(SA) - Arrivano gli ultimi giorni di questa campagna elettorale lampo, dove lo scontro più che ideale si è consumato sulle solite promesse, mentre pare monti il proposito della destra di attaccare la costituzione e di stravolgere in qualche modo la democrazia italiana. Si fa strada anche la preoccupazione di un cambio di passo nella politica estera e nella nostra posizione nei confronti dell’Unione Europea.

Per il resto, siamo stati e continuiamo ad essere sommersi di promesse stantie vecchie già sentite sia nelle scorse campagne elettorali che nel corso di tanti mesi, da chi vuole convincere gli italiani che il centro destra ha la bacchetta magica per risolvere tutti i problemi. Arriva quindi la solita pioggia di strapromesse per tutti quali ad esempio il ricorrente milione di Berlusconi: un milione di alberi, un milione di posti di lavoro, mille euro per le pensioni minime, e poi ancora come novità, la pensione alle nonne ed alle casalinghe. Torna anche il fantomatico ponte sullo stretto del quale si parla da almeno 40 anni e che oggi viene portato sia dell’ex cavaliere che da Salvini. Domanda: ma di quale pensione vuole dotare le nonne? Se sono nonne sono di per se pensionate o perché hanno lavorato o perché hanno una reversibilità o per altri motivi già previsti dalla legge. Ora aggiunge un potenziamento delle forze di polizia e delle forze armate in genere, la riforma della giustizia e tante altre amenità già dette in tutte le occasioni. Salvini questa volta precede Berlusconi che forse non ci ha pensato, per quanto riguarda la firma di un patto con gli italiani. Lo fa da Pontida, davanti al popolo leghista, firmando i sei punti imprescindibili per la lega, un patto che fa firmare anche ai sui attuali ministri. L’unica differenza è che lo fanno mettendo pubblicamente le firme su una lavagna con il gessetto. Quando dureranno queste firme? A parte il fatto che nessuno dice da dove pigliare i tanti miliardi che costerebbero questi buoni propositi. A firmare un patto su carta, è invece un patto di ferro con i siciliani è la candidata alle regionali di “Siciliani Liberi”, che appellandosi al detto latino “verba volant scripta manent” si impegna con il popolo a fare applicare integralmente lo statuto siciliano. E torna la solita ostilità verso gli immigrati comune a Salvini ed alla Meloni che continua a richiedere il blocco navale, ignorando quando manodopera manca alle industrie del nord ed all’agricoltura di tutta Italia. La Meloni poi, propone di andare a cercare gli immigrati in Venezuela dove ci sono tanti italiani, come se si potesse fare una scelta tra persone che fuggono dalla miseria, dalle guerre, dalle persecuzioni, da regimi totalitari ecc... Forse qualcuno dovrebbe dire a questi illuminati leader che occorrono semmai leggi diverse, una politica dell’accoglienza degna di tale nome, degli accordi con stati che chiudono un occhio o tutti e due di fronte ai campi di concentramento dove i commercianti di persone raccolgono le vittime da spedire per mare o anche per terra. Non parliamo poi della flat tax che servirebbe solo a favorire i redditi alti o della pace fiscale che necessita di regole precise. Quello che serve a questa nostra Italia, invece, a nostro modesto avviso è un ritorno della politica con la P maiuscola estranea a questi nuovi agglomerati di movimenti vecchi e nuovi, di partiti nati dalle ceneri della prima repubblica. E’ la presenza di una sinistra degna di questo nome, che la smetta di frazionarsi, di creare patiti e partitini, di dividere le forze a seconda degli appetiti di singoli dirigenti che vogliono ad ogni costo restare sulla scena. Una sinistra che sappia inventare il metodo di stare assieme anche nelle diversità, che sappia riconoscere le potenzialità dell’unità, de dibattito interno del confronto che non necessariamente deve essere vissuto come motivo di scissione. Una sinistra unitaria che ritrovi la capacità di individuare l’avversario che non sta tra coloro che in un modo o nell’altro la pensano alla stessa maniera, ma sta nella destra italiana poco liberale ed inclina al ritorno di scenari ormali sepolti dalla storia. Una sinistra che sappia tornare tra la gente, che sappia valorizzare le risorse umane di cui dispone, che la smetta di cercare bandiere da esibire magari a danno di chi continua a credere in ideali che sembrano sempre più sbiaditi. Già proprio così. Oggi purtroppo basta che venga negata una candidatura per andarsi a proporre dove viene offerto più spazio, poco importa se si passa da destra a sinistra o viceversa, dal centro alle estreme o viceversa. Quello che oggi emerge è l’opportunismo ed il trasformismo. Quando tornerà la politica al servizio di un popolo che sta da tempo soffrendo per la sua assenza?

Salvatore Augello 22 settembre 2022