Mettere in pratica l'accordo di Parigi sul clima: "Abbiamo già iniziato a fare i compiti"
Nelle ultime due settimane i leader mondiali hanno discusso le modalità di attuazione degli accordi di Parigi a COP22,
ciclo di incontri che si è tenuto a Marrakech. Oggi quasi 200 nazioni hanno sottoscritto un documento sostenendo che l’applicazione degli accordi sul clima è un “dovere urgente”. Il Parlamento europeo ha partecipato con una delegazione di 12 deputati. Il capo della delegazione Giovanni La Via (PPE, IT) ha spiegato i prossimi passi da intraprendere.
Che differenze ci sono state tra COP21 a Parigi e COP22 a Marrakech?
COP21 riguardava gli obiettivi da raggiungere, quegli obiettivi necessari per salvare il pianeta. COP22 è stato un appuntamento più pratico: come passare dalla definizione degli obiettivi alla loro realizzazione.
Qual è stato il punto più importante toccato a COP22?
Si è parlato molto dei finanziamenti per mettere in pratica le misure previste, particolarmente nei confronti degli stati africani. Il punto è che gli stati in via di sviluppo, giustamente, vogliono essere sicuri di ricevere sufficienti risorse per impegnarsi nella lotta ai cambiamenti climatici. Chiaramente questi fondi non potranno essere soltanto pubblici.
Qual era l’obiettivo della delegazione del Parlamento europeo?
Continuare ad avere e trasmettere fiducia verso quello che stiamo facendo. È un esercizio quotidiano e noi siamo venuti per ribadire l’impegno dell’Europa, qualsiasi cosa accada.
Ci descriva il risultato più importante che è stato raggiunto a COP22.
Il "manifesto d’azione di Marrakech” è un buon risultato: ribadisce la volontà di tutti i paesi a lottare contro il riscaldamento globale e promuovere lo sviluppo sostenibile. In più, entro il 2020 i paesi dovranno rendere pubblici i loro impegni a lungo termine per il 2050 per affrontare i cambiamenti climatici.
A livello europeo, cosa farà il Parlamento per attuare gli accordi di Parigi?
Il mese prossimo ci sarà il voto sulla riforma del mercato del carbonio in Europa, si tratta di un’azione politica concreta. Poi inizieremo un cammino di riduzione delle emissioni in tutti gli stati membri, come prevede la legislazione sulla “condivisione dello sforzo”. In cantiere, anche le nuove proposte legislative sul consumo del suolo, il cambio di destinazione d’uso dei territori e la protezione di boschi e foreste.
Che cosa ha già fatto l’Europa? Come siamo messi nell’attuazione degli accordi di Parigi?
Siamo sulla buona strada per riuscire ad attuare i nostri impegni per il 2030. Ci stiamo anche organizzando per superare gli obiettivi previsti per il 2020; per quella data dovremmo tagliare il 20 per cento delle emissioni ma speriamo di fare ancora meglio.
Qual è la sfida più grande per l’Europa nell’attuazione di COP21?
Rendere sempre più forte la fiducia che ha permesso a 197 paesi diversi di firmare la dichiarazione comune di Marrakech. Per questo è importante sottolineare sempre, nonostante i cambiamenti politici che stiamo affrontando, che l’Europa rispetterà i suoi impegni.
La decarbonizzazione è l'obiettivo, il punto è quanto l’Ue voglia impegnarsi a guidare questa rivoluzione per spingere anche gli altri attori globali a seguirla.