Si riportano sinteticamente alcuni dei risultati raccolti nel Rapporto Annuale sull’Economia dell’Immigrazione 2012 realizzato dalla Fondazione Leone Moressa e patrocinato dall’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) e dal Ministero degli Affari Esteri, presentato oggi 11 ottobre 2012 a Venezia.

In Italia si contano oltre 2 milioni di lavoratori immigrati (il 9,8% del totale degli occupati), si tratta per la maggior parte di lavoratori dipendenti (86,7%), giovani, inquadrati come operai (87,1%), dalla bassa qualifica professionale, nel settore del terziario (51,5%) e in aziende di piccola dimensione (il 54,6% lavora in imprese con meno di 10 persone). Un dipendente straniero guadagna al mese (dato quarto trimestre 2011) una cifra netta di 973€, oltre 300€ in meno rispetto al collega italiano. Ha più possibilità di portare a casa una retribuzione più elevata l’immigrato che lavora nel settore dei trasporti (1.257 € al mese) a scapito di chi lavora nel settore dei servizi alle persone (717 € al mese), dove sono occupate maggiormente le donne. In Italia i contribuenti nati all’estero dichiarano quasi 42 miliardi di €: tradotto in termini relativi, si tratta dell’8,2% di tutti i contribuenti e del 5,3% del reddito complessivo dichiarato in Italia. Gli stranieri dichiarano mediamente 12.481 € (7mila in meno rispetto agli italiani). Nel 2010 i nati all’estero hanno pagato di Irpef 6,2 miliardi di € (pari al 4,1% dell’intero Irpef pagato a livello nazionale) che si traduce in 2.956 € a testa. Ma gli stranieri beneficiano, più degli italiani, di detrazioni fiscali a causa principalmente del basso importo dei redditi stessi: infatti il 63,9% dei nati all’estero che dichiara redditi paga effettivamente l’Irpef, contro il 75,5% dei nati in Italia. I lavoratori stranieri rappresentano la parte di popolazione che maggiormente ha subìto gli effetti negativi della crisi (il tasso di disoccupazione straniero è passato dall’8,5% del 2008 all’12,1% del 2011: un nuovo disoccupato su tre ha origini straniere). Il 42,2% delle famiglie straniere vive al di sotto della soglia di povertà (dati 2010), contro il 12,6% delle famiglie italiane. Il reddito percepito non permette loro di risparmiare appena 600€ all’anno, dal momento che i consumi pareggiano quasi le entrate familiari. Entrate che provengono per il 90% da lavoro dipendente e che vengono destinate, tra le altre cose, al pagamento dell’affitto, dal momento che appena l’13,8% delle famiglie straniere è proprietaria dell’abitazione di residenza. Le famiglie straniere dichiarano maggiori difficoltà economiche rispetto a quelle italiane (dati 2009): il 21,6% dice di arrivare a fine mese con molta difficoltà (contro il 14,5% di quelle italiane), il 23,4% è stata in arretrato con il pagamento delle bollette (vs 8,2%), il 60,1% non è in grado di sostenere una spesa imprevista di 750 € (vs 31,4%) e il 53,6% non può permettersi una settimana di ferie (vs 39,2%). (Fonte: Fondazione Leone Moressa.org)