LEGGE ELETTORALE, MONTI: PARTITI IN RITARDO MA NON INTERVERREMO (NoveColonne ATG) Roma - “Credo che tecnicamente sia immaginabile; ma politicamente sarebbe di molto preferibile che quest'opera fosse compiuta dalle forze politiche”: così il presidente del Consiglio Mario Monti sulla legge elettorale. Il premier esprime inoltre “rammarico” per il ritardo con cui i partiti si stanno muovendo su questo terreno:

“Gli stimoli del presidente della Repubblica - afferma - sono stati coerenti, costanti e incisivi. Non c’è che da rammaricarsi del fatto che per ora le forze politiche non siano riuscite a tradurli in una nuova legge elettorale. E questo è tutto quello che dico per ora”. Tra gli altri temi affrontati dal presidente del Consiglio quello della legge di stabilità: Monti spiega che “è in buone mani: è stata seguita nella navigazione parlamentare, come è giusto che sia, dal ministro dell'Economia e Finanze Vittorio Grilli, in piena e frequente consultazione e in pieno consenso con me”. Il premier sottolinea inoltre che non sarà necessario incontrare i leader della maggioranza per discutere delle modifiche al ddl. Monti, che si dice “molto soddisfatto” per l’approvazione definitiva della legge contro la corruzione, si mostra tranquillo rispetto alle “fibrillazioni” politiche della maggioranza che sostiene il governo, spiegando che con l’avvicinarsi dell’appuntamento elettorale sarebbe “una stranissima maggioranza se non dimostrasse sensibilità vive ed acute”, aggiungendo di non essere “per nulla sconfortato” al riguardo. Sulle previsioni della cancelliera tedesca Angela Merkel (ovvero che la crisi durerà ancora per 5 anni) Monti evidenzia una certa prudenza, affermando: “La crisi è stata così profonda e ha determinato aggiustamenti tali che non si possa ritenere di uscirne molto rapidamente, forse io non ho gli strumenti di previsione ai quali può aver fatto ricorso la cancelliera o i suoi consiglieri”. Guardando invece alle elezioni presidenziali Usa, il premier sottolinea che “l’attenzione sui temi della finanza pubblica americana resterà grande chiunque vinca le elezioni”.

DIRITTI, PD: REATO TORTURA BLOCCATO DA PREGIUDIZI CENTRODESTRA

(NoveColonne ATG) Roma - Il testo che introduce il reato di tortura nel codice penale italiano, approvato unanimemente dalla Commissione Giustizia del Senato, non ha retto a un’aula dove “prevalgono i pregiudizi" di un centrodestra, che non ha il coraggio di superare “remore di natura culturale”. E con la legislatura ormai agli sgoccioli è probabile che il provvedimento “dovrà essere rinviato a scadenza successiva”. In una conferenza stampa a Palazzo Madama i senatori del Partito democratico Pietro Marcenaro e Felice Casson, rispettivamente presidente della Commissione diritti umani e vicepresidente del Gruppo del Pd al Senato, lanciano l’allarme sul mancato inserimento del reato di tortura nel codice penale e sui ritardi, da parte della Camera, nell’istituzione della Commissione nazionale per la promozione e protezione dei diritti umani già approvata all’unanimità dal Senato, “una commissione snella e a costi bassi” secondo Marcenaro - come richiede il momento - ma che è bloccata dalla mancanza di un parere da parte della Commissione Bilancio di Montecitorio. “Se questa legislatura, dopo aver approvato nelle settimane scorse alcuni provvedimenti importanti sotto il profilo dei diritti umani, si concludesse con queste due decisioni – ha sottolineato Marcenaro – potremmo ritenerci soddisfatti”. “Stiamo rivivendo – gli ha fatto eco Casson – la situazione della passata legislatura con i gruppi del centrodestra che non sono in grado di volersi opporre a quel malinteso senso di protezione nei confronti delle forze dell’ordine, per cui introducendo il reato di tortura nel codice penale sembrerebbe di lanciare un segnale contrario alle forze di polizia. Noi – ha aggiunto Casson – siamo convinti esattamente del contrario: se ci sono delle mele marce vanno individuate e punite anche per il bene del corpo di polizia a cui appartengono”.

MUSICA, RAMAZZOTTI: NEL 2013 TOUR IN USA, CANADA, AUSTRALIA

(NoveColonne ATG) Roma - Eros Ramazzotti ha scelto Cinecittà per presentare “Noi” il nuovo attesissimo disco di inediti, in uscita il 13 novembre su etichetta Universal. Qualche giorno prima, il 5 novembre, l’artista ha offerto invece un piccolo assaggio del suo prossimo tour in esclusiva ai suoi fan con un Hangout sulla sua pagina Google+. In collegamento diretto dal suo studio a Milano dove si stanno svolgendo le prove del nuovo tour, che nel corso del 2013 toccherà Italia, Europa, Sud America, Stati Uniti, Canada, Australia e Sud Africa, è stato possibile vedere e ascoltare la preparazione di alcuni brani storici del suo repertorio e del nuovo singolo "Un angelo disteso al sole" che ha anticipato in radio l'album "Noi".

L'UMBRIA E L'EMIGRAZIONE: A GUALDO TADINO LA PRESENTAZIONE DEL NUOVO LIBRO DI MICHELE COLUCCI

GUALDO TADINO - "L'Umbria e l'emigrazione. Lavoro, territorio e politiche dal 1945 a oggi" (Foligno, 2012) è il titolo del nuovo volume di Michele Colucci, appena pubblicato dalla Editoriale Umbra nella collana "I Quaderni del Museo dell’Emigrazione", con cui il Centro di Ricerca sull'Emigrazione Italiana del Museo "Pietro Conti" di Gualdo Tadino diffonde le sue ricerche. Il volume sarà presentato a Gualdo Tadino, venerdì 23 novembre alle 17.00. Presiede la serata Roberto Morroni, Sindaco di Gualdo Tadino. Previsti i saluti di: Fausto Galanello, Presidente Consiglio Regionale dell'Emigrazione; Enrico Pugliese, Università di Roma La sapienza; Alberto Sorbini, Direttore Isuc. Sarà presente l'autore. Gli anni della ricostruzione sono per la regione anni difficili, in cui i problemi antichi e quelli più nuovi legati alla struttura del mercato del lavoro, alla conformazione del territorio e all'assetto produttivo si sovrappongono tra loro fino ad esplodere periodicamente. Una delle conseguenze più visibili di questa congiuntura storica è l'aumento vertiginoso dello spopolamento di intere aree e il parallelo sviluppo di diversi fenomeni migratori. L'emigrazione all'estero è solo una tra le tante tipologie migratorie che caratterizza gli umbri nel dopoguerra e, anzi, spesso rappresenta l'esito finale di un percorso che li ha visti prima spostarsi verso le pianure, poi verso i piccoli e medi centri urbani e poi nelle grandi città dell'Italia centro-settentrionale. In fatto di destinazioni e di articolazione dei flussi, la realtà umbra del dopoguerra è segnata da una notevole mobilità verso i Paesi dell'Europa centrale, da una dimensione temporanea e rotatoria dell'esperienza lavorativa fuori confine, da una diffusa specializzazione professionale, in cui il lavoro operaio e minerario risultano predominanti. Successivamente, l'emigrazione all'estero non si esaurisce, ma cambia lentamente il proprio volto. Diventa un fenomeno in cui sono maggiormente presenti lavoratrici e lavoratori qualificati, aumentano i ricongiungimenti familiari, si trasformano le modalità di associazione e di organizzazione dei migranti, si manifesta un atteggiamento delle istituzioni, soprattutto a livello locale, che non si limita più soltanto a voler sostenere la spinta emigratoria in funzione di valvola di sfogo, come avvenuto nell'immediato dopoguerra. Tutto ciò lascia segni profondi e duraturi sul territorio. L'emigrazione influenza il dibattito tra i partiti e il sindacato, attraversa i luoghi pubblici più diversi: tutti sono in qualche modo costretti a fare i conti col fenomeno e tutti o quasi tutti contano un parente, un amico, un paesano, un conoscente che è partito, è tornato o è ripartito ancora o non è mai tornato. Nel frattempo, il flusso di rimesse che proviene dall'estero rappresenta un sostegno eccezionale ai redditi e i consumi nella regione, contribuendo a una determinante integrazione dei bilanci familiari. Michele Colucci è ricercatore del Cnr - Istituto di studi sulle società del Mediterraneo e docente di Storia contemporanea all'Università della Tuscia. Ha all'attivo numerose pubblicazioni sui temi del lavoro, della ricostruzione e delle migrazioni internazionali, tra le quali ricordiamo: Lavoro in movimento. L'emigrazione italiana, in Europa, 1945-1957 (Donzelli 2008), Emigrazione e ricostruzione. Italiani in Gran Bretagna dopo la seconda guerra mondiale (Editoriale Umbria 2009), Le migrazioni. Un' introduzione storica (con M. Sanfilippo, Carocci 2009). È tra gli autori della Storia dell'emigrazione italiana (Donzelli 2001-2002) e dell'Annale della storia d'Italia 24 dedicato alle migrazioni (Einaudi 2009). Ha curato recentemente edizioni delle opere di William Beveridge e Giuseppe Di Vittorio. (aise)