nel senso di dire se l’estensione amministrativa di questo riconoscimento possa avvenire con una semplice misura amministrativa o se sia necessaria una soluzione normativa. Il Governo, per bocca del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Laura Ravetto, ha risposto che occorre una norma, aggiungendo che tale soluzione era stata proposta dal Ministero degli Esteri in occasione del Decreto “Mille Prorogheâ€, ma che non era stata raccolta dallo stesso Governo. Ella ha aggiunto che è stata avviata la concertazione tra i ministeri interessati per inserire un apposito emendamento nella legge di conversione del Decreto 28 aprile 2010 n. 63, quello, per capirci, contenente il famigerato rinvio di altri due anni delle elezioni di COMITES e CGIE. Questa legge di conversione è passata prima in Commissione e ieri in Aula senza che il Governo abbia minimamente accennato all’emendamento preannunciato dal Sottosegretario Laura Ravello. Il Governo vuole farsi avanti al Senato, con la conseguenza di determinare il ritorno alla Camera dell’intero provvedimento? Non ci sembra un’ipotesi verosimile, anche se siamo sempre pronti a prendere atto delle iniziative volte a corrispondere a diritti riconosciuti. Anche se questo modo di agire mette frecce nell’arco dell’opposizione, sinceramente non ci auguriamo che questo Governo passi alla storia dei rapporti tra l’Italia e le sue comunità d’origine all’estero come l’esecutivo che ha saputo solo distruggere senza nulla costruire, nemmeno quando si tratti di diritti riconosciuti da un alto organo della magistratura. Intanto, se il Governo non riesce a cogliere i passaggi abbreviati dei decreti, si cerchi di raggiungere una soluzione concordata su un atto di iniziativa parlamentare. Per quello che ci riguarda, noi faremo la nostra parte, con proposte in linea con le posizioni che su questo tema abbiamo tenuto in tutta questa legislatura. - On. Gino Bucchino – On. Fabio Porta