(fante ANSA) "Grazie papà: dedicato ad un uomo che ha vissuto col coraggio delle proprie azioni, fermato solo da una mano vigliacca, di qualcuno che, se avesse

 lottato ad armi pari, avrebbe senz'altro perso". Il figlio Rocco con un annuncio a pagamento pubblicato su alcuni quotidiani ricorda così il padre Luigi Ranieri, imprenditore edile, titolare dell'impresa Sageco, assassinato venti anni fa, il 15 dicembre 1988, a Palermo. Per questo delitto è stato condannato all' ergastolo Totò Riina. Ranieri fu ucciso in un agguato davanti alla sua villa perché, hanno ricostruito i magistrati "non voleva assoggettarsi al sistema degli appalti" controllato da Cosa nostra. La resistenza di Ranieri alle pressioni mafiose è stata confermata da vari pentiti tra cui Salvatore Cancemi,Giovanni Battista Ferrante, Leonardo Messina e Balduccio Di Maggio. Cancemi ha riferito che Riina, contrariato per le scelte dell' imprenditore, sbottò: "Dobbiamo rompergli le corna". "Desidero esprimere pubblicamente la mia gratitudine nei suoi confronti - si legge ancora nell'annuncio pubblicato dal figlio - perché nella sua breve, ma intensa, vita è riuscito a donarmi dei valori preziosi ed un affetto che solo oggi comprendo sino in fondo e va oltre l'immaginabilé".