ennese si rileva un calo complessivo dell’1% (a 386,2 GWh per un consumo pro-capite pari a 2.223 KWh) con un forte arretramento di industria (-14,3% a 58,5 GWh) e agricoltura (- 6,7% a 12,5 GWh), dove è il più elevato in termini percentuali fra le province siciliane. Nel 2007 il fabbisogno elettrico è stato di 21,8 miliardi di kilowattora (6,4% del totale nazionale), con un aumento del 1,4% rispetto al 2006. I consumi elettrici per abitante sono stati pari a 3.798 kWh. E’ quanto ha rilevato Terna, la società che ha la responsabilità della trasmissione nonché delle statistiche sui consumi dell’energia elettrica a livello nazionale. La produzione di energia elettrica in Sicilia è stata di 23,3 miliardi di kWh, in crescita del 2,7% rispetto al 2006. In dettaglio, la produzione idroelettrica (703 milioni di kWh) è scesa del 2,1%, quella termoelettrica (22,5 miliardi di kWh) è aumentata del 1%; in forte crescita invece la produzione eolica (oltre 850 milioni di kWh): +75,6%. La produzione fotovoltaica, nulla nel 2006, è salita a 1,5 milioni di kilowattora. Il surplus, come energia fornita alle altre regioni, è stato di 1,4 miliardi di kWh (6,5% del fabbisogno), registrando una crescita del 27% rispetto al 2006. Nel 2007 la suddivisione dei consumi di energia elettrica per settore economico conferma l’industria al primo posto con una quota pari al 39% del totale; seguono il domestico con il 31%, il terziario con il 27,7% e l’agricoltura con il 2,3%.Rispetto al 2006, spetta all’agricoltura la migliore performance, registrando una crescita dei consumi pari a +1,4%, seguita dal Terziario (+1%); in calo Industria (-1,4%) e domestico (-0,4%). In controtendenza terziario e domestico che registrano un aumento dei consumi rispettivamente del 3,3% (142,2 GWh) e dell’1,3% (173 GWh). Tornando ai consumi gli ennesi sono quelli che consumano meno energia nel domestico in Sicilia con 996 KWh a testa quasi 200 KWh in meno della media regionale. L’energia elettrica per uso domestico costituisce la gran parte dei consumi nella provincia con una quota del 44,8%. A seguire il terziario (36,8%) e l’industria che assorbe soltanto il 15,1% del totale. (fonte vivienna)