Malta esprime interesse per l’impiego di droni nelle attività di sorveglianza nel Mediterraneo. Per fermare l’immigrazione illegale, la Commissione europea ha proposto un piano per l’impiego di droni sul Mediterraneo, principale luogo di transito per l’immigrazione clandestina.

La proposta, attualmente al vaglio del Parlamento europeo, prevede che “sensori montati su qualunque tipo di piattaforma, ivi inclusi veicoli aerei con e senza pilota” tengano sotto stretta sorveglianza qualsiasi attività di immigrazione illegale sul Mediterraneo. Il progetto, che dovrebbe avere inizio nel 2013, è denominato EUROSUR e prevede di istaurare un meccanismo per le autorità dei Paesi Ue di condurre attività di sorveglianza dei confini condividendo informazioni sulle operazioni, così da permettergli di cooperare più da vicino tra loro e con il FRONTEX (l’agenzia europea di controllo delle frontiere) mettendo a loro disposizione tecnologie più avanzate. Il piano è solo una parte della proposta di quasi 320 milioni di euro da stanziare per la sicurezza dei confini. “EUROSUR aiuterà ad individuare e combattere le attività delle reti criminali e sarà uno strumento cruciale per salvare quei migranti che rischiano la vita nel tentativo di raggiungere le coste europee”, afferma Cecilia Malmström, commissario Ue per gli Affari interni. Le critiche sostengono che i droni potrebbero essere usati per criminalizzare i migranti ancor prima che raggiungano l’Europa e che potrebbero infrangere le leggi internazionali sul diritto di asilo. “I droni sono molto costosi e non aiutano” – sostiene Ska Keller, membro tedesco del Parlamento europeo – “anche se un drone individua un’imbarcazione, non può fare niente per loro”. La Commissione europea nega che l’uso dell’EUROSUR possa essere abusato, sostenendo che “le immagini di posizione, di regola, non riguarderanno dati personali ma piuttosto uno scambio di informazioni su incidenti e oggetti inanimati, come appunto l’individuazione e il monitoraggio delle imbarcazioni”. Mentre il dibattito è ancora in corso, alcuni Paesi si dicono già interessati al progetto. Le Forze armate di Malta (AFM) “hanno espresso interesse nella possibilità di beneficiare da un progetto promosso dall’Ue che preveda l’utilizzo di droni senza pilota per assistere le pattuglie in mare”, riporta Malta Today. Un portavoce delle AFM ha dichiarato alla stampa maltese: “Se da una parte le forze armate sono pienamente coinvolte nello sviluppo del sistema, non stanno tuttavia partecipando ai test di questi droni. Siamo comunque aperti a qualunque opportunità che sia di beneficio”. (Samantha Falciatori)