RIFIUTI, LA COMMISSIONE NAZIONALE ANTIMAFIA CHIEDE L'ACCESSO AGLI ATTI AL COMUNE DI MAZZARRÁ
“Chiediamo al Prefetto l'avvio della procedura per insediare la Commissione di accesso agli atti del Comune di Mazzarrá Sant'Andrea. Porteremo con noi in tutte le sedi competenti e sosterremmo, la richiesta di potenziamento di organico della Procura di Barcellona e l'istituzione di una sezione specializzata del Tribunale Misure di Prevenzione". In estrema sintesi, queste le conclusioni della Commissione nazionale antimafia dopo la due giorni di audizioni a Messina. La Presidente Rosy Bindi nel pomeriggio ha tirato le fila. In mattinata, la Bindi ha ascoltato il procuratore capo Guido Lo Forte, che le ha ribadito il quadro tracciato ieri al resto della Commissione, in audizione. Poi ha incontrato la vedova del professore Adolfo Parmaliana, che ha preferito non prendere parte alle audizioni dopo la tappa alla sede Fai di Barcellona. Infine, conclusa la tornata, ha riassunto il lavoro di due giorni, le impressioni che la Commissione ha tratto, infine i "compiti per casa", gli impegni assunti rispetto alle necessità espresse da rappresentanti delle forze dell'Ordine, magistrati, associazioni che rappresentano la societá civile, familiari delle vittime della mafia. "L'impressione che abbiamo avuto è che Messina è una realtà apparentemente libera, in realtà occupata da "poteri inconfessabili", fatti di intrecci tra mafia, criminalità comune e perché no massoneria. Anche se abbiamo notato molti segnali di risveglio nella società civile e nella politica". Di fronte a questo scenario, quindi, la Commissione ha raccolto e fatto proprie le istanze principali: tenterá di arginare la smobilitazione della Procura di Barcellona, che da gennaio avrà quattro sostituti procuratore in meno. "Se Barcellona è capitale della mafia del messinese, non é concepibile che la Procura sia depotenziata. Così come, di fronte ai numeri eccellenti di sequestri e confische, che sono strumento fondamentale per combattere la mafia, non è possibile che non ci sia una sezione specializzata di Tribunale". Poi il focus centrale delle audizioni, cioé l'input al Prefetto Stefano Trotta per insediare la commissione prefettizia al Comune di Mazzarrà Sant'Andrea. Le inchieste passate e quelle più recenti, infatti, confermano che il business dei rifiuti é ancora appannaggio dei clan, che traggono ampi vantaggi economici e quindi forza dalla gestione delle discariche. Una famiglia, quella dei mazzarroti, considerata tra le più agguerrite e militarizzate della provincia. Tante le inchieste che hanno documentato la longa manus della criminalitá sull'affare discariche, dal processo Vivaio alle più recenti dichiarazioni dell'ex boss pentito Melo Bisognano. Inchieste che hanno documentato anche come questi clan riescono a condizionare la vita amministrativa e politica dei Comuni che sorgono intorno al territorio delle discariche. E' così che nel è stato sciolto il Comune di Furnari nel 2009. Ora l'Antimafia spinge perché il Governo verifichi gli atti amministrativi del Municipio mazzarroto. In molti casi, infatti, dopo le prime tempeste giudiziarie, gli stessi soggetti in odore di mafia sono tornare sulle loro poltrone, o a lavorare nell'indotto delle discariche. Dalla mafia agli illeciti finanziari, negli anni più recenti diverse procure hanno puntato i fari sulla gestione della societá impegnata in discarica. (fonte: tempostretto - Alessandra Serio)
CASE DELL'ACQUA UN PRIVATO REALIZZERÀ IL PROGETTO: OCCASIONE PERSA DA PALAZZO ZANCA
"Scippata" da un privato l'idea della "rivoluzione dell'acqua". Un flop dell'Amministrazione comunale - secondo il consigliere pdr Giovanni Carbone - che segna ancora una volta il soccombere dell'"ignavia" pubblica all'"efficienza del privato". Parole pesanti quelle del consigliere che non mancano di una punta di rimpianto per l'occasione mancata da Palazzo Zanca. Risale, infatti, agli inizi dello scorso settembre la delibera d'indirizzo siglata dal partito in seno alla III Circoscrizione che esortava la giunta Accorinti a fare tesoro dell'esperienza delle "case dell'acqua", consolidatasi con incoraggianti risultati già nella provincia. Erogatori siti in posizioni strategiche all'interno di città e paesi, come nella vicina Rometta, consentono già di rifornire i cittadini del bene indispensabile alle ordinarie attività quotidiane al modico prezzo di 5 centesimi per ogni litro e mezzo di acqua potabile. Aprire le porte della città di Messina a un progetto di questo genere avrebbe, dunque, significato - nelle intenzioni dei rappresentanti del III Quartiere - fare tesoro di un insegnamento di civiltà e condivisione, consentendo all'Amam di fornire un servizio economico ed altamente fruibile all'intera comunità. Un'intuizione, non raccolta dall'assessore Daniele Ialacqua, ma che non ha mancato di solleticare il fiuto di una società privata la quale, proprio in questi giorni, ha dato avvio all'innovativo esperimento, installando distributori nella zona di Villa Dante, area tra l'altro indicata anche nella delibera d'indirizzo varata a settembre, come quella maggiormente recettiva a lanciare l'iniziativa. "Non che l'iniziativa non sia lodevole - ha spiegato lo stesso Carbone - ma il fatto che una tale occasione sia stata colta da un privato e lasciata sfuggire da Palazzo Zanca dimostra che il concetto di bene pubblico è solo una foglia di fico per questa Amministrazione comunale che si copre di belle parole e alla prova dei fatti scivola miseramente". Non ha peli sulla lingua il consigliere che definisce "pilatesca" la risposta negativa di Ialacqua nei confronti dell'idea: "Non ha senso che l'assessore si limiti ad asseverare il diritto della gratuità dell'acqua potabile per i cittadini quando di fatto le bollette bimestrali che gli stessi pagano all'Amam non sono di certo un brutto sogno!". Ma a rincarare la dose, sulla scia dell'insoddisfazione causata dalla scelta dei vertici comunali sulla dibattuta questione delle "case dell'acqua", il consigliere comunale, anch'esso pdr, Nino Carreri che compie un poco lusinghiero rapporto sugli insuccessi dell'assessore anche in altri campi: "Ialacqua, passerà alla storia per essere stato il primo amministratore 'verde' a dare il via a una discarica non a norma come quella di Pace e a procedere al taglio indiscriminato di alberi non sempre ammalorati". (fonte: tempostretto - Sara Faraci)
FAVA: "LA MAFIA HA UN'ETICA? RACCONTATELO A RIZZOTTO CHE È STATO PASTO PER I CANI"
Non usa mezzi termini Claudio Fava, vicepresidente della Commissione Parlamentare Antimafia in missione a Messina, nel rispondere alle affermazioni di Grillo "la mafia aveva una morale". “Che la mafia abbia un’etica mi sembra una barzelletta. Grillo deve studiare”. Non usa mezzi termini Claudio Fava, vicepresidente della Commissione Parlamentare Antimafia, nel rispondere alle ultime affermazioni che Beppe Grillo ha urlato a Palermo, durante la manifestazione #SfiduciaDay contro il presidente della Regione Siciliana Rosario Crocetta. “La mafia che aveva un’etica è quella che sparava addosso ai bambini, ai braccianti, ai sindacalisti, ai lavoratori a Portella della Ginestra”, ha continuato Fava al termine della seconda sessione di audizioni che, ieri pomeriggio, ha visto i membri della Commissione Parlamentare Antimafia nella sala della Prefettura di Messina impegnati ad audire i vertici delle Forze dell’Ordine, il Procuratore Capo accompagnato dai Sostituti Procuratori, il Presidente della Sezione Misure di Prevenzione, ed i Sostituti Procuratori di Barcellona e Patti. Assente la Presidente della Commissione Rosy Bindi per motivi di salute, è stato il deputato di Sel a presiedere al primo ciclo di audizioni dell’organismo parlamentare. “La mafia ha un’etica? Raccontateglielo al pastore di 12 anni che venne scannato da Luciano Liggio perché aveva assistito ad un omicidio – ha continuato Fava – oppure raccontateglielo a Placido Rizzotto che è stato pasto per i cani a Rocca Busambra o raccontateglielo a chi è stato vittima della lungimiranza di Genco Russo o Calogero Vizzini nella Sicilia del dopoguerra”. E poi l’affondo finale: “Grillo potrà avere tanti meriti narrativi nel raccontare questo Paese ma su questo terreno si è cimentato in una battuta che battuta non è, solo una caduta di gusto e di stile”. (fonte: tempostretto)