Lo zio Giovanni era stato sindaco socialista della ridente cittadina di Modica, famosa per il suo barocco ben conservato. Si dice che la famiglia avesse anche radici nella nobiltà siciliana, tanto che Luigi si guadagno il titolo di “barone rosso”. Giovanissimo si diede alla politica iscrivendosi al PCI, nell’immediato dopo guerra. Fu il più giovane componente del Comitato di Liberazione Siciliano. Diplomato ragioniere, dopo poco lo troviamo nella veste di Direttore Scolastico. Intanto, era stato espulso dal PCI perché accusato di “titoismo”. Dopo l’espulsione, appreoda alla carriera sindacale, diventando dirigente della CISL. Anche qui, non durò a lungo, infatti, quando Scalia sposto completamente a destra il sindacato, Vajola non condivise la scelta e lasciò la CISL, per approdare ad un sindacato autonomo. Intanto in Sicilia, era il tempo dell’avvento del milazzismo al quale Vajola aderì, fino a quando, dopo un breve passaggio per un sindacato autonomo, passò alla CGIL, tornando anche nel PCI. Candidato alle politiche del 1963, non venne eletto, per cui lo stesso hanno venne candidato alle regionali nel collegio di Agrigento, risultando eletto con 26.443 voti di preferenza. Nel 1967 tornò al sindacato, dove rivestì diversi incarichi nella segreteria regionale. Tra i suoi incarichi sindacali, rivestì anche la carica di direttore della scuole sindacale di Santa Venerina, carica che mantenne per diversi anni. In gioventù Vajola fu anche consigliere comunale a Palma Montechiaro. Da deputato, portò avanti diverse battaglie tra le quali, le legge per Palma e Licata, che risultò essere uno dei primi piani per lo sviluppo locale del territorio. Intensa fu la sua amicizia con Pio La Torre, Emanuele Macaluso,ed altri dirigenti comunisti. Ricca di idee e iniziative editoriali, fu anche la sua produzione letteraria, che si esternò nella produzione di diversi articoli e pubblicò su giornali e riviste diverse. In qualità di componente della segreteria regionale del PCI durante la segreteria di Luigi Cojanni, ebbe l’incarico di curare la politica dei siciliani all’estero per conto del regionale del partito. Questo incarico lo avvicinò all’USEF, con la quale lavorò in stretto contato, per capire ed intervenire nelle problematiche dell’emigrazione e nella applicazione della legge regionale in materia di emigrazione. Entrò a fare parte degli organismi dell’associazione, entrando a fare parte prima della segreteria generale e poi della presidenza. Per diversi anni fu anche vice direttore e redattore capo del periodico dell’USEF “EMIGRAZIONE SICILIANA”, che raggiunse la tiratura di 5.000 copie. Nel marzo del 2005, l’USEF in collaborazione del comune di Palma Montechiaro, per festeggiare gli 80 anni di Vajola, organizzò una iniziativa a Palma Montechiaro, dove parlarono tra gli altri, Angelo Capodicasa, il sindaco di Palma Rosario Gallo, il presidente dell’USEF Angelo Lauricella, il segretario generale Salvatore Augello. In quella occasione, il sindaco di Palma annunciò essere in corso la pratica per concedere a Luigi Vajola la cittadinanza onoraria, cosa che fece qualche mese dopo. Quale ringraziamento ed apprezzamento dell’iniziativa del sindaco, Vajola regalò al comune una parte della sua fornitissima biblioteca, destinando l’altra parte alla biblioteca del suo comune di nascita ossia a Modica. Per vicende diverse, invece, quella ricchissima bibblioteca andò ad arricchire gli scaffali dell’Istituto Gramsci di Palermo. Luigi Vajola, stroncato dalla sua insufficienza respiratoria, morì a Palermo il 7 luglio del 2011, lasciando un grande vuoto in quanti lo avevano conosciuto. La sua salma venne portata a Modica, dove è stato sepolto. (Salvatore Augello)