Nella serata dell’11 settembre, i militari della stazione carabinieri di Leonforte hanno tratto in arresto, in flagranza di reato, per "estorsione", G. C., 18enne leonfortese, incensurato.

L’attività in questione scaturisce dalla denuncia presentata da un cittadino Leonfortese che, dopo aver subito poco più di un mese fa il furto della propria autoradio, alcuni giorni addietro è stato avvicinato dall’arrestato, il quale lo metteva al corrente che se era interessato a ritornare in possesso di quanto gli era stato rubato, si sarebbe dato da fare, chiedendo quale compenso per l’intermediazione 100 euro. Il malcapitato a tal punto non ha esitato a presentarsi in caserma, mettendo al corrente della situazione i militari dell’arma, che, avuto contezza di ulteriori particolari, hanno predisposto nei minimi dettagli un servizio per assicurare alla giustizia il responsabile ed impedire quello che nel gergo viene definito “cavallo di ritorno”. Infatti, il malvivente, inopportunamente, aveva scelto come posto per lo scambio un luogo pubblico, dove, secondo gli accordi, avrebbe dovuto prelevare una busta con all’interno quanto pattuito e lasciare l’autoradio per il denunciante, che poi sarebbe passato a ritirarla, ricevuta una telefonata di conferma. Tutto sarebbe andato così, se non per il fatto che in quel luogo, oltre i due, erano presenti anche i militari dell’arma, che dopo aver opportunamente documentato con mezzi tecnici le fasi della “transazione”, sono intervenuti bloccando il malvivente, rinvenendo l’autoradio all’interno della sua autovettura e recuperando il contante, che era stato comunque opportunamente contrassegnato in caserma. L’arrestato dopo le formalità di rito è stato associato alla casa circondariale di Nicosia a disposizione dell’A.G. competente. La refurtiva e la somma da estorcere sono state restituite al legittimo proprietario. Appare lampante ed evidente che l’attività portata a termine ieri sera è frutto della stretta ed indispensabile collaborazione tra onesti cittadini, che non devono aver paura di denunciare e non vogliono subire soprusi ed angherie, e l’arma dei carabinieri, che, altrimenti, non avrebbe di certo potuto assicurare alla giustizia il malfattore. (fonte vivienna)