, si è aperta la discussione se lui e i suoi figli possano vantare, o chiedere, la cittadinanza italiana. “Al di là di questo interrogativo - scrive Il Giornale di Vicenza -, la discussione offre lo spunto per evocare un più vasto problema che ha visto impegnati per anni i Tribunali italiani e che è stata definitivamente risolta dalla nostra Corte di Cassazione con una pronuncia di pochi mesi fa. Nella seconda metà del 1800 è avvenuta una emigrazione di massa di cittadini italiani, in gran parte veneti, verso il Brasile. Il governo brasiliano, con due provvedimenti emanati negli anni 1889-1891, passati alla storia come "la grande naturalizzazione", decretò che gli stranieri lì residenti alla data del 15 novembre 1889 sarebbero divenuti automaticamente cittadini brasiliani, a meno che non avessero espresso una manifestazione contraria entro il termine di sei mesi dalla pubblicazione dei decreti. L'effetto fu che centinaia di italiani furono considerati brasiliani. Meno di un secolo dopo, diversi discendenti in linea retta di questi “brasiliani” rientrati in Italia hanno chiesto di essere riconosciuti cittadini italiani in quanto discendenti “iure sanguinis” dai loro avi che non avrebbero mai rinunciato alla cittadinanza italiana. “L'importanza del problema, che coinvolge gli interessi anche dei rispettivi Stati - ricorda il quotidiano veneto - ha spinto la nostra Corte di Cassazione ad intervenire. La conseguenza è che quegli italiani che, di fronte alla naturalizzazione di massa decretata dallo Stato brasiliano alla fine del 1800, sono rimasti inerti senza compiere alcun atto di accettazione o di rifiuto, non hanno mai perso la cittadinanza italiana”. (NoveColonneATG)