Consulte emigrazione di tutte le Regioni italiane nel tavolo di lavoro che preparerà il seminario di Governo, Regioni e Cgie sull’insegnamento e la diffusione della lingua italiana all’estero. E’ quanto emerso, infatti, dalla riunione dell’Ufficio di Presidenza del Cgie (Consiglio generale degli italiani all’estero) svoltasi a Roma il 18 e 19 settembre scorso presso la sede del Ministero degli Affari Esteri.
COLUMBUS DAY, LE “GIORNATE DELL'EMIGRAZIONE†VOLANO A NEW YORK
(NoveColonne ATG) Napoli - Le “Giornate dell’Emigrazione†promosse dall’ Associazione Asmef volano a New York. La missione estera prevista in occasione delle celebrazioni del Columbus Day è stata presentata nei giorni scorsi a Napoli, a Palazzo Armieri, sede dell’ Assessorato Regionale all’Emigrazione. Vi hanno preso parte l’Assessore al Lavoro e all’ Emigrazione della Regione Campania Severino Nappi, il presidente di Asmef Salvo Iavarone, il direttore Valeria Vaiano e l'art director Annamaria Pugliese. L'artista sarà protagonista di un reading che aprirà gli appuntamenti newyorchesi all'Istituto Italiano di Cultura (Italian Cultural Institute of New York - 686 Park Avenue, New York, NY 10065) venerdì 5 ottobre alle 12. La performance di Pugliese, - come si legge sul sito dell’Asmef - dal titolo “Landscapes of Memory: memory as an instrument of creative consciousness†prevede la partecipazione di numerosi poeti italiani residenti negli States.
ALEMANNO: "NIENTE LISTA PDL PER ROMA". BERLUSCONI PREPARA LA SVOLTA: COSÌ NON VA
Roma (Adnkronos/Ign) - Dopo lo scandalo Lazio le acque in casa Pdl non si calmano. Parola d'ordine ora è: ripartire. E mentre Silvio Berlusconi pensa a un nuovo partito, il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, mette nero su bianco: "Non sarebbe opportuno presentarsi, almeno su Roma, con la lista Pdl". Soprattutto nel Lazio, spiega Alemanno, "ci sono segnati negativi e quindi bisogna presentarsi con un Pdl rinnovato". "E' il momento di creare una nuova grande esperienza - insiste il sindaco - che può partire proprio da Roma e Lazio perché ci sono stati gli scandali e perché dobbiamo fare uno scatto in avanti e dare realmente il buon esempio. La politica si rigenera sui progetti e sul rinnovamento". La stampa di riferimento del centrodestra, intanto, lancia oggi titoli poco equivoci ('Berlusconi lascia il Pdl', si legge su il Giornale; 'Monti fa il Berlusconi Silvio rottama il Pdl' su 'Libero'): il Cavaliere starebbe pensando a un nuovo movimento politico. D'altronde nel Pdl del post-Fiorito è tutto un 'fiorire' di liste. Così ci pensa Silvio Berlusconi a una lista civica nazionale (possibilmente senza il simbolo del Pdl) nell'ottica di uno 'spacchettamento' che molti in queste ore vedono la soluzione migliore per superare le tensioni tra ex Fi e aennini. Ci pensa Gianni Alemanno, che ieri a 'Porta Porta' ha proprio annunciato una ''lista civica di Centro Sud'', sempre in chiave nazionale. E chissà che non ci pensino anche i vertici pidiellini per le prossime elezioni regionali del dopo-Polverini. In realtà il Cavaliere, raccontano, non è stato chiaro sul punto. E il vertice di mercoledì sera, a palazzo Grazioli, non avrebbe risolto il nodo. Bisogna dare un segnale di svolta, così non si può andare avanti, il partito va rilanciato, sarebbe stato in sintesi il suo ragionamento, annunciando che a novembre si terrà qualcosa per segnare il cambio di rotta. Ma oltre l'invito a rimboccarsi le maniche, non ci sarebbe stato nulla di nuovo. Né l'ex premier avrebbe sciolto la riserva sulla ricandidatura, perché pesa la spada di Damocle del processo Ruby e gli conviene aspettare l'esito delle primarie del Pd e delle regionali in Sicilia. Sul fronte degli ex di An, si parla sempre (come extrema ratio) di una lista 'Forza Nord', sponsorizzata dai 'larussiani', naturale conseguenza di una componente autonoma. Un'ipotesi su cui i fedelissimi di Maurizio Gasparri frenerebbero, mentre troverebbe il niet di Altero Matteoli, contrario a ogni tipo di scissione. Nelle ultime ore gira la voce che gli uomini vicini a La Russa e Alemanno potrebbero staccarsi in maniera soft da Pdl solo dopo il voto siciliano, ma non trova nessuna conferma.
32 MILIARDI DI DOLLARI. È QUANTO VALE IL TRAFFICO DI ESSERI UMANI IN EUROPA.
Presentato ieri a Strasburgo il rapporto del GRETA, il Gruppo di esperti sulla lotta contro il traffico di esseri umani che opera in seno al Consiglio d’Europa. 32 miliardi di dollari, una cifra da capogiro, è ciò che frutta alla criminalità organizzata il giro d’affari legato al traffico di esseri umani in Europa. Molto più della droga e del traffico di armi. È quanto è stato illustrato ieri a Strasburgo in occasione della presentazione del II Rapporto generale del GRETA (Gruppo di esperti sulla lotta contro il traffico di esseri umani), l’organismo creato nel 2009 in seno al Consiglio d’Europa e composto da 15 membri, di cui nessuno italiano, sulla base della Convenzione per la lotta contro la tratta di esseri umani attualmente in vigore in 37 Stati europei. La Convenzione, in Italia ratificata dalle Camere nel novembre 2010 e diventata legge dal 1° marzo 2011, cerca di prevenire gli atti criminosi, inasprisce le pene ai colpevoli, concede maggiore spazio di manovra agli inquirenti per la ricerca delle prove e prevede l’assistenza fisica, psicologica e materiale delle vittime. Russia, Repubblica Ceca, Liechtenstein e Principato di Monaco non l’hanno ancora firmata, come pure gli Stati osservatori (Canada, USA, Giappone, Messico e Israele) e l’Ue. Il Rapporto contiene le considerazioni generali del GRETA emerse a seguito dei report pubblicati sulla situazione all’interno dei primi 10 Paesi che hanno ratificato la Convenzione e di visite effettuate in altri 10 Paesi firmatari. Durante la conferenza stampa Thorbjørn Jagland, segretario generale del Consiglio d’Europa ha affermato “Si tratta di una vera e propria tragedia europea. Ecco perché è una priorità per il Consiglio d’Europa. Il numero delle vittime è ancora molto approssimativo. Sappiamo, però, che non ricevono l’assistenza necessaria. Inoltre gli inquirenti incontrano tante difficoltà a rinviare a giudizio i trafficanti. Per di più le pene sono ancora leggere rispetto all’atrocità del crimineâ€. (Maria Rita Porceddu)
REGNO UNITO: L’HOME OFFICE SI OPPONE ALLA PUBBLICAZIONE DELLA “LISTA NERA†SEGRETA SULL’IMMIGRAZIONE.
Il Governo ha fatto ricorso contro la decisione che gli impone di pubblicare la “lista nera†segreta dei 44 Paesi sottoposti a maggiori controlli alle frontiere. L’Home Office inglese (equivalente del Ministero dell’interno) ha fatto ricorso contro una decisione del Commissariato dell’informazione che prevede la pubblicazione, parziale, della “lista nera†dei 44 Paesi i cui cittadini vengono sottoposti a più dure misure di controllo quando richiedono di entrare nel Regno Unito: i cittadini di questi Paesi, infatti, sono tenuti a dare maggiori prove della validità dei loro visti rispetto a cittadini di altri Paesi a causa dell’alto livello di frode dei documenti di viaggio. La lista è stata stilata lo scorso febbraio a seguito del frequente riscontro di irregolarità nei documenti di questi Paesi e si ritiene che elenchi Paesi del Golfo e del sub-continente indiano. L’attivista John O, membro del Commissariato dell’informazione, argomenta che la decisione è motivata dal fatto che la lista discrimina i cittadini dei Paesi elencati sulla base della loro provenienza ed è quindi contraria alla legge di uguaglianza del Regno Unito. Pertanto, la richiesta di “libertà di informazione†(FOI) avanzata è dovuta e il Governo è tenuto a rivelare le informazioni dopo una richiesta di tipo FOI, a meno che non vi siano buone ragioni che ne giustifichino la segretezza. Il Governo britannico si oppone alla richiesta sostenendo che rivelare i Paesi della lista potrebbe costituire un’offesa verso di loro e potrebbe portare ad azioni di rappresaglia contro viaggiatori e funzionari britannici, nonché al deterioramento delle relazioni diplomatiche. Un portavoce dell’Home Office ha dichiarato che la “confidenzialità della lista è vitale per assicurare che i funzionari possano condurre controlli approfonditi senza compromettere le relazioni diplomaticheâ€. Inoltre, poiché la lista è stata stilata sulla base di fatti evidenti e oggettivi, non può essere discriminatoria. Shahram Taghavi, avvocato di John O, ha affermato al Guardian: “Riteniamo che l’Home Office non abbia fornito alcun elemento a riprova delle loro insinuazioni secondo cui la pubblicazione danneggerà le relazioni diplomatiche. [...] La nostra preoccupazione è per i cittadini innocenti che vengono discriminati sulla base della loro nazionalità â€. Inoltre, aggiunge, la lista non solo viola il diritto di non discriminazione, ma viola anche il principio cardine secondo cui la legge deve essere accessibile ai cittadini. L’Home Office comunque rassicura: “I nostri funzionari tratteranno sempre i cittadini con professionalità , indipendentemente dalla loro nazionalità e ogni denuncia di discriminazione sarà sempre presa seriamenteâ€. (Samantha Falciatori)