Dopo molti retroscena e colpi di scena la configurazione dello schieramento di centrosinistra si sta delineando. La pazienza e la serietà del Partito Democratico e di Enrico Letta sono la cifra indiscutibile di queste convulse settimane. Abbiamo cercato di unire tutte le forze che, almeno a parole,
avevano considerato un grave errore far cadere il Governo Draghi prima che potessero essere messe in sicurezza alcune scelte di fondo per il futuro e che ritengono che vada scongiurata l’ipotesi di una vittoria della destra populista-sovranista. Per motivi più o meno leggibili (sui quali però ritengo si siano spese fin troppe parole) Calenda ha deciso di rompere l’accordo e di tentare la corsa in solitaria o con Renzi. Al netto degli auspici di qualche commentatore o politologo mi sembra sia illusorio pensare ad uno spazio autonomo significativo del cosiddetto “centro” e appare evidente anche dai sondaggi come questa scelta rischia solo di avvantaggiare la destra nei collegi uninominali. Tuttavia è un fatto compiuto e gli autori se ne assumeranno la responsabilità. Senza perdersi d’animo il Pd ha fatto e sta facendo ciò che è necessario per organizzare una proposta politica democratica, di sinistra e progressista all’altezza della battaglia che ci attende. Intanto la lista del Pd, su cui si sta lavorando in queste ore, sarà aperta ad esponenti di forze e movimenti che negli ultimi mesi hanno condiviso con noi non solo l’esperienza degli ultimi due Governi - Conte 2 e Draghi - ma che hanno anche aderito al processo di discussione ed elaborazione delle Agora’. Art.1, il PSI, Demos saranno presenti nelle nostre liste e contribuiranno a definire un profilo programmatico e politico netto del Pd: siamo la principale forza del campo progressista, difendiamo i valori della democrazia, della giustizia sociale, della salvaguardia del pianeta, dei diritti civili e sociali di ogni individuo e comunità. Il programma che presenteremo nei prossimi giorni è il frutto di una larga e partecipata discussione nei territori e con personalità ed esperti: vogliamo guidare l’Italia per superare vecchie e nuove diseguaglianze, vogliamo spendere le risorse del PNRR per avere più equità, innovazione e sostenibilità ambientale, vogliamo difendere il lavoro, a cominciare da quello delle donne e dei giovani, vogliamo sostenere le imprese e aiutarle ad innovare e a crescere dentro il mondo complesso e inquieto di oggi, vogliamo difendere e migliorare la scuola e la sanità pubbliche. Vogliamo un’Italia protagonista in Europa, per costruire un’Unione Europea più forte e capace di agire per la pace e per lo sviluppo sostenibile su scala globale. Vogliamo dare voce ai più deboli contro chi pensa che essere poveri è una colpa. Siamo un partito radicale nei valori e riformista nei metodi: le nostre idee saranno incarnate in candidature di alto profilo, donne e uomini espressione dei territori, delle competenze, delle culture migliori del mondo progressista e di centrosinistra. Avremo al nostro fianco altre liste nostre alleate: + Europa di Della Vedova e Bonino, Sinistra Italiana e Verdi Europei di Fratoianni e Bonelli, Impegno Civico di Di Maio. Si tratta di forze diverse come è giusto che sia se vogliamo parlare ad un elettorato vasto, portatore di sensibilità e domande diverse. Ci uniscono però i valori e gli obiettivi di fondo e sono sicura che il messaggio che ciascuno manderà in campagna elettorale arricchirà la nostra proposta politica e metterà in luce una classe dirigente credibile, pronta a governare davvero il Paese. Non parlerò della destra, sono i loro tweet, i loro slogan, le loro ambiguità sulla Russia e sull’Europa, e le loro storie - fino alla recente decisione di togliere la fiducia al governo Draghi - a parlare per loro. Sappiamo che sono forti, perché alimentano le paure e le insicurezze di tante persone per avere consenso, senza cercare le soluzioni ai problemi reali da cui quelle paure hanno origine. Sappiamo che parlano a sentimenti presenti nel Paese ma non sono imbattibili, come abbiamo visto nelle elezioni amministrative. Tanti elettori ed elettrici sono alla finestra, sfiduciati e intenzionati a non votare. Moltissimi sono indecisi. Alcuni di loro in passato hanno votato a sinistra e sono stati delusi, altri - specie tra i giovani - non hanno mai incontrato la buona Politica e non si fidano. Sta a noi cercare un dialogo vero con questa parte del Paese, proponendo idee e ascoltando anche i loro dubbi, le loro preoccupazioni, i loro sogni. Tra pochi giorni consegneremo liste e presenteremo il programma. Poi scarpe buone e partiamo!