( di Luigi Vajola) - Sono cominciate in Sicilia le celebrazioni del 150° anniversario dello sbarco dei Mille. A Marsala il Presidente Napoletano, che le ha aperte, ha avuto una sentita accoglienza affettuosissima e generale. Il ricordo dello sbarco dei Mille si lega ad un sentimento generale nella nostra Regione di giustizia sociale e di riscatto. Garibaldi non fu visto dal popolo marsalese innanzitutto e poi via via fino a Palermo come l’uomo dell’Unità

e di Re Vittorio Emanuele e così, poi nell’intera regione. Garibaldi e i Mille impersonarono innanzitutto una sete generale di giustizia e di riscatto sociale, di avanzamento economico e di libertà e fu così che si mossero in quel breve tempo di permanenza nell’isola. I primi decreti Crispi lo testimoniano. Nel fare la storia di quel tempo così breve, ma così incisivo e sconvolgente non si è guardato tanto alle generali aspettative sociali ed alle speranze di riscatto, quanto ai risultati bellici, alla vittoria eclatante sui Borboni, ai dati così diseguali dei combattenti, alle politiche unitarie di Cavour, di Garibaldi, di Vittorio Emanuele, alla difesa dei Borboni e soprattutto al risultato finale così clamoroso. Nella maggior parte delle ricostruzioni storiche restano appannati i problemi veri, le speranze frustrate, le incredibili incapacità di capire le condizioni reali dell’isola, che portarono i Mille ad episodi diffusi di ingiustizia, alla condanna a morte di povera gente come avvenne a Bronte con la fucilazione ordinata da Bixio e a tanti altri episodi drammatici volutamente dimenticati. Io credo che ricordarli in queste celebrazioni non sarebbe solo un fatto “di verità storica” quanto di capire ed aiutare ad approfondire quello che è veramente successo dopo lo sbarco. E soprattutto capire non solo i problemi dell’unificazione della Sicilia al reame del Piemonte, ma soprattutto il retroscena; il tipo di presenza del Governo unitario nell’isola subito dopo la proclamazione dell’Unità col Piemonte dei Savoia. Allora, lo stesso Garibaldi protestò molte volte e non volle accettare compensi, titoli, onori: scelse di essere solo cittadino di Caprera che eroe di Torino. L’anniversario dei 150 anni della spedizione dei Mille ha un bel titolo celebrativo “Mille ragioni per la Sicilia” e saranno, si spera, interessanti manifestazioni. Mancano, però, assolutamente tre temi: 1 il tipo di risposta politica e sociale data alla Sicilia dopo l’epopea dei Mille e la scelta unitaria; 2 il tipo di scelte economiche e di “separatezze” che si vennero a determinare negli anni seguenti l’unificazione; 3 il valore del contributo economico che il dramma sociale del fenomeno emigratorio che caratterizzò l’isola dalla fine dell’800 ai giorni nostri. Io sono convinto del valore storico-culturale che hanno le inaugurazioni dei musei, i centri studi, le pinacoteche ed altrettanto dei convegni di studi, di ricostruzione storica, di approfondimenti tematici: ma sono altrettanto convinto che la storia, il ricordo reale, la conoscenza più completa si ha evocando e scavando i problemi della società. Quelli risolti, se ce ne furono, e quelli irrisolti che ci sono ancora. Sarebbe bello se noi festeggiassimo lo sbarco dei Mille anche con queste analisi. Io invito a dire la nostra su queste pagine. Parlare di queste cose: povertà, ingiustizia sociale, mafia, emigrazione, condizioni civili. Noi saremo, se lo facciamo, la 1000 e 1 esima ragione per la Sicilia.