IV CONFERENZA PERMANENTE STATO-REGIONI-PA-CGIE: IL DIBATTITO ISTITUZIONALE SU INTERNAZIONALIZZAZIONE E SISTEMA PAESE
ROMA – Alla IV Conferenza Permanente Stato-Regioni-PA-Cgie si è tenuto un dibattito sul tema dell’internazionalizzazione e del sistema Paese. Massimo Garavaglia (Ministro per il Turismo) ha ricordato come all’estero l’Italia sia percepita
in modo errato per via dell’esasperazione dell’informazione sul Covid. “Si comunica solo ciò che c’è di negativo e mai quello che c’è di positivo”, ha commentato Garavaglia evidenziando quindi la questione della sostenibilità inteso come patrimonio non utilizzato da mettere a reddito. “E’ normale che gli stranieri vadano in visita a Roma o Venezia ma l’Italia è tutto un museo a cielo aperto e va riscoperta anche quella parte d’Italia non conosciuta”, ha aggiunto il Ministro intendendo con tali parole dare anche riscontro a quel fenomeno conosciuto come turismo di ritorno. L’analisi comparativa di Garavaglia si è soffermata sulla vicina Spagna che “ha dei risultati migliori perché ha investito prima di noi, per esempio sul digitale: il 76% degli spagnoli ha già la fibra ottica”. Garavaglia ha sottolineato quindi la necessità di aggiungere alla cornice anche i temi, come fatto sempre dalla Spagna che è riuscita a intercettare per esempio il turismo termale dal nord Europa con una piattaforma informatica coordinata. Dalila Nesci (Sottosegretario per il Sud e la Coesione Territoriale) ha ricordato come per troppo tempo ci sia stata una narrazione del Sud come periferia mentre vada visto oggi come punta avanzata e competitiva, luogo di investimenti e attrazione anche per i collegamenti sia interni che esteri. Nesci ha ricordato i fondi del PNRR per dotare vaste aree d’Italia della banda ultra-larga e accompagnare così l’auspicata transizione digitale di aziende e pubblica amministrazione. C’è un protocollo per l’internazionalizzazione delle imprese del Sud e ci sono al vaglio forme di coinvolgimento delle professionalità italiane all’estero. “Si tratta di creare canali di comunicazione tra operatori economici meridionali e strutture come può essere un forum imprenditoriale degli italiani all’estero”, ha aggiunto Nesci il cui invito è a superare una narrazione ormai stantia e obsoleta dell’Italia. Vito Petrocelli (Presidente Commissione Esteri Senato) ha riflettuto su come si richieda spesso ai connazionali all’estero di essere “ambasciatori del Made in Italy ma poi non si riesca a fare sistema perché non si riesce a farlo in casa nostra”. Petrocelli ha ricordato che negli ultimi anni i campioni del cosiddetto ‘soft power’ sono tre nazioni del profondo est del pianeta come Giappone, Corea e Cina. “Sono nazioni diverse una dall’altra ma esplicano un soft power articolato in diversi modi: il Giappone con l’attenzione alle giovani generazioni, la Cina con gli Istituti Confucio, la Corea con le serie televisivi ed i film”, così Petrocelli sulla ricognizione dell’exploit del soft power dell’estremo est asiatico. “Bisogna farlo anche nel sistema Italia per poter promuovere il soft power all’italiana: per farlo però occorre coordinare il più possibile le attività e in questo il ruolo del Parlamento è semplice: fare da coordinamento tra comunità estere e rappresentanza governativa”, ha spiegato Petrocelli. Manfredi Nulli (Presidente Commissione Conferenza Permanente Stato, Regioni, Province Autonome del Maeci ) ha invitato a non relegare più gli italiani all’estero a soggetto passivo. “C’è da capire se gli italiani all’estero sono davvero un asset da utilizzare o solo un problema con il quale avere a che fare”, ha posto il quesito Nulli propendendo chiaramente per la prima ipotesi e invitando le istituzioni a riflettere seriamente su questo punto. Nulli ha poi precisato come ci sia bisogno di superare una dispersione di energie e fondi. “Per questo è importante fare rete con un mondo dell’associazionismo che sta cambiando in una società globale dove le esigenze delle vecchie associazioni vengono meno: viviamo in un mondo ormai diverso da quello di chi lasciava l’Italia 60 anni fa”, ha aggiunto Nulli riflettendo poi sulla necessità di creare delle reti professionali che aiutino a sapere quanti ingegneri, architetti o ricercatori italiani ci siano in giro per il mondo e quindi quante aziende ne abbiano bisogno. Nulli ha anche segnalato come ad oggi nel Consiglio nazionale per la cooperazione allo sviluppo manchi ancora una rappresentanza del Cgie. Per quanto riguarda il turismo delle radici, dove si parla di un potenziale stimato tra 60 e 80 milioni di italo-discendenti che hanno interesse a riscoprire le proprie radici, l’invito di Nulli ad Enit e Ministero per il Turismo è quello di creare campagne di attrazione ad hoc. Donato Toma (Presidente Regione Molise) ha ricordato che esiste di fatto un duplicato del Molise all’estero con valori che in Italia appaiono un po’ diluiti ma che invece all’estero vengono mantenuti alti. “Chi non ha radici rischia di perdersi nel nulla e risentiamo molto della cosiddetta fuga dei giovani”, ha commentato Toma che anche per questa ragione vorrebbe “fidelizzare il rapporto con gli italiani all’estero per ampliare il perimetro identitario e culturale”. In questi giorni sono state declinate le proposte tecniche delle Regioni per accompagnare le imprese in ambito internazionale nel cosiddetto percorso di internazionalizzazione. “Le grandi imprese procedono di solito in forma individuale perché hanno capacità e potenza economica; poi però ci sono le piccole e medie imprese che sono la maggior parte nel tessuto economico del Paese e devono essere accompagnate dalle istituzioni. Come Regioni non dobbiamo essere solo veicolo informativo sul territorio ma costruttori di strategie insieme al Governo”, ha spiegato Toma ricordando tre strumenti fondamentali: Fondo di sviluppo e coesione, PNRR, Programmazione europea. Stefano Nicoletti (Vicedirettore per l’internazionalizzazione del Sistema Paese della Farnesina) ha illustrato attraverso delle diapositive come funziona la diplomazia economica a sostegno delle imprese. Si è partiti dalla riforma contenuta nel DL 104/2019 di riordino delle competenze tra Maeci e Mise, creando così una regia unica per l’internazionalizzazione in capo alla rete estera gestita dalla Farnesina per un totale di oltre 300 uffici e strutture sul territorio oltreconfine. “La Farnesina, attraverso questa rete e questa regia, riesce a fissare le direttive strategiche. Non vorrei più sentir dire che l’Italia non ha una strategia e che si va in ordine sparso. Il documento della cabina di regia di quest’anno condensa un approccio di sistema condiviso con Regioni e altri Ministeri, con il sistema bancario, con ICE e Confindustria”, ha spiegato Nicoletti andando quindi al Patto per l’Export che è una risposta della Farnesina all’evento pandemico attraverso la consultazione di 160 associazioni di categoria durante il periodo del primo lockdown. “Il Patto per l’Export poggia su sei pilastri: comunicazione, formazione, e-commerce, sistema fieristico, finanza agevolata, promozione integrata. Su ciascuno di questi pilastri c’è tutta una gamma di progettualità per accompagnare sia grandi che piccole e medie imprese”, ha sottolineato Nicoletti evidenziando infine la campagna BeIT diffusa inizialmente in 26 Paesi e l’iniziativa Smart Export per la formazione accademica online delle imprese. Federico Cinquepalmi (Dirigente Ufficio Internazionale Formazione Superiore MUR) ha ricordato che il punto vero, in un mondo così globalizzato, non solo il rientro dei talenti ma la valorizzazione delle competenze di quei ricercatori sparsi in tutto il mondo e farli diventare valore aggiunto. Cinquepalmi ha quindi evidenziato come la ricerca applicata possa essere utile alle imprese. E’ stata ricordata la piattaforma congiunta con il Ministero degli Esteri per facilitare la mobilità internazionale dei ricercatori o degli studenti, anche di quelli in entrata dall’estero. “Abbiamo registrato una crescita degli studenti interessati a venire in Italia”, ha spiegato Cinquepalmi puntando a profilare queste persone per una sorta di fidelizzazione futura. La mobilità Erasmus in questo momento non è ancora monitorata allo stesso modo ma l’idea è essere in grado con questo strumento di registrare e conoscere anche il percorso di uno studente Erasmus. Loredana Capone (Presidente Consiglio Regionale Puglia) ha invitato a interrogarsi su quale sia l’immagine dell’Italia all’estero. Un’immagine che gli italiani nel mondo la possono fornire in modo preciso. “Per questo motivo un rapporto con loro non può più essere passivo. Ho seguito le dinamiche di cui parliamo in maniera diretta e dare spazio alla progettualità degli italiani nel mondo aiuterebbe tantissimo a renderli protagonisti del cambiamento”, ha spiegato Capone evidenziando una serie di bandi della Regione Puglia proprio a loro dedicati. Capone ha parlato anche di piano strategico sotto l’aspetto del turismo cercando di superare quella storica difficoltà italiana nel pianificare. “Un piano strategico per il turismo condiviso anche con i pugliesi all’estero ci ha molto aiutato e ci ha permesso di raggiungere già nel 2019 obiettivi prefissati per il 2025”, ha aggiunto Capone sottolineando come questo sia la dimostrazione del fatto che la condivisione è centrale già nella fase di programmazione. (Simone Sperduto/Inform)