STORIE DI EMIGRAZIONE

Una siciliana a Mendoza (a cura di Antonietta Recupero) Grande festa nella casa dell’artigiano Roncaglia per la nascita della piccola Antonia Domenica, era il 16 giugno del 1943, in piena seconda guerra mondiale e gli alleati si preparavano a sbarcare in Sicilia.

Antonia nasce a Tripi, da Giovanni Recupero e da Carmela Correnti. Tripi è un paesino a vocazione agricola costruito su un terreno collinare che degrada verso le spiagge di Oliveri, Falcone e Tonnarella. Il papà di Antonia tornò dalla guerra, dopo avere subito anche un periodo di prigionia in mano agli inglesi, prigionia che lasciò il segno nella sua esistenza e probabilmente fu la causa scatenante che lo fece decidere ad intraprendere la via dell’emigrazione. Tornato a casa, intanto, questo papà che aveva vissuto la dura esperienza della guerra e della prigionia, cercò di tornare al suo lavoro di piccolo artigiano. Aprì la sua officina-negozio nel vicino paese di Mazzarrà Sant’Andrea, dove assemblava e vendeva biciclette nuove e nello stesso tempo portava avanti l’attività di riparazione delle due ruote di proprietà di privati e procedeva anche all’ affitto di questo importante mezzo di locomozione. Nel 1950, cominciarono a spirare nuovi venti di guerra. Era scoppiata la guerra di Corea e la Corea del Nord cercò di invadere la Corea del Sud, stretta alleata degli Stati Uniti. Parecchi paese aderenti all’ONU su decisione dell’organismo sovranazionale, avevano preso parte a quella guerra e nel mondo gravava la preoccupazione di un altro probabile conflitto mondiale. Preoccupato che poteva essere di nuovo mobilitato per la nuova probabile guerra, anche il papà di Antonia, scelse la via dell’emigrazione ed a febbraio del 1951 si imbarcò per l’Argentina, a seguito di una lettera d’invito fatta dal fratello della mamma di Antonia Carmela Correnti che già da tempo si trovava in Argentina, dove era sepolto anche il nonno di Antonia, morto nel corso di uno dei suoi viaggi nel paese latino americano. Inoltre, la scelta dell’Argentina era l’unica possibile in quei tempi, perché l’America aveva emanato nuove disposizioni in materia di emigrazione frenando in questo modo i flussi migratori verso gli Stati Uniti, meta che avrebbe scelto la famiglia, considerato che già tre fratelli di Carmela Correnti si trovavano da tempo a Philadelphia, ma tenuto anche in conto che l’America del Nord era più appetibile per la nostra emigrazione. Tripi non era nuovo all’emigrazione. Il paesino che si presentò al regno d’Italia nel 1861 con una popolazione di 2770 anime, ebbe un periodo di crescita demografica che lo portò al censimento del 1921 ad avere 4138 abitanti. La miseria in cui la prima guerra mondiale aveva precipitato l’Italia l’aggravarsi della depressione economica, diede il via alla prima ondata migratoria dell’inizio del XX secolo, inaugurando una emigrazione di massa verso le Americhe. Il grande flusso di emigrati che da tutte le parti del mondo si dirigevano in America, diede origine prima al centro di accoglienza di Castel Garden e poi al centro di Ellis Island. Dopo le leggi promosse dal governo americano per controllare e limitare l’immigrazione, molti si diressero verso i paesi dell’America Latina e l’Argentina fu tra queste mete, dove anche la popolazione di Tripi si diresse e dove, come detto a febbraio del 1951 arrivò Giovanni Recupero. Nel settembre dello stesso anno, Carmela Correnti e la piccola Antonia che aveva solo otto anni, si imbarcarono sul piroscafo Castel Verde, che dopo 16 giorni di navigazione li sbarco in Argentina. Dal porto, appena scesi a terra, si trasferirono a Mendosa, dove la famiglia si riunì al capo famiglia che già lavorava in una fabbrica di biciclette. In effetto Giovanni aveva portato con se tutta l’attrezzatura necessaria a continuare il suo lavoro di assembramento di biciclette, attrezzatura che gli venne sequestrata a Buenos Aires dalla dogana. Ma torniamo ad Antonia, questa figlia unica che all’età di otto anni, si trovo a doversi confrontare con le difficoltà che erano insite nell’emigrazione. Prima di tutto dovette affrontare le difficoltà della lingua, che la fece retrocedere nella scuola. Invece che in terza elementare, venne iscritta alla seconda classe, anche perché non conosceva nessun elemento relativo alla storia ed alla geografia dell’Argentina. Cominciò così la vita in Argentina di Antonia. Fu un anno duro per Atonia, che mise a dura prova la fora di volontà della stessa, che comunque ebbe la forza e la capacità di superare quel difficile impatto. Nessuna di quelle difficoltà si presentò negli anni futuri. Vivace ed intelligente, nel corso di quel prima anno seppe superare le dure prove che dovette superare e riuscì a mettersi a pari con i suoi coetanei compagni di classe, sorpassandone anche molti. Il tempo passa e nel 1960 troviamo Antonia assunta in una fabbrica di biciclette con la mansione di segretaria. Diplomatasi segretaria d’azienda, sempre nella stessa fabbrica le viene cambiata la mansione e passa a ricoprire l’incarico di addetta agli acquisti. In quella fabbrica lavorerà per 25 anni. Anche se il lavoro e lo studio assorbivano il suo tempo, non dimenticò mai la sua Sicilia, avvicinandosi al movimento associativo. Nel 1971 decise che doveva rivedere la sua terra d’origine dalla quale mancava ormai da 20 anni. Per poterlo fare organizzò un gruppo che intraprese un lungo viaggio turistico iniziato con la visita della Spagna e quindi della Francia e della Svizzera. In quella occasione rimase in Italia per due mesi e poté rivedere il suo paesello, che nel frattempo aveva continuato a pagare un duro prezzo all’emigrazione. La sua popolazione, che come si ricorderà era di 4138 abitanti nel 1921, quando lei vi tornò dopo 20 anni, aveva già perso oltre metà della sua popolazione. Una emorragia che non si arresto mai, tanto che al censimento del 2011, vennero registrati appena 933 abitanti. Al 31.12.2019 Tripi a fronte di una popolazione residente di 811 abitanti, si ritrova con 1.164 iscritti nell’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero (AIRE). Moltissimi altri hanno perso la nazionalità altri ancora non pensano di iscriversi all’AIRE e ci sono anche coloro che da anni aspettano di riottenere la cittadinanza. Al rientro a Mendosa, Antonia oltre a tornare al suo lavoro in fabbrica, conobbe e sposò Orlando Roncaglia, dal quale ebbe un figlio. Quel lavoro lo mantenne fino al 1985, anno in cui ,la fabbrica dichiarò fallimento ed Antonietta rimase disoccupata. Antonietta, abituata a superare le difficoltà che la vita le aveva sempre posto davanti, seguendo il suo spirito d’iniziativa, aprì un’attività commerciale, dove produceva e vendeva diversi prodotti. A quell’attività diede il nome di “Antonella” e cominciò an che a produrre dolci tipici quali pasticcini e pasterelle fresche. In seguito aprì anche una pasticceria che chiamò “Pasta e Dolce”. La sua inventiva non si fermava mai ed in seguito si mise a produrre scaffalatura per supermercati. Intanto, con un gruppo di amici, fondò la “Famiglia Siciliana di Mendoza”. Lo scopo di quella associazione era quella di sentirsi vicini alla propria cultura, poiché si riunivano spesso per parlare in siciliano o in italiano e per organizzare la trasmissione e la conoscenza della cultura e delle tradizioni siciliane. Il suo attivismo e l’amore per la sua terra, porta Antonietta ad aiutare e stimolare la nascita di altre sette associazioni siciliane nella circoscrizione consolare di Mendoza e nel territorio del Cuyo. E’ stata grande sostenitrice del “Circolo Italiano” ed è stata anche rappresentante di due associazioni regionali siciliane: SERES E CRASES. Dopo la chiusura del SERES, continua a rappresentare il CRASES. Per due volte è stata nominata nella Consulta Regionale dell’Emigrazione, incarico che poté espletare nel corso della prima nomina, mentre dopo la seconda, quella consulta è caduta nel dimenticatoio ed aspetta da anni di essere insediata. Intanto ha collaborato con la federazione delle associazioni di Mendoza ed è stata instancabile partecipante della tradizionale “Festa in Piazza” che a Mendoza si celebra ogni anno a marzo in occasione della vendemmia. Le sue attività spaziavano in tutti i campi dove si poteva essere utili alla comunità emigrata. E’ stata organizzatrice ed accompagnatrice di colonie per figli di emigrati, di turismi sociali per adulti che pogterono rivedere la Sicilia dove non erano mai stati dopo la vicenda migratoria. Da volontaria è stata assistente sociale ad Honorem all’interno del Comitato Di Assistenza del Consolato. Presso l’ospedale italiano di Mendoza faceva parte della Commissione Dame occupandosi dell’assistenza ai malati. Sempre con l’obiettivo di diffondere la conoscenza della cultura e delle tradizioni italiane, ha organizzato attività culturali con gruppi di folclore, ha organizzato convegni di giovani siciliani, a lavorato a 360 gradi all’interno della numerosissima comunità italiana della sua circoscrizione consolare. Dopo essere stata eletta per tre mandati presidente della Famiglia Siciliana di Mendoza, dal 1997 è presidente onoraria della stessa. Eletta diverse volte nel COMITES, è stata segretario prima e vice presidente dopo dello stesso organismo. Oggi è presidente di questom importante organo di rappresentanza della comunità della sua circoscrizione consolare ed ha aperto una ulteriore associazione, che dirige lei personalmente. A riconoscimento e coronamento del suo molteplice impegno, arriva anche la nomina a Cavaliere da parte del Presidente della Repubblica. Onorificenza che le è stata consegnata nel corso di una semplice ma sentita cerimonia organizzato dal Consolato. Di tutta questa luminosa carriere piena di impegni e di lavoro sia per essere utile alla sua famiglia con il proprio apporto lavorativo, sia per essere stata sempre a disposizione della comunità, Antonietta chiude queste sue memorie con queste parole di ringraziamento: “ Per tutte le esperienze vissute, e per aver avuto la possibilità di condividere le mie radici e diffondere le tradizioni siciliane, voglio ringraziare tutta la Collettività Italiana della regione Cuyo di Mendoza e dell'Argentina, per tutto l’affetto e l’appoggio che ho ricevuto in tutti questi anni, il Consolato d'Italia a Mendoza, i suoi rappresentanti ed il suo personale, il Sig. Ambasciatore d’Italia a Buenos Aires, il Comites di Mendoza, e tutti i presidenti dei Comites dell’Argentina, il Consiglio Generale la mia famiglia, per tutto il sostegno. Grazie di cuore a tutti. Antonietta Recupero” (liberamente interpetrata e completata da Salvatore Augello)

 

Antonietta insignita dell'Ordine della Stella d'Italia

 

Antonietta con l'ex console onorario della Polonia Ivo Michele

Antonietta a 12 anni al momento della partenza

La nave Castel Verde della SITMAR

Antoniuetta con la mamma

Giovcanni Recupero