(SA) - Agguerrita ma con parole d’ordine stantie e vecchie superate da anni, che stanno a dimostrare la staticità di un centrodestra a corto di idee. Alcuni esempi? Da Forza Italia arriva la promessa sentita già altre volte, di portare le pensioni minime ad euro 1.000,00, ma non dice da dove prende i soldi e dimentica che è la ripetizione
di una promessa fatta quando la situazione in Italia era diversa. Dal leader della lega, ritorna la flattax presa in presto da FI alla quale, prelevati dal baule dei ricordi aggiunge sia l’immancabile attacco all’immigrazione che l’abolizione delle bollette che si aggiungono all’immancabile aiuto alle famiglie ed alle imprese. Un aiuto generico, non meglio identificato e quantificato, ma non ancorato a nessuna fonte di entrata. Avendo in comune sia l’immigrazione che l’abolizione delle bollette FdI si presenta alla campagna elettorale insistendo sulla designazione del leader del centro destra che andrà ad occupare lo scranno di Palazzo Chigi, subodorando la evidente posizione contraria di Berlusconi. Sorvoliamo su quelle forze e movimenti che mettono veti a destra ed a manca, convinti di essere nelle condizioni di poterlo fare. Continuando su questa scia, siamo sicuri che tra qualche giorno spunterà sulla scena l’immancabile ponte di Messina sempre presente nelle campagne elettorali degli ultimi 40 anni e qualche altra amenità del genere, nel tentativo di turlupinare ancora il popolo siciliano che le infrastrutture e l’ammodernamento della mobilità se la sogna. Come ultima preso in giro, per qualche giorno abbiamo visto in alcune parti della Sicilia i treni “freccia bianca” che avrebbero dovuto velocizzare il collegamento Catania Palermo. Treni che sono scomparsi subito dopo perché portati a Roma dove hanno anche cambiato nome. Il doppio binario, l’alta velocità, sono tutte chimere di un futuro che non sappiamo quando arriverà, mentre molte strade continuano a restare chiuse, con grave disaggio, perché i viadotti potrebbero essere insicuri. Viene da pensare che ci voleva il crollo del ponte Morandi, per avere uno scatto di responsabilità e chiudere pezzi di strada, sulle quali però non si interviene. Di irrealizzabili promesse e false notizie è invaso anche l’estero, dove si attacca ad esempio il PD come un soggetto pericoloso per gli emigrati, perché sostiene lo ius scholae o ius culturae e perché, udite! Udite!, vuole la liberalizzazione della droga. Né la lega né F.I. né tanto meno FdI che punta tutto sui suoi circoli tricolori, dicono agli emigrati qual è il loro progetto politico. Niente viene fuori in favore di un associazionismo, fatto segno da diverse strumentalizzazioni portate avanti da soggetti che scambiano le associazioni per meri serbatoi di voti che alla fine mandano in parlamento persone che spesso non rappresentano gli interessi degli emigrati. Niente esenzione IMU o altre tasse per chi conserva ancora la casa come punto di riferimento con le proprie origini. Niente investimenti per l’insegnamento della lingua e della cultura italiana, meno che mai previsioni di potenziamento dei consolati tutti sotto organico. Stiamo invece assistendo ad una gara indegna per accreditarsi il merito dell’apertura del consolato di Manchester, mentre piovono accuse di immobilismo e di incompetenza nei confronti di La Vedova, sorvolando sul fatto che prima di lui c’è stato un altro sottosegretario con le stesse deleghe, più occupato ad allargare la propria rete di contatti nel mondo nominando coordinatori a destra ed a manca, dimenticandosi degli emigrati e dei diritti che era chiamato a difendere o a potenziare. Anzi, dopo avere assistito alle acrobazie fatte nel tentativo di salvare il governo Conte, oggi assistiamo ad un’ulteriore acrobazia politica che lo porta a fare un accordo di collaborazione con “Coraggio Italia”, la creatura politica schierata con i centrodestra, voluta da Todi e sposata dal sindaco di Venezia Brugnaro che ne è diventato uno dei leader. Stiamo assistendo ad un proliferare di sigle di partiti e partitini, che a volerci guardare bene dentro, ci si perde. Oggi siamo chiamati a votare per rinnovare un parlamento, che se ha lavorato facendo delle cose buone, non è certo brillato per dare seguito allo sciagurato taglio dei parlamentari, senza avere le idee chiare con che cosa volevano sostituirlo. Tanto era ed è la confusione, che si arriva gioco forza ad accantonare, speriamo non definitivamente, il maggioritario. Si conferma in questo modo il così detto Rosatellum che speghiamo a parte in altra parte di questa pagina. Un metodo che sta a cavallo tra il maggioritario (30%) ed il proporzionale (70%) con liste bloccate e senza preferenze. La soglia di accesso del 3%, non serve certo a sfoltire la foresta di partitini e movimenti creati per garantirsi una poltrona. Saranno sicuramente giorni caldi quelli che ci aspettano e non solo per la temperatura estiva. Salvatore Augello 27 luglio 2022