PROTESTE INTERNAZIONALI CONTRO MILEI E IL SUO PROGRAMMA ANTISOCIALE
Solidarietà in America Latina ed Europa con lo sciopero argentino. La stampa europea contrasta i dati “ufficiali”. Sergio Ferrari, di Berna, Svizzera - Migliaia di persone in decine di città, soprattutto latinoamericane ed europee, hanno partecipato allo sciopero del 24 gennaio in Argentina.
Gran parte della stampa internazionale sottolinea il fatto “moltitudinale” della protesta. Radio France International (RFI) sottolinea in una rassegna stampa sullo sciopero pubblicata giovedì 25 sul suo sito: “Un altro avvertimento lanciato contro il nuovo potere ultraliberale in Argentina. Secondo la CGT, la principale centrale sindacale, ieri si sono mobilitate un milione e mezzo di persone in tutto il Paese, di cui 600.000 nella sola capitale Buenos Aires” (https://www.rfi.fr/fr/podcasts/revue -de -presse-internationale/20240125-%C3%A0-la-une-manifestations-et-gr%C3%A8ve-g%C3%A9n%C3%A9rale-en-argentine La televisione pubblica svizzera, dal canto suo, ha trasmesso dall'Argentina un servizio di alcuni minuti con immagini e interviste sulla protesta, sottolineando la gigantesca giornata di sciopero. Il servizio d'informazione sottolinea che "Buenos Aires era semi-paralizzata a causa del diffuso sostegno allo sciopero". (https://www.rsi.ch/play/tv/telegiornale/video/telegiornale?urn=urn:rsi:video:2036149&startTime=1029). Per quanto riguarda i livelli di partecipazione, la televisione spagnola riporta fonti e cifre diverse, senza dare particolare credito ai portavoce ufficiali. RTVE precisa che “l'Esecutivo argentino ha valutato a 40.000 il numero di persone che hanno partecipato alla marcia verso la Piazza del Congresso. Mentre la Polizia della Città di Buenos Aires ha stimato i partecipanti in 130.000 e il centro sindacale ne ha stimati 600.000, sia in Plaza del Congreso che nelle strade circostanti, e ha stimato la partecipazione in tutto il paese a 1,5 milioni. (https:// www.rtve.es/noticias/20240124/argentina-primera-huelga-general-reformas-milei/15931695.shtml). Il quotidiano italiano La Reppublica titolava “Argentina, primo colpo contro Milei. "Buenos Aires paralizzata dalle proteste." E sostiene che “500mila persone nella capitale, e un altro milione nel resto del Paese, hanno incrociato le braccia contro la “Legge Omnibus” su privatizzazioni e tagli. "Il Parlamento rinvia il dibattito di una settimana."
LA SOLIDARIETÀ HA RIEMPITO LE STRADE
Il sostegno internazionale più significativo allo sciopero è stato espresso attraverso manifestazioni in almeno cinquanta città dell'America Latina e dell'Europa, molte delle quali capitali come Parigi, Roma, Londra, Amsterdam, Berna, Lisbona, Bruxelles, Brasilia, Montevideo, Santiago del Cile. o Città del Messico. Anche in luoghi emblematici come la Place des Nations a Ginevra, in Svizzera, proprio di fronte alla sede europea delle Nazioni Unite, la “capitale mondiale” dei diritti umani. In tutte queste e in molte altre (come San Pablo, Recife o Valencia e Tolosa, per citarne solo alcune), gruppi di argentini e latinoamericani residenti all'estero hanno chiesto azioni per sostenere e accompagnare la protesta argentina in quello che costituiva un vero tsunami di solidarietà dove non sono mancati i Whipala internazionalisti. Nessuna *tregua* politica dopo 100 giorni, come di consueto con i nuovi governi. Né all’interno del Paese né in ambito internazionale, dove la figura di Milei, un tempo presentata da alcuni media internazionali come “esotica” e “nuova”, viene rapidamente svalutata. La sua recente presenza al Forum Economico di Davos è stata un colpo di grazia per chi cercava di rivendicare, all'esterno, il profilo “originale” dell'attuale presidente argentino.
UNA RINNOVATA SOLIDARIETÀ INTERNAZIONALE
“L'assurdità del discorso di Javier Milei a Davos, che denuncia i nemici della socializzazione in ogni angolo, attacca quasi tutti (comprese le organizzazioni internazionali e l'Agenda 2030 delle Nazioni Unite contro la povertà), sottolinea il suo antifemminismo e il negazionismo climatico, chiama eroi i manager delle multinazionali , assumendo una leadership mondiale antistatale, ha fatto convincere molte persone che non lo conoscevano del carattere settario e pericoloso delle sue idee», spiega Marcella Camerano, attivista di Argentinos para la Victoria (ApV), provincia 25, Svizzera (https ://es.weforum.org/agenda/2024/01/davos-2024-discurso-especial-de-javier-milei-presidente-de-argentina/). E riflette: «paradossalmente, quel primo viaggio all'estero, qui, in Svizzera, ci ha permesso di rafforzare la nostra solidarietà con il popolo argentino e raccogliere nuove adesioni». Camerano conferma che sta nascendo una nuova fase del movimento di solidarietà con l'Argentina, in risposta all'aggiustamento strutturale e alle politiche aggressive del nuovo governo. E spiega che “nella manifestazione con centinaia di partecipanti che abbiamo organizzato nella Piazza delle Nazioni Unite a Ginevra, e parallelamente a Berna, abbiamo constatato, in realtà, il sostegno di diversi attori sociali come il Sindacato Svizzero, più importanti del paese, di altri sindacati, nonché di gruppi e associazioni culturali di residenti latinoamericani e argentini. L’attivista dell’ApV, con pluriennale esperienza in campo internazionale, azzarda a lanciare un’ipotesi: “sembra che, passando all’opposizione, il movimento nazionale e popolare argentino generi e canalizzi nuove e rinnovate simpatie da settori che fino al dicembre dello scorso anno non si sono espressi”.
“L’AGGRESSIONE CONTRO LO STATO SOCIALE È PREOCCUPANTE”
I promotori delle proteste europee hanno animato la giornata di solidarietà di mercoledì 24 con diversi messaggi pubblici. Ad esempio, una ventina di organizzazioni francesi affermano che l’esecutivo argentino intende ottenere “poteri specifici per il funzionamento del Parlamento durante tutto il suo mandato quadriennale”. E concludono che l’Argentina sta vivendo un “tentativo di colpo di stato istituzionale”, come sottolineano nel loro comunicato promosso dall’Assemblea dei Cittadini Argentini in Francia (ACAF). Ad esso hanno aderito, tra gli altri, l'Intersindical (che riunisce sei delle principali confederazioni operaie del Paese), la Federazione Internazionale dei Diritti Umani e i partiti France Insoumise, Comunista, Socialista, Verde e Partito Operaio. Associazioni anticapitaliste e di solidarietà molto diverse (https://www.acafasamblea.com/post/democracia-en-peligro-manifestaci%C3%B3n-en-francia-en-apoyo-a-la-huelga-general - del-24-gennaio). “Quello che siamo riusciti a fare a Parigi è stato un evento molto importante, grande, vario e diversificato. Hanno partecipato tra le 400 e le 500 persone. L’abbiamo tenuto davanti all’Ambasciata argentina, un luogo molto noto ed emblematico poiché durante la dittatura vi si svolgevano mobilitazioni permanenti”, spiega Laura Franchi, copresidente dell’ACAF, che ricorda, aneddoticamente, che In precedenza si era discusso se questo evento dovesse svolgersi nell'emblematica Place de la République o davanti alla Torre Eiffel. “Finalmente tutto Le organizzazioni partecipanti hanno concordato che spetta a noi, argentini residenti in Francia, decidere il luogo. Per l'ACAF è stato sempre chiaro che dovevamo farlo davanti all'ambasciata, garantendo così anche di poter consegnare nelle loro mani all'ambasciatore o a qualche alto funzionario, la nostra dichiarazione di categorica contrarietà alle misure, ai decreti e leggi promosse dal Governo del Milei”. “Nelle ultime settimane si è avvertita una rinascita del movimento di solidarietà con l’Argentina. Molti vedono nella figura di Milei la rappresentazione di un progetto pericoloso che minaccia lo Stato, il progresso sociale e l'equità, e che sarebbe disastroso anche se si tentasse di applicarlo in Francia o in qualsiasi paese dell'Europa e del mondo," sostiene Franchi. Non è da sottovalutare, riflette l'attivista dell'ACAF, che in diverse nazioni del Vecchio Mondo le forze di destra e di estrema destra si stanno rafforzando e ampi settori sociali sono attenti e preoccupati per questo fenomeno. “Quando questo personaggio apparve in Argentina con il suo travolgente progetto di conquiste sociali, molti anche qui sentirono cosa poteva significare per loro un governo di questo tipo. Hanno scoperto che il confine di ciò che era politicamente accettabile era stato oltrepassato. E anche se è evidente che oggi nell’Unione Europea tendono a predominare proposte che vanno nella direzione di un indebolimento dello Stato, “è spaventoso che, come Milei, il quadro istituzionale, la divisione dei poteri, non siano rispettati, e che frontalmente annullano completamente lo Stato sociale”, conclude Franchi
TRADUZIONE: Salvatore Augello (FONTE: elmercuriodigital.- 25 gennaio 2024)
QUI DI SEGUITO IL TESTO IMTEGRALE IN SPAGNOLO
Protestas internacionales contra Milei y su ajuste antisocial elmercuriodigital.- enero 25, 2024 Solidaridad en América Latina y Europa con la huelga argentina Prensa europea contrasta las cifras “oficiales” Sergio Ferrari, desde Berna, Suiza Miles de personas en decenas de ciudades, especialmente latinoamericanas y europeas, acompañaron el paro del 24 de enero en Argentina. Una gran parte de la prensa internacional subraya el hecho “multitudinario” de la protesta. La Radio Francia Internacional (RFI) señala en una revista de prensa sobre la huelga publicada el jueves 25 en su sitio Web: “Otro disparo de advertencia contra el nuevo poder ultraliberal en Argentina. Según la CGT, la principal central sindical, un millón y medio de personas se movilizaron ayer en todo el país, de las cuales 600.000 sólo en la capital Buenos Aires” (https://www.rfi.fr/fr/podcasts/revue-de-presse-internationale/20240125-%C3%A0-la-une-manifestations-et-gr%C3%A8ve-g%C3%A9n%C3%A9rale-en-argentine). La TV pública suiza, por su parte, trasmitió un reportaje desde Argentina de varios minutos con imágenes y entrevistas sobre la protesta, subrayando el carácter gigante de la jornada de huelga. El servicio informativo subraya que “Buenos Aires estuvo semiparalizada por la amplia adhesión a la huelga”. (https://www.rsi.ch/play/tv/telegiornale/video/telegiornale?urn=urn:rsi:video:2036149&startTime=1029). En cuanto a los niveles de participación, la Televisión Española, informa sobre las distintas fuentes y cifras, sin darle un especial crédito a los voceros oficiales. La RTVE afirma que “el Ejecutivo argentino ha cifrado en 40.000 personas las personas que han participado en la marcha hacia la Plaza del Congreso. Mientras la Policía de la Ciudad de Buenos Aires ha estimado en 130.000 los asistentes y la central sindical ha calculado en 600.000, tanto en la Plaza del Congreso como en calles aledañas, y ha elevado a 1,5 millones el seguimiento en todo el país” (https://www.rtve.es/noticias/20240124/argentina-primera-huelga-general-reformas-milei/15931695.shtml). El cotidiano italiano La Reppublica tituló “Argentina, primer golpe contra Milei. Buenos Aires paralizada por las protestas”. Y sostiene que “500.000 personas en la capital, y otro millón en el resto del país, se han cruzado de brazos contra la “Ley Ómnibus” sobre privatizaciones y recortes. El Parlamento pospone el debate una semana”.
LA SOLIDARIDAD GANÓ LA CALLE
El apoyo internacional más significativo a la huelga se expresó a través de las manifestaciones en, al menos, un medio centenar de ciudades de América Latina y Europa, muchas de ellas capitales como París, Roma, Londres, Ámsterdam, Berna, Lisboa, Bruselas, Brasilia, Montevideo, Santiago de Chile o Ciudad de México. También en lugares emblemáticos como la Plaza de las Naciones de Ginebra, Suiza, frente mismo a la sede europea de las Naciones Unidas, “capital mundial” de los Derechos Humanos. En todas ellas, y tantas otras (como San Pablo, Recife o Valencia y Toulouse, por citar solo algunas) grupos de argentina-os y latinoamericana-os residentes en el exterior convocaron a acciones de apoyo y acompañamiento a la protesta argentina en lo que constituyó un verdadero tsunami solidario donde no faltaron las Whipalas internacionalistas. Ninguna *tregua* política a los 100 días, como es habitual ante nuevos gobiernos. Ni dentro del país ni en el terreno internacional, donde la figura de Milei, en un momento presentada por algunos medios internacionales de prensa como “exótica” y “novedosa”, se devalúa aceleradamente. Su reciente presencia en el Foro Económico de Davos fue un golpe de gracia para aquellos que pretendían reivindicar, afuera, el perfil “original” del actual presidente argentino.
UNA SOLIDARIDAD INTERNACIONAL RENOVADA
“El papelón del discurso de Javier Milei en Davos, denunciando enemigos socializantes en cada rincón, atacando a casi a todo el mundo (incluso organizaciones internacionales y la Agenda 2030 contra la pobreza de las Naciones Unidas), subrayando su antifeminismo y su negacionismo climático, llamando héroes a los gerentes de las transnacionales, asumiendo un liderazgo mundial anti-Estado, hizo que mucha gente que no lo conocía, se convenciera de lo sectario y peligroso de sus ideas” explica Marcella Camerano, militante de Argentinos para la Victoria (ApV) provincia 25, Suiza (https://es.weforum.org/agenda/2024/01/davos-2024-discurso-especial-de-javier-milei-presidente-de-argentina/). Y reflexiona: “paradójicamente, ese primer viaje al exterior, aquí, a Suiza, nos permitió reforzar nuestra solidaridad hacia el pueblo argentino y recoger nuevas adhesiones”. Camerano constata que está naciendo una nueva etapa del movimiento de solidaridad con Argentina, en respuesta al ajuste estructural y las políticas agresivas del nuevo gobierno. Y explica que “en la manifestación con centenas de participantes que organizamos en la Plaza de las Naciones Unidas en Ginebra, y en paralelo en Berna, hemos comprobado, en los hechos, el apoyo de diversos actores sociales como la Unión Sindical Suiza, la más importante del país, de otros sindicatos, así como de grupos culturales y asociaciones de residentes latinoamericanos y argentina-os». La militante de ApV, con muchos años de experiencia en el campo internacional, se aventura a lanzar una hipótesis: “pareciera que, al pasar a la oposición, el movimiento nacional y popular argentino genera y canaliza nuevas y renovadas simpatías de sectores que hasta diciembre del año pasado no se pronunciaban”.
“PREOCUPA LA AGRESIÓN AL ESTADO SOCIAL”
Los promotores de las protestas europeas, fundamentaron la jornada de solidaridad del miércoles 24 a través de diversos mensajes públicas. Por ejemplo, una veintena de organizaciones francesas afirman que el poder ejecutivo argentino pretende que se le otorguen “competencias propias del funcionamiento del Parlamento durante la totalidad de su mandato de 4 años”. Y concluyen que Argentina está experimentando así un “intento de golpe institucional”, como lo señalan en su declaración promovida por la Asamblea de Ciudadanos Argentinos en Francia (ACAF). A la misma adhirieron, entre otras, la Intersindical (reúne seis de las principales centrales de trabajadora-es del país), la Federación Internacional de los Derechos Humanos y los partidos Francia Insumisa, Comunista, Socialista, Los Verdes, el de los Trabajadores y el Nuevo Anticapitalista, así como muy diversas asociaciones solidarias (https://www.acafasamblea.com/post/democracia-en-peligro-manifestaci%C3%B3n-en-francia-en-apoyo-a-la-huelga-general-del-24-de-enero). “La que logramos hacer en París, constituyó una convocatoria muy importante, nutrida, variada y diversa. Participaron entre 400 y 500 personas. La hicimos frente mismo a la Embajada argentina, lugar muy conocido y emblemático ya que durante la dictadura se realizaban allí permanentes movilizaciones”, explica Laura Franchi, copresidenta de la ACAF, quien recuerda, anecdóticamente, que se había debatido previamente si este acto debía convocarse en la emblemática Plaza de la República o frente mismo a la Torre Eiffel. “Finalmente todas las organizaciones participantes acordaron que era a nosotra-os, las y los argentinos residentes en Francia, de decidir el lugar. Para la ACAF siempre fue claro que debíamos hacerla frente a la embajada, asegurando así, también, de poder entregar en sus propias manos al embajador o a algún alto funcionario, nuestra declaración de oposición rotunda a las medidas, decretos y leyes que impulsa el Gobierno de Milei”. “Se sintió en estas últimas semanas un resurgir del movimiento de solidaridad con Argentina. Muchos están viendo en la figura de Milei la representación de un proyecto peligroso que atenta contra el Estado, los avances sociales y la equidad, y que sería también nefasto si se intentara aplicar en Francia o en cualquier país de Europa o del mundo”, sostiene Franchi. No hay que subestimar, reflexiona la militante de la ACAF, que en diversas naciones del Viejo Mundo se vienen fortaleciendo fuerzas de derecha y ultraderecha y amplios sectores sociales están atentos y preocupados por este fenómeno. “Al aparecer en Argentina este personaje con su proyecto avasallador de las conquistas sociales, muchos también aquí sintieron lo que podría significar para ellos un gobierno de este tipo. Constataron que se había pasado la frontera de lo políticamente aceptable. Y aunque es evidente que hoy predominan, tendencialmente, en la Unión Europea propuestas que van en la dirección de debilitar el Estado, “da miedo, que, a semejanza de Milei, no se respete la institucionalidad, la división de poderes, y se busque frontalmente aniquilar completamente el Estado social”, concluye Franchi. Sergio Ferrari