Sono più di un milione e mezzo i giovani nati in Italia da genitori stranieri, o che sono arrivati qui da piccoli e hanno messo radici in quello che considerano il “loro” Paese. Quali legami mantengono con le tradizioni ereditate dai genitori e dalle terre di cui sono originari, quali vincoli stringono con i valori delle società in cui stanno crescendo?
Che ruolo giocano nella costruzione della loro identità la famiglia, la scuola e gli altri ambienti in cui vivono? A queste e ad altre domande sul tema intende rispondere un’iniziativa che si svolgerà dal 12 al 26 febbraio a Mirandola e dal 18 febbraio al 2 marzo a Carpi. Tale iniziativa è promossa congiuntamente dall’Ufficio Scuola, dalla Caritas, dal Centro Missionario e dall’Ufficio Migrantes della Diocesi di Carpi e dall’Associazione Gli Argonauti, si svolge in collaborazione con l’I.S.S. Luosi Pico di Mirandola e vede l’adesione della Consulta per l’Integrazione dei cittadini stranieri dell’Unione delle Terre d’Argine e ha ricevuto il patrocinio dei Comuni di Mirandola e di Carpi. Essa consiste in una mostra, realizzata per la XXXVIII edizione del Meeting per l’amicizia fra i popoli, dal titolo “Nuove Generazioni - I volti giovani dell’Italia multietnica”, mostra che sarà presentata attraverso un convegno dal titolo “Nuove Generazioni - Un punto d’incontro tra mondi diversi”, cui interverrà Giorgio Paolucci, giornalista e scrittore, coordinatore e curatore della mostra, con a seguire testimonianze sul tema, convegno che si svolgerà venerdì 22 febbraio alle ore 18.00 presso l’Auditorium San Rocco a Carpi, per la cui concessione si ringrazia la Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi. La mostra si propone come un viaggio, con molte sorprese, nell'Italia che cambia. Come detto, se facciamo la somma dei minori stranieri nati da genitori immigrati o arrivati qui da piccoli, di quelli che hanno acquisito la cittadinanza italiana e dei figli di coppie miste, superiamo il milione e mezzo di persone. Una cifra imponente, alla quale vanno aggiunti – spiega una nota dei promotori - i figli ormai maggiorenni nati da genitori stranieri. Sono le "nuove generazioni" di una nazione sempre più multietnica. La scuola è il luogo dove il mutamento in corso è più evidente: sono 815.000 gli studenti stranieri, il 9% del totale, sei su dieci non sono "immigrati" ma nati in Italia, più di un terzo frequenta la scuola primaria. Ma le "nuove generazioni" non sono riducibili al mondo della scuola: la mostra propone una galleria di personaggi che operano nel mondo del lavoro, delle professioni, dello sport, della musica, dell'arte. Tutti fanno i conti con le tradizioni delle famiglie e delle terre di cui sono originari, e nello stesso tempo si misurano con la cultura, i valori, gli stili di vita di quello che sentono come il "loro" Paese. Sono un punto di incontro tra mondi diversi, spesso molto lontani, che in seguito alla globalizzazione e ai flussi migratori sono diventati vicini e si stanno sempre più contaminando. Sono i costruttori di una "identità arricchita", aperta all'incontro con l'altro e in continuo divenire, perché - come scrive Romano Guardini - "nella monotonia del puro proseguire noi soffocheremmo". I protagonisti della mostra si misurano con il tema dell’eredità e con interrogativi che vanno al fondo della loro avventura umana, e che al tempo stesso interpellano tutta la società italiana: cosa permette alla tradizione di essere una realtà vitale, e non solo la memoria sterile del passato? Che ruolo giocano nella costruzione dell'identità di queste persone la famiglia, la scuola e gli altri ambienti in cui crescono e si esprimono? Quali valori, quali proposte di vita trovano in Occidente i figli di coloro che hanno lasciato i loro Paesi in cerca di un'esistenza migliore? (11/02/2019 - ITL/ITNET)