dalla due giorni palermitana del sindaco Giuseppe Buzzanca, ma né il vertice di ieri sera con il presidente della Regione Raffaele Lombardo né la riunione della giunta regionale di oggi ha sortito effetti positivi sulla vertenza. Il paradosso è che mentre da Palermo non giungono notizie confortanti, da Messina ne arrivano di peggiori: con i 2,5 milioni di euro accreditati dalla Regione, infatti, quasi certamente verrà pagato un solo stipendio, con tanto di contributi, e non due (senza contributi) come inizialmente assicurato ai lavoratori stessi dall'assessore alla Mobilità urbana Melino Capone. Passa, dunque, la linea tracciata dal commissario speciale Domenico Manna, che per il rifiuto di firmare un mandato relativo a due mensilità senza contributi (soluzione in realtà non prevista dalla legge) aveva persino rassegnato le dimissioni una settimana fa. Un'ulteriore mazzata che rende inevitabile una conseguenza: l'assemblea permanente continuerà ad oltranza. La mensilità promessa arriverà all'inizio della prossima settimana, ma non basterà a placare gli animi, anche perché a quel punto torneranno a essere due gli stipendi arretrati, senza che nel frattempo sia stato costituito alcun tavolo di confronto né sia stata prospettata una soluzione a breve-medio termine. Sullo spiraglio aperto ieri da Buzzanca in merito ai 5 mililoni di euro per il riconoscimento del chilometraggio del Tram, che la Regione dovrebbe elargire nei confronti del Comune, non c'è alcuna certezza e in ogni caso non si tratta di un obiettivo raggiungibile nell'immediato. Così la disperazione dei lavoratori aumenta, i disagi per la cittadinanza, che per la verità sta mostrando un'inquietante indifferenza di fronte a quanto sta succedendo, continueranno fino "a data da destinarsi" e la crisi dell'Atm, che altro non è che lo specchio di una città che sta inesorabilmente (fonte tempo stretto)