Roma - Dall’accoglienza dei profughi alla risposta economica ed energetica: nel corso del question time alla Camera del 9 marzo, il premier Mario Draghi ha affrontato tanti aspetti della crisi ucraina che riguardano da vicino il nostro Paese, i cui effetti – avverte il presidente del Consiglio – si faranno sentire a lungo.
“Voglio ringraziare tutti coloro che si sono mobilitati spontaneamente per sostenere la popolazione ucraina” con “grandissima generosità, con profonda umanità” afferma Draghi, sottolineando che la “forza di un Paese e di una democrazia si misura anche con la capacità di difendere i valori della dignità umana, della pacifica convivenza e dell'amicizia tra i popoli. In questo senso, il mio pensiero va anche ai tanti cittadini russi che condividono questi valori e condannano le violenze commesse ai danni del popolo ucraino”. Al 9 marzo i rifugiati ucraini in Italia sono pari a 23.872, soprattutto donne e bambini, comunica il premier, che ringrazia “tutte le forze politiche e, in particolare, l'opposizione, per la grande prova di unità e lo spirito costruttivo dimostrati nella gestione di questa crisi”. “Sono certo che l'Italia farà la sua parte fino in fondo – afferma Draghi - Come sempre nel dramma, nell'emergenza, nel terrore ci scopriamo migliori di come pensiamo di essere” e “sono certo che l'Italia farà la sua parte grazie anche alla qualità delle sue istituzioni, alla robustezza della sua società civile”. “Sul fronte sanitario i rifugiati o accettano di farsi un tampone ogni 48 ore o accettano di vaccinarsi. Le mascherine sono distribuite gratuitamente nei posti dove queste vaccinazioni avvengono” specifica Draghi, che aggiunge: “Per quanto riguarda la possibilità per i profughi ucraini accolti di svolgere un’attività lavorativa, abbiamo adottato una misura che consente loro sulla base della sola richiesta del permesso di soggiorno, in deroga alle quote massime di ingresso stabilite dal decreto flussi, di lavorare sia in forma autonoma che subordinata e anche stagionale. Sul piano scolastico vogliamo garantire ai giovani ucraini il sostegno necessario per proseguire il loro percorso formativo”. Accoglienza, fratellanza, solidarietà – aggiunge il premier – sono dimostrate dai fatti, devo aggiungere che molto di più sarà necessario perché la reazione non è di giorni o di mesi, ma forse ben più lunga”. Tempi lunghi anche sulle misure economiche: “La fermezza dimostrata dalla Ue con le sanzioni alla Russa è essenziale per proteggere la sicurezza dei nostri cittadini e convincere la Mosca a ritirare le proprie truppe. Questo impegno sanzionatorio deve essere pari allo sforzo che metteremo per difendere famiglie e imprese. Queste sanzioni, come è prevedibile, non dureranno poco quindi dovranno essere sostenibili al nostro interno. Siamo al lavoro per individuare le conseguenze: la crescita verrà indebolita, l'inflazione sta crescendo, vedremo queste linee nel prossimo Def". Poi, il tema energetico: "Per quanto riguarda il nucleare, l'impegno tecnico è concentrato sulla fusione, l'unica via per reattori commerciali sostenibili. La strategia europea prevede l'entrata in funzione del primo prototipo di reattore a fusione nel 2025-2028". Ma Draghi ribadisce “l'importanza di realizzare nuove infrastrutture rinnovabili in tutto il Paese, queste sono essenziali per il futuro dell'Italia. Occorre la collaborazione di tutti sul territorio, delle Regioni". (NoveColonneATG)