Biografia eretica di un'imperatrice
L’autore, Pasquale Hamel, è attento cultore e appassionato studioso di Storia della Sicilia, ha pubblicato numerosi saggi e volumi in materia e in questa sua ultima opera, “Costanza di Altavilla.
Biografia eretica di un’imperatrice”, con stile sempre fluido ed accattivante, come è la sua cifra, ha concentrato in particolare la sua attenzione su Costanza di Altavilla. Un personaggio emblematico di donna, fuori dagli schemi dell’epoca, figura controversa, oggetto di giudizi di opposto tenore, vissuta in un contesto medioevale a torto considerato oscurantista e di fatto ampiamente rivalutato proprio in ragione di questa donna. La connotazione negativa al richiamato periodo storico è legata prevalentemente ad un fatto ideologico in quanto lo si contrappone a periodi in cui il sapere ha avuto il suo massimo splendore come l’Illuminismo. Il Medioevo specie in Sicilia non è stato adeguatamente approfondito essendo stato prodromico di nuova scienza e cultura, che si manifestò nella sua pienezza nelle epoche successive. Tale condizione trova espressione in alcuni personaggi autorevoli come Ruggero II e poi la stessa Costanza ed il figlio Federico II. Dai Normanni agli Svevi, è un periodo in cui la Sicilia esprime la sua centralità e in cui nasce la “Nazione” Siciliana. La nascita di un Regno con il Parlamento siciliano, tra i più antichi d’Europa, in un periodo che va dal 1154 al 1860, con la nascita del Regno d’Italia, un periodo particolarmente lungo, più di settecento anni di regno con un dominio incontrastato ed ininterrotto. La Sicilia proprio allora si ritrovò ad esercitare un ruolo di centralità nell’assetto politico territoriale che venne poi meno. Con i Normanni emergono le istituzioni dello Stato con caratteristiche precipue di multiculturalità, multinazionalità e multietnicità. In Sicilia vi era gente di religione musulmana che rappresentava una grossa fetta della popolazione, ma vi erano Greci, nella parte orientale dell’Isola e anche Ebrei mentre la comunità latina era la più esigua.
Quest’è la luce de la gran Costanza
che del secondo vento di Soave
generò ’l terzo e l’ultima possanza.
Così si esprime Dante nel canto III del Paradiso nei riguardi della figlia di Ruggero. Federico Barbarossa volle fortemente il matrimonio, di carattere dichiaratamente politico, che poi si celebrò a Milano tra Costanza e il suo figliolo, Enrico VI che garantì così un riavvicinamento tra Papato e Impero. Furono molti i tentativi da parte dell’Impero nel corso del tempo di riappropriarsi della Sicilia e del Meridione considerate terre facenti parti dei propri domini. Non riuscendovi con le armi , Federico Barbarossa trovò l’ espediente nel matrimonio per superare gli ostacoli che si frapponevano. Ma l’età avanzata di Costanza che aveva superato i 40 anni. Fece sorgere dubbi e perplessità e dubbi, sulla capacità dell’imperatrice di generare un erede e non si da per certo che il futuro “Stupor Mundi” fosse realmente suo figlio. L’imperatrice morirà appena quattro anni dopo la nascita di Federico, il 27 novembre 1198, sepolta insieme al marito nella Cattedrale di Palermo. (di Gaetano Celauro - IL RUBATTINO)