GRANDE SUD-CIMINO:"OCCORRE UN NUOVO GOVERNO CHE METTA IN MOTO LA LEVA DELLO SVILUPPO." Palermo  -"Apprezzo che il presidente del Consiglio,Mario Monti,abbia invitato il presidente Lombardo a confermare la sua intenzione di dimettersi il 31 Luglio,finalmente il governo nazionale sta attenzionando la grave situazione che si sta vivendo in Sicilia." Lo dice Michele Cimino,deputato regionale di Grande Sud.

"Da tempo lancio appelli,continua Cimino, per avere aiuto per questa nostra terra martoriata,aiuto per avere quello che ci spetta e non sussidi perché,come ho scritto più volte, noi tutti e soprattutto i giovani del Sud vogliono essere artefici del futuro nella nostra terra, perché siamo convinti che, pur essendo stato, fino ad oggi, il Sud, ostaggio di un sistema politico-economico centrale e locale che ne ha limitato la crescita, la soluzione non è quella di piangersi addosso, ma quella di saper recuperare la parte migliore del nostro retroterra storico e culturale ed elaborare un progetto che ci veda protagonisti. E per questo abbiamo bisogno che il governo nazionale cambi rotta perché in questi mesi la politica di Monti per la Sicilia è stata deficitaria anzi complice del governo Lombardo che sta portando la Sicilia al fallimento. Ormai non c'è più tempo, vi è la necessità assoluta di aprire urgentemente un dibattito, per trovare assieme a tutti coloro che hanno a cuore la Sicilia una soluzione e non mi stanco di dire che partecipazione, coralità di idee, speranze, progetti, e dialogo con Roma possono risolvere i problemi della Sicilia. Dobbiamo lottare per la Sicilia, dobbiamo lottare per quello in cui crediamo e se il governo nazionale ci aiuta ad ottenere quello che è nostro e se un nuovo governo regionale,voluto dai siciliani,con competenza mette in moto la leva dello sviluppo, noi siciliani supereremo questo brutto momento."Conclude Cimino.

MANNAIA DEL GOVERNO SU AUTO BLU: IN SEI MESI RIDOTTE QUASI DEL 20%

Roma (Adnkronos) - La 'dieta' imposta alla spesa pubblica segna una significativa riduzione delle auto blu, un capitolo importante del piano di spending review del Governo. Le auto blu fino ad oggi censite al 30 giugno 2012 sono 7.837. Si tratta di vetture assegnate personalmente ai vertici delle amministrazioni o comunque con autista, oltre a circa 100 vetture in uso agli organi costituzionali. La diminuzione in sei mesi è stata di 1.884 unità (-19.4% rispetto all'inizio del 2012), ben superiori alle 582 dismissioni: molte amministrazioni hanno infatti modificato le classificazioni sulle modalità di utilizzo delle autovetture, adeguandosi alle stringenti disposizioni dei DPCM citati e destinando quindi ai servizi operativi senza autista vetture precedentemente assegnate ad personam. I dati sono resi noti dal ministro della PA e la Semplificazione Filippo Patroni Griffi sulla base del censimento permanente delle auto pubbliche e il monitoraggio dei costi previsto dai decreto ministeriale del 3 agosto 2011 e 12 gennaio 2012. L'intero parco auto delle amministrazioni pubbliche, rileva ancora il ministero, è, sempre al 30 giugno, di 60.551 vetture (includendo le 124 autovetture in uso agli Organi Costituzionali). La diminuzione delle auto blu è più accentuata nelle amministrazioni centrali rispetto alle amministrazioni locali. La PA centrale ha complessivamente sottoscritto 167 contratti di utilizzo di auto, dei quali circa la metà relativi all'acquisizione di auto blu - in massima parte rinnovo di noleggi in scadenza - mentre solo 13 contratti riguardano acquisizioni in proprietà. Le auto blu presenti nel Paese sono così distribuite: 25,8% nelle amministrazioni centrali e 74,2% alle amministrazioni locali (36,0% nei Comuni, 12,1% nelle ASL, 8,6% nelle Province, 7,9% nelle Regioni). Per quanto riguarda la distribuzione territoriale, la nuova mappa delle auto blu continua a vedere uno sbilanciamento della presenza percentuale delle auto con autista nelle regioni del Sud (con percentuali di auto blu sul totale delle auto pubbliche nella regione che oscillano dal 25,3% al 33,6% in Molise, Puglia, Calabria, Campania, Sicilia e Basilicata, a fronte di percentuali nelle regioni del Nord che vanno dal 2,5% dell'Emilia Romagna all'8,2% della Lombardia). Ma proprio al Sud si iniziano a registrare alcuni casi di contrazione. Soddisfatto il ministro per la Pubblica amministrazione Filippo Patroni Griffi, per il quale "ormai il trend, per tutta la Pa, si è stabilizzato al ribasso". "Adesso bisogna fare di più, - continua il ministro - non solo in attuazione della nuova riduzione imposta dal decreto spending. A breve predisporremo nuove indicazioni per l'uso sempre più limitato delle auto di servizio affinché sia chiaro a tutti che non si tratta di uno status symbol ma solo di uno strumento per lavorare meglio".

AGEVOLAZIONI IMU PER UMBRI ALL’ESTERO: GALANELLO (CONSIGLIO REGIONALE PER L’EMIGRAZIONE) SCRIVE AI SINDACI DELL’UMBRIA

PERUGIA - Quanto agli immobili ad uso abitativo, vengono operate aliquote diverse per il calcolo della tassa dovuta a seconda se trattasi di "abitazione principale", cioè quella di residenza, oppure di altri immobili (abitazioni diverse da quella dove si risiede). Tale legislazione prevede che i Comuni, chiamati a dotarsi di un proprio regolamento in merito, possano, nella sua stesura, considerare "direttamente adibita ad abitazione principale l’unità immobiliare posseduta dai cittadini italiani non residenti nel territorio dello Stato a titolo di proprietà o di usufrutto in Italia, a condizione che non risulti locata ". "Tale possibilità – ha spiegato Galanello - se inserita nei regolamenti comunali, porterebbe ad una sensibile diminuzione dell’importo dovuto per l’IMU dagli umbri residenti all’estero proprietari di un’abitazione in uno dei Comuni umbri, a condizione che essa risulti non locata. L’auspicio è che da parte dei sindaci umbri venga operata la scelta di riservare alle unità immobiliari in questione lo stesso trattamento previsto per l’abitazione principale, inserendo nei propri regolamenti una tale clausola agevolativa". "La nuova IMU - scrive il presidente del Consiglio dell’Emigrazione – se calcolata sulla base delle aliquote previste per le abitazioni diverse da quella principale, può aggravare ulteriormente i costi di gestione delle case possedute in Umbria dai nostri immigrati, senza dimenticare l’obbligo, vigente in alcuni Paesi esteri di denunciare tali immobili anche al fisco locale ai fini del pagamento della tassa patrimoniale. Un aumento significativo degli oneri fiscali, che si aggiungono a quelli gravosi di manutenzione di un immobile posseduto in Italia, può portare il proprietario a ipotizzarne la vendita". "Inutile – prosegue - sottolineare l’impatto economico negativo che avrebbe tale evenienza, soprattutto nei comuni interessati in passato da forti fenomeni migratori. Occorre inoltre considerare, che queste case sono quasi sempre il frutto di un duro lavoro all’estero e dell’investimento in Umbria delle rimesse di generazioni di migranti che hanno inteso in tal modo, contribuire allo sviluppo economico e sociale della nostra regione". "Oggi – aggiunge - quelle case sono passate ai figli ed ai nipoti e rappresentano per essi l’ultimo legame con la terra di origine, la "loro abitazione principale" in Umbria. Da valutare – conclude - anche il rischio di una forte penalizzazione del turismo di ritorno e quello legato alla promozione indiretta del territorio umbro". (aise) - Prendere in considerazione la possibilità di valutare, ai fini del calcolo della quota IMU, come "abitazione principale l’unità immobiliare posseduta dai cittadini italiani non residenti nel territorio dello Stato a titolo di proprietà o di usufrutto in Italia, a condizione che non risulti locata". È quanto ha chiesto ai sindaci umbri il presidente del Consiglio regionale per l’Emigrazione, Fausto Galanello.

A ROMA L’ASSEMBLEA DEI DELEGATI DELLA CIRCOSCRIZIONE ESTERO DEL PD

ROMA - Si è riunita venerdì scorso, 13 luglio, a Roma, nella sede del Partito Democratico, l’Assemblea dei delegati della Circoscrizione estero. Ai lavori hanno partecipato i delegati di tutte e quattro le ripartizioni eletti alle primarie del 2009, i deputati Marco Fedi, Franco Narducci, Fabio Porta e il Senatore Claudio Micheloni. Ad aprire i lavori è stato Enrico Letta, che ha illustrato la situazione politica nazionale e anticipato i temi dell’Assemblea Nazionale del PD svolta sabato scorso, soffermandosi in particolare sulla riforma della legge elettorale e sulla posizioni del PD su questo tema, a favore dei collegi e del premio di governabilità. Quindi, il Vice Presidente dell’assemblea – e presidente del Comites di Zurigo – Paolo Da Costa ha introdotto i lavori veri e propri iniziati con la relazione introduttiva del Responsabile nazionale del Pd Mondo Eugenio Marino, che ha analizzato la situazione politica generale della Circoscrizione estero e illustrato il percorso politico del PD per i prossimi mesi. I delegati, condividendo in larga parte la relazione di Marino, hanno deliberato sulla formazione di due comitati tematici che si occuperanno di formulare le proposte unitarie del PD all’estero sulle questioni della rappresentanza e della riforma del sistema di diffusione della lingua e cultura italiana all’estero, oltre che di una revisione del sistema dell’informazione italiana nel mondo e del coinvolgimento delle nuove generazioni. L’Assemblea, dopo aver appreso della morte di Luigi Sandirocco, storico parlamentare del PCI-PDS-DS-PD e dirigente politico della Filef, ha interrotto i lavori e osservato un minuto di silenzio. (aise)

IMU E RESIDENTI ALL’ESTERO (AIRE)

Tra vari articoli della stampa nazionale ed italiana all’estero,trasmissioni radio-tv,nonche´diversi interventi o prese di posizione di parlamentari sul tema IMU per non residenti ,sembra che l’argomento invece di divenire piu´chiaro e piu´favorevole per i diretti interessati,contribuisca invece a spargere ulteriore confusione ed incertezza.! Anche le risposte e i(tentati)chiarimenti che vengono pubblicati su Internet da varie fonti,risultano discordanti o frutto di personali interpretazioni. Una cosa e´certa: ogni qualvolta che il legislatore mette mano a norme che investono i cittadini residenti all’estero,ne vengono fuori, maggiormente, confusione ,discriminazione e penalizzazioni.Cosi´avvenne ,rimanendo per ora nel campo della tassazione della casa in Italia con la L.126 del 2008,con cui fu data ai comuni la facolta´di applicare o meno il comma 1 dell’art.1 di tale legge ,che escludeva dall’imposta comunale l’abitazione principale per tutti i residenti in territorio metropolitano;e guarda caso,tantissimi comuni hanno approfittato per integrare le entrate comunali col NON ESONERO per i residenti all’estero!(nonostante esistesse gia` una legge ad hoc). Ma a questo punto ,tralasciando le ben note rimostranze di incostituzionalita`,di trattamento discriminatorio,di cittadini di serie A e B che si addicono meglio a dibattiti sociopolitici,voglio entrare nel merito del dibattito IMU da un’ottica diversa da quella seguita da varie fonti fino adesso, e cioe´quella legislativa o meglio giuridica! Da una approfondita ed acribica analisi dei vari regolamenti e testi legislativi in materia di tassazione degli immobili in Italia,e in particolare dell’ultimo D:L. 201/2011,con le modifiche apportate durante la conversione in legge,risultano evidenti alcune discrepanze o lacune specie sull’applicabilita`dell’ultimo periodo del comma 10,art 13 di tale legge . Nel testo originario(D.L.201/11)il comma 10 dell’art.13 infatti non conteneva l’attribuita facolta´ai comuni di considerare o meno abitazione principale l’immobile posseduto in Italia da cittadini italiani non residenti nel territorio dello stato. Ebbene,questa postilla aggiunta sic et simpliciter durante la conversione in legge del D.201/11/(sembra voluta dall’ANCI per dare ancora una volta addosso ai cittadini all’estero)e´INAPPLICABILE E ILLEGITTIMA ,perche´in contrasto con una legge ad hoc dello Stato non abrogata e quindi vigente . Si tratta del D.L.nr.16 del 23.1.93,che al comma 4ter dell’art,1 recita testualmente...........si considera direttamente adibita ad abitazione principale l’unita´ immobiliare posseduta in Italia dai cittadini italiani non residenti nel territorio dello Stato,a condizione che non sia locata“““. Quindi,a parte le varie imprecise interpretazioni lette o date al comma 10 dell’art.13 del D.L.201/11 e´inconfutabile che risulti palese l’inapplicabilita´,da parte dei comuni,di tale presunta facolta´nei confronti dei cittadini italianiall’estero,perche´nettamente in contrasto con il D.L.nr.16.del 1993 tuttora vigente ,perche´a mio fondato parere,non sussistono le condizioni giuridiche per considerare abrogata quest’ultima normativa secondo l’art.15 delle disposizioni sulla legge in generale,ne´tanto meno il comma 14 dell’art,13 D.L.201/11 convertito in legge nel 2012,lo annovera fra le diposizioni volutamente da abrogare a partire da gennaio 2012. Invito i destinatari di far proprie queste mie riflessioni per un principio di equita´nei confronti di chi risiede all’estero non certo per libera scelta o per turismo,e che contribuiscono in parte ,con orgoglio, al risanamento della finanza italiana,e mi rendo disponibile per un costruttivo approfondimento o dibattito. Prof.Carmelo Prestipino (Cittadino italiano residente in Germania) Luglio 2012