L’annuncio è stato dato dal commissario Ue Algirdas Semeta durante il dibattito dell’Ecofin a Lussemburgo lo scorso 9 ottobre. A questo, punto, ha spiegato lo stesso Semeta, la Commissione Ue metterà a punto la proposta di una tassa sulle transazioni finanziarie per l’Eurogruppo di novembre. La Gran Bretagna, ha assicurato il cancelliere dello Scacchiere (antico titolo del ministro del governo britannico con responsabilità sulle Finanze) George Osborne, pur non aderendo alla Tobin Tax europea, non metterà i bastoni fra le ruote ai Paesi che vogliono introdurla. “Dopo un’attenta e approfondita riflessione il governo italiano ha annunciato la sua adesione alla cooperazione rafforzata per la creazione di una Tobin Tax†ha spiegato l’ambasciatore presso la Ue Ferdinando Nelli Feroci, sottolineando che quella del nostro Paese “è stata una decisione non facile, maturata negli ultimi giorniâ€, perché da sempre “il governo italiano ha manifestato simpatia e interesse nei confronti dell’idea ma anche la sua preferenza a un impegno in un contesto più ampioâ€. Inoltre, secondo quanto deciso dal Consiglio dei ministri, anche attraverso la Tobin Tax saranno reperite le risorse per la legge di stabilità . “L’adesione alla cooperazione rafforzata sulla Tobin Tax da parte del nostro Paese è una buona notizia e dimostra la serietà del nostro presidente del Consiglio Mario Monti nel rispettare l’impegno preso in Parlamento†afferma in una nota il coordinatore delle commissioni economiche del gruppo Pd della Camera, Francesco Boccia. “La tassa sulle transazioni finanziarie sta diventando realtà . È la vittoria dei giovani del G8 di Genova. Se i governi li avessero ascoltati non avremmo perso un decennio†scrive il leader di Sel Nichi Vendola su Twitter, dopo l’annuncio dell'adesione dell’Italia.
LISBONA CELEBRA LA XII SETTIMANA DELLA LINGUA ITALIANA NEL MONDO
(NoveColonne ATG) Lisbona - La Settimana della Lingua Italiana nel Mondo nasce nel 2001 da un’intesa tra il Ministero degli Affari Esteri e l’Accademia della Crusca, sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica. L’evento ricorre in tutto il mondo nel mese di ottobre e ha come fine la promozione, non solo del patrimonio linguistico, ma anche dei valori civili, storici e culturali del nostro paese. Quest’anno avrà luogo la XII edizione con il tema “L’Italia dei territori e l’Italia del futuroâ€, proponendo un viaggio virtuale alla scoperta dell’Italia con le sue regioni, i paesaggi, la cultura e letteratura che li caratterizza, per poi incontrare l’Italia capace di fondere la storia culturale millenaria all’esigenza del sapere tecnologico. In occasione della Settimana della Lingua Italiana l’Istituto Italiano di Cultura di Lisbona, in collaborazione con la locale Ambasciata d’Italia, il Consolato Onorario d’Italia e l’Ascip di Porto e i tre Atenei di Lisbona, Classica, Nova e Cattolica, organizza conferenze, proiezioni e lezioni aperte sulla lingua e i territori italiani. Presso l’Istituto Superiore Tecnico di Lisbona si terrà inoltre un intervento sulla robotica e sulla visione artificiale con la presentazione dell’iCub, il robot androide la cui funzionalità è pari a quella di un bambino di circa 3 anni. All’Istituto Italiano di Cultura, in data 15 ottobre, verrà inaugurata la Settimana della Lingua Italiana alla presenza dell’Ambasciatore d’Italia, Renato Varriale, che consegnerà i diplomi di lingua italiana agli studenti dei corsi dell’Istituto Italiano. Seguirà la conferenza dell’Ambasciatore Raffaele Campanella “Il Paradiso dantesco†con la lettura del XXXIII Canto del Paradiso. Gli appuntamenti dei giorni successivi includono nella giornata di martedì 16 la proiezione del film “Il primo incarico†di Giorgia Cecere, giovedì 18 l’intervento della poetessa Antonella Anedda dal titolo “Lo sconfinamento del linguaggio†e venerdì 19 la visione del film “Benvenuti al Nord†di Luca Miniero, tutti nella sede dell’IIC.
REGOLARIZZAZIONE 2012: I DATI AGGIORNATI E LE ULTIME FAQ
La procedura di emersione termina il prossimo lunedì (15 ottobre), salvo deroghe per ora negate. Le domande ad oggi pevenute sono 104.632, di cui appena 11.496 relative a lavoro subordinato (dati aggiornati all’11 ottobre ore 18). Il ministero dell’Interno ha fornito oggi (12 ottobre) nuove risposte (rispetto alle 43 già pubblicate) – presumibilmente le ultime – alle domande più frequenti che ancora si pongono datori di lavoro e lavoratori. Riguardano la prova di presenza (vanno bene gli attestati di frequenza di corsi di studio o formazione professionale), il pagamento di un F24 da parte di un familiare di chi ha presentato la domanda e i lavoratori domestici già assunti regolarmente che poi hanno perso il permesso di soggiorno.
INDAGINE ISTAT: QUASI IL 60% DEI SENZA DIMORA È DI ORIGINE STRANIERA
Presentata oggi la ricerca Istat sulla condizione delle persone che vivono in povertà estrema, realizzata a seguito di una convenzione tra l’Istat, il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, la Federazione italiana degli organismi per le persone senza dimora (fio.PSD) e la Caritas italiana. Le persone senza dimora che nei mesi di novembre-dicembre 2011 hanno utilizzato almeno un servizio di mensa o accoglienza notturna nei 158 comuni italiani in cui è stata condotta l’indagine sono stimate in 47.648. Le persone senza dimora stimate dalla rilevazione corrispondono a circa lo 0,2% della popolazione regolarmente iscritta presso i comuni considerati dall’indagine, anche se questo collettivo include individui non iscritti in anagrafe o residenti in comuni diversi da quelli dove si trovano a gravitare. L’incidenza sul totale dei residenti risulta più elevata nel Nord-ovest, dove le persone senza dimora corrispondono a circa lo 0,35% della popolazione residente, seguono il Nord-est con lo 0,27%, il Centro con lo 0,20%, le Isole (0,21%) e il Sud (0,10%). L’indagine traccia anche l’identikit delle persone senza fissa dimora: sono uomini (86,9%), giovani (meno di 45 anni, 57,9%), hanno la licenza media (65%), in maggioranza sono stranieri(59,4%, perloppiù romeni - 11,5% – e marocchini – 9,1%), vivono da soli, risiedono per lo più nel Nord-Ovest (38,8%) e si trovano “per strada†da almeno 2 anni e mezzo. Quasi i due terzi degli intervistati (il 63,9%), prima di diventare senza dimora, viveva nella propria casa, mentre gli altri si suddividono tra chi è passato per l’ospitalità di amici o parenti (15,8%) e chi ha vissuto in istituti, strutture di detenzione o case di cura (13,2%). Solo il 7,5% dichiara di non aver mai avuto una casa. Il 28,3% delle persone senza dimora dichiara di lavorare: si tratta in gran parte di lavoro a termine, poco sicuro o saltuario. I lavori sono a bassa qualifica nel settore dei servizi (l’8,6% lavora come facchino, trasportatore, addetto alla raccolta dei rifiuti, giardiniere, lavavetri, lavapiatti), nel settore dell’edilizia (il 4% lavora come manovale o muratore), nel settore produttivo (il 3,4% come bracciante, falegname, fabbro, fornaio) o nel settore delle pulizie (il 3,8%). In media, quelli che hanno un lavoro guadagnano 347 euro mensili. La perdita di un lavoro risulta tra gli eventi più rilevanti del percorso di emarginazione che conduce alla condizione di senza dimora, insieme alla separazione dal coniuge e alle cattive condizioni di salute. Ben il 61,9% dei senzatetto ha perso un lavoro stabile, il 59,5% si è separato dal coniuge e dai figli e il 16,2% dichiara di stare male.