BREVI DAL MONDO 11 MARZO

NO AL CAMPO DI CONCENTRAMENTO A TARQUINIA NO A TUTTI I CAMPI DI CONCENTRAMENTO

VITERBO - I mass-media hanno diffuso la notizia dell'intenzione di realizzare a Tarquinia (Vt) un nuovo "centro di identificazione ed espulsione" (in sigla:Cie) per immigrati non in regola con il permesso di soggiorno. Queste strutture sono veri e propri campi di concentramento in cui vengono illegalmente e isumanamente detenute persone che non hanno commesso nessun reato e che anzi venendo in Italia in fuga da paesi in cui si muore perguerre, dittature e fame, hanno esercitato il diritto di cercare ed ottenere asilo nel nostro paese ai sensi dell'art. 10 della Costituzione della Repubblica Italiana che testualmente afferma: "Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle liberta' democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica". Cosi' come gia' ci opponemmo nel 1998 all'istituzione del "Centri di permanenza temporanea" (i famigerati Cpt, che dei nuovi Cie sono l'antecedente), luoghi di illecita detenzione in cui gia' molte persone hanno trovato la morte, ci opponiamo ai nuovi Cie. (Peppe Sini) responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo

RAFFORZARE RUOLO COMUNITARIO E COMPETENZE DEI COMITES

MELBOURNE “Gli incontri con la comunità italiana e con i Comitati degli italiani all’estero sono preziosi momenti di approfondimento dei temi che riguardano le comunità all’estero”. “Come parlamentare è stato per me utilissimo partecipare all’incontro del 7 marzo scorso con i Presidenti dei Comites d’Australia seguito subito dopo da un incontro con la comunità italiana del Victoria” – ha sottolineato l’On. Marco Fedi, appena rientrato da Melbourne. “I Presidenti dei Comitati hanno espresso l’auspicio che si modifichi la Costituzione mantenendo una rappresentanza parlamentare che sia espressione delle comunità all’estero”. “In ogni caso non intendono rinunciare all’esercizio in loco del diritto di voto” – ha spiegato Fedi. “Comites e comunità italiana chiedono una riforma dei Comitati che ne rafforzi il ruolo comunitario, le competenze, la democrazia – ampliando la partecipazione di donne e giovani – e la capacità di spesa, oggi limitata da tante interpretazioni restrittive”. “Propongono una legge di riforma del CGIE che porti a una riduzione sia del numero dei componenti che del numero di riunioni, ad un maggiore collegamento con i Comites, sia con le assemblee continentali che la plenaria e quindi ad una maggiore funzionalità”. “Soprattutto chiedono che si proceda celermente ad un confronto su questi temi, alla convocazione di un “summit” con le comunità italiane nel mondo ed i suoi rappresentanti, per far partire il dialogo e il confronto sulle riforme, lavorando per recuperare risorse rispetto ai tagli gravissimi che hanno colpito sia i capitoli di bilancio del MAE a favore delle comunità che la rete diplomatico-consolare”. “Il nostro lavoro nei prossimi mesi deve partire da questi utili suggerimenti” – ha concluso l’On. Marco Fedi.

EUROPEE, DILIBERTO: "CI SARA' UN'UNICA LISTA CON LA FALCE E IL MARTELLO"

ROMA "Credo che sulla scheda per le elezioni europee ci sarà un'unica lista con la falce e il martello. Esiste, infatti, un'ipotesi di alleanza tra Pdci e Prc". Lo ha detto il segretario del Pdci Oliviero Diliberto parlando a Lamezia Terme. "Si tratta di un'ipotesi ragionevole - ha aggiunto Diliberto - anche alla luce della riunione di ieri della Direzione di Rifondazione Comunista. Certo, il futuro della sinistra é ricco di incognite. Tuttavia, almeno per quanto riguarda i Comunisti Italiani, noi abbiamo una barra molto netta e chiara che é quella di mettere insieme, perlomeno, i due partiti che si chiamano Comunisti. A me sembra anacronistico che ci siano due Partiti Comunisti, e per giunta piccoli. Proviamo a ricominciare - ha concluso Diliberto - rimettendoci insieme e lanciando una sfida, sulle cose da fare, anche al Partito Democratico".

L'ON. GARAVINI-PD-USIAMO I RISPARMI PER LA SICUREZZA, IL SOCIALE E GLI ITALIANI ALLESTERO

ROMA - "Più soldi per i sostegni sociali, più soldi per la sicurezza e anche più soldi per gli italiani all'estero. Si potrebbero fare tante cose utili con i 400 milioni di euro che il Governo sta sprecando con il suo No ad un election day", dice Laura Garavini (PD) criticando duramente il piano della maggioranza di programmare le elezioni europee e il referendum in due domeniche diverse di giugno. Il capogruppo in Commissione Antimafia del PD sostiene l'appello del leader PD Dario Franceschini di investire una parte dei risparmi dell'election day nella sicurezza: "Il centro-destra in campagna elettorale", ricorda la Garavini, "ha fatto leva sulle paure degli italiani, ma con la circolare Maroni sta mettendo in gioco proprio la sicurezza dei cittadini: Macchine ferme perché mancano i soldi per ripararle, volanti che non partono perché non c'è benzina - è questa la triste realtà delle forze dell'ordine". Dietro il No del Governo all'election day, secondo la Garavini, c'è l'intenzione di voler far fallire il referendum sulla legge elettorale puntando sul fatto che la gente si stanca di andare a votare tre domeniche di fila. "Questo atteggiamento provoca uno spreco di soldi che è indecente dati i gravi problemi economici che affrontano tante famiglie bisognose di aiuto. Con una parte dei 400 milioni si potrebbe raddoppiare la platea di beneficiari della social card, assegnare un bonus a migliaia di famiglie in condizioni di particolare disagio". La deputata PD eletta nella circoscrizione Europa ricorda anche la situazione degli italiani all'estero. "I connazionali nel mondo sono stati fra i più colpiti dall'ultima finanziaria del Governo Berlusconi. Adesso, riservando agli italiani all'estero anche solo un 5 per cento dei 400 milioni di euro che il Governo sta sprecando, si potrebbero salvare tutti i corsi di lingua per le ragazze e i ragazzi italiani nel mondo che la maggioranza ha tagliato con la sua ultima Finanziaria". Conclude la Garavini: "Se il Governo continua a dire No all'election day dimostra che gli stanno più a cuore i suoi giochetti politici per provocare il fallimento del referendum che non la sicurezza, l'aiuto sociale e il sostegno agli italiani nel mondo".

AUTORI ITALIANI RACCONTANO L'UNGHERIA

BUDAPEST - Il libro "L'Ungheria Contemporanea" di Gizella Nemeth Papo e Adriano Papo sarà presentato giovedì 12 marzo 2009, alle ore 18 presso la Sala Conferenze dell'Istituto Italiano di Cultura di Budapest. Autori di numerosi saggi e volumi sui rapporti storico-culturali italo-ungheresi. Nel 2001 hanno vinto il Premio internazionale di saggistica „Salvatore Valittuli" per l'opera prima Storia e cultura dell'Ungheria; dirigono la collana Italia e Ungheria. Studi e documenti delle Edizioni della Laguna di Mariano del Friuli (Gorizia) e il periodico „Quaderni Vergeriani", annuario dell'Associazione italo-ungherese Pier Paolo Vergerio, da loro fondata nel 2003.Il volume ricostruisce il cammino compiuto dall'Ungheria dal Compromesso con l'Austria del 1867 ai giorni nostri, passando attraverso una serie di tappe che corrispondono a momenti cruciali della sua ricca e variegata storia politica, economica e culturale: il tracollo della duplice monarchia nel 1918, l'era di Horty, la dittatura stalinista, l'insurrezione del 1956, l'età di Kádár e infine la transizione del 1987-90, che ha riportato nel Paese la democrazia dopo settant'anni di regimi e che è stata coronata dall'ingresso dell'Ungheria nell'Unione Europea il 1 maggio 2004. Alla serata organizzata dall'Istituto Italiano di Cultura di Budapest e dall'Associazione Culturale Italoungherese del Friuli Venezia Giulia "Pier Paolo Vergerio" interverranno, oltre agli autori del testo, il Prof. Imre Madarász dell'Università di Debrecen e Salvatore Ettorre, Direttore dell'Istituto Italiano di Cultura di Budapest.

A FELLBACH (GERMANIA) “LA DONNA EMIGRATA IN POLITICA”

FELLBACH - “In politica, l’essere donne è un valore aggiunto, un arricchimento, ma anche un elemento di maggiore democrazia”, ne è convinta l’onorevole Laura Garavini, ospite di un convegno organizzato dall’associazione sportiva “Azzurri Fellbach” e dal Comune tedesco di Fellbach (Baden-Württemberg). L’incontro, dedicato alle donne migranti, “è stato un successo pieno” si è rallegrata la deputata Pd eletta nella circoscrizione Europa facendo osservare che “attraverso le esperienze politiche di donne immigrate in Germania abbiamo potuto dimostrare come le donne della comunità italiana e straniera, da custodi dei valori e della cultura d’origine, siano diventate esponenti importanti della società tedesca, capaci di concorrere ai processi d’integrazione e di operare in modo proficuo nella società ospitante”. Nel corso dell’incontro è stata avviata un’attenta riflessione sul tema delle donne in politica, un settore che, secondo Garavini, “in Italia è ancora troppo spesso considerato un dominio degli uomini. Mentre la Germania è al 18° posto nella graduatoria mondiale per la rappresentanza femminile in Parlamento, l’Italia si colloca tra i Paesi ‘non virtuosi’, occupando il 52° posto, dietro alla Spagna, al Portogallo e addirittura alla Bielorussia e alla Bulgaria”. Tra i maggiori partiti italiani “solo il Pd ha dato la dovuta attenzione alla tematica, dandosi l’obiettivo, raggiunto, di un 30 per cento di rappresentanti donne”. “E siamo riusciti nell’intento perché abbiamo compreso che un Parlamento formato da uomini e donne è più democratico perché rispecchia un dato strutturale della nostra società”. Di fronte ad un pubblico numeroso ed interessato, la deputata Pd ha poi parlato della sua esperienza al Parlamento italiano. “E’ vero che noi donne nella realtà politica abbiamo più difficoltà ad essere rispettate dai nostri colleghi uomini. L’importante è non lasciarsi intimidire e continuare a lottare per le nostre idee. La mia fortuna – ha aggiunto la parlamentare - è che nel Pd posso contare sul sostegno di uomini moderni che comprendono e appoggiano le richieste di noi donne”. “E’ arrivato il momento di esprimere nelle istituzioni della politica la ricchezza della differenza di genere”, ha detto Garavini concludendo, “il modo di fare politica delle donne – il loro pragmatismo, la loro capacità di gestire la complessità e la consapevolezza che non si possono rinviare decisioni – introduce uno stile diverso nella politica. A trarne profitto sono tutti, uomini e donne”. (Inform)

A 100 ANNI DALL'OMICIDIO. UNA CORONA DI FIORI PER PETROSINO

NEW YORK - Cento anni fa il leggendario detective della polizia di New York, Joseph Petrosino veniva assassinato a Palermo da tre sicari della cosca mano nera durante la sua missione segreta in Sicilia mirata a studiare i collegamenti della criminalità organizzata tra le due sponde dell'Atlantico. Il 12 marzo 1909 Petrosino è diventato martire del dovere, attirato in un agguato e ucciso con tre proiettili sparati da distanza ravvicinata: il primo agente della polizia di New York a morire in servizio fuori dai confini nazionali. Il 7 marzo la figura eroica del Lt. Giuseppe "Joe" Petrosino è stata ricordata al Police Memorial, situato nel Financial District della Lower Manhattan, con la posa di una corona di fiori al monumento dove sono scritti i nomi degli agenti del NYPD periti nell'adempimento del proprio dovere. Alla cerimonia, organizzata dalla "Lt. Joseph Petrosino Lodge #2741", ha partecipato il console generale Francesco Talò, il promotore dell'evento John Fratta, Toni Spinelli presidente della "Petrosino Lodge", Joseph Sciame presidente dell'Italian American Cultural Committee e Emelise Aleandri direttrice di Frizzi & Lazzi, la quale ha ripercorso la vita del mitico detective italoamericano. "Joe" Petrosino, nato il 30 agosto 1860 a Padula in provincia di Salerno, era arrivato nella Little Italy di Manhattan con la sua famiglia nel 1878. Il padre Prospero faceva il sarto per mantenere la famiglia composta da moglie Adelina, due figlie e tre fratelli. La mamma di "Joe" morì di vaiolo quando lui era ancora ragazzino, una malattia contro cui pure "Joe" ha combattuto. Ancora coi calzoncini corti era già sulla strada a guadagnarsi il pane, con il suo sgabello al quartier generale della polizia a Mulberry Street, a lucidare scarpe, mentre la sera studiava inglese…. (INFORM)