Brescia, 20/01/2023 (II mandato) Rivolgo un saluto molto cordiale al Ministro della cultura, al Presidente della Regione, ai Sindaci di Bergamo e di Brescia e, attraverso di loro, ai cittadini di questa suggestiva, originale realtà unitaria, che da oggi ha l’onore e la responsabilità di essere Capitale della Cultura per il 2023.
Un saluto a tutti i sindaci che in questo Teatro Grande e a Bergamo rappresentano il territorio di queste straordinarie province. Saluto tutti i presenti, qui al Teatro Grande, al Teatro Donizetti, a coloro che ci seguono con la diretta Rai e attraverso le varie piattaforme. Ringrazio le nostre conduttrici, Laura Squillaci e Veronica Fernandes, e tutti coloro che hanno arricchito questo incontro con il loro talento artistico, dando testimonianza di quel grande giacimento di storia e di creatività che questa terra, nel tempo, ha sviluppato. La cultura è una grande ricchezza. Nasce dalla vita, dalla comunità, dalla natura che ci ospita, e poi ritorna alle persone, alle generazioni successive, come forza vitale, come civiltà, come genio e valore. La cultura non è un ambito separato dell’attività umana, quasi un suo sovrappiù. È il sapere conquistato dall’esperienza. È il pensiero che si costruisce nello studio, nel confronto, nella ricerca, nel lavoro. È l’emozione di rappresentare la vita, è un arricchimento dei valori che caratterizzano l’umanità. Brescia e Bergamo ne sono un esempio con le loro virtù civiche di ieri e di oggi. Città duramente colpite dalla prima ondata della pandemia, quando un virus aggressivo e sconosciuto ha mietuto, nel nostro Paese, decine di migliaia di vittime. E hanno saputo reagire, dando vita, e alimentando quel modello di solidarietà che ha consentito di affrontare la crisi. Nell’anno trascorso abbiamo vissuto il sollievo della ripartenza. Le attività economiche, le espressioni sociali, la vita quotidiana, hanno ripreso ritmi più consueti. Bergamo e Brescia, tuttavia, non si erano fermate. Innovare, guardare all’avvenire, confidare nella capacità dell’uomo di saper superare le difficoltà, ha dato vita a un percorso concreto che trova, oggi, sanzione ulteriore con l’avvio di un anno che le vede Capitale della cultura. La tenacia è valore di questi territori, così come, appunto, lo è la solidarietà. L’agricoltura, l’industria e l’artigianato hanno sempre segnato la laboriosità delle popolazioni. E – questa - è cultura reale, sentimento della comunità ed espressione di buone pratiche di governo, che fa comprendere le ragioni dei tanti scrigni di opere d’arte e d’ingegno che sono custodite in questi territori. Vi si sommano le case editrici, i centri di ricerca, le fondazioni, i festival che aggiungono pregio a una trama ricca di paesaggi che, sin dall’antichità, hanno sollecitato soggiorni di artisti e di intellettuali. La cultura, la conoscenza, le arti, in tempi così difficili come quelli che attraversiamo, si ergono, ancora una volta, come irrinunciabili punti di riferimento. Stiamo rivivendo in Europa la tragedia della guerra, che pensavamo e speravamo che fosse definitivamente riposta negli archivi della storia dopo gli orrori che allora avevamo veduto. Ed è proprio il mettere la dignità, quella integrale della persona, al centro di ogni azione che ci porta a stare dalla parte di chi è aggredito e di chi lotta per l’indipendenza e per la libertà. Siamo consapevoli che nella costruzione di una pace giusta la cultura, nella sua dimensione universale, è chiamata a giocare un ruolo, nel colmare le distanze, nel ricostruire rispetto e coesistenza, nell’unire gli uomini. Si tratta di mettere a profitto l’avvenuto “ammassare riserve contro l’inverno dello spirito”, secondo la definizione che Marguerite Yourcenar ha dedicato ai “magazzini della cultura”, ai musei, alle pinacoteche, alle biblioteche. Ecco, vi saranno tanti eventi e mostre in questi spazi a Brescia e a Bergamo, così come i teatri, i cinema, gli ambienti della musica e della danza offriranno occasioni di incontro, di riflessione, di gioia, di bellezza. Riserve di quell’umanesimo che è nel nostro dna, e che abbiamo il compito di arricchire, di diffondere, per offrire e consegnare ai giovani un percorso di vita, che loro dovranno autonomamente sviluppare. E’ un segno, non solo per l’Italia ma per l’intera Europa, la scelta di declinare al singolare il titolo di Capitale della cultura. Anche Gorizia e Nova Gorica saranno “insieme” Capitale della Cultura europea per il 2025. La cultura è anche coraggio di superare presunti antagonismi, di scavalcare muri, di uscire dagli schemi. Il coraggio di illuminare le città, come indica lo slogan che avete scelto, con grande intuizione, è carico di significati. Le città sono sedimento di una storia, ma continuano a vivere, a camminare, a progredire. Non restano uguali a sé stesse. Producono luce, si nutrono di luce. Propongono mete e valori. I cento progetti dell’anno di Capitale della cultura saranno una grande occasione. Anzitutto per i cittadini di Bergamo e di Brescia, per chi abita in queste province, in Lombardia: saranno una grande attrattiva per chi vuole conoscere, visitare le vostre bellezze, condividere la vostra vita, assaporare i vostri sapori, apprezzare i gusti e la sensibilità della gente di questi luoghi. Nell’anno che si è appena concluso un forte segnale di unità e di innovazione è stato lanciato da una piccola isola, incantevole: Procida. La cultura non isola, hanno proclamato. La cultura, infatti, unisce e moltiplica. È una forza dei campanili quella di saper unire e non dividere le energie. Voi raccogliete, nel Nord del nostro Paese, lo stesso testimone di Procida; a conferma dell’unità che rafforza l’Italia. Quando, all’Assemblea costituente, si discusse se inserire la promozione della cultura tra i principi fondamentali della nostra Carta, non mancarono dubbi e qualche resistenza. Ma la Repubblica si assunse solennemente questo impegno, quel compito. E comparve l’articolo 9 della Costituzione: “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica”. “Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”. Vi si è, da recente, aggiunta la difesa dell’ambiente, della biodiversità, degli ecosistemi. Il procedere della nostra storia ha dimostrato quanto il peso e il valore della cultura siano divenuti determinanti per il progresso del nostro popolo. Fu una scelta lungimirante, di grande visione. Lo ricordiamo con riconoscenza, a settantacinque anni dall’entrata in vigore della nostra Costituzione. La cultura è strettamente connessa con la libertà: di studio, di ricerca, di espressione del proprio pensiero. Ce lo ricorda – ancora una volta - la Costituzione. L’arte e la scienza sono libere, recita l’articolo 33; mentre l’articolo 21 dispone il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero. L’esercizio che Brescia e Bergamo, Capitale della cultura, si apprestano a intraprendere è, quindi, un grande esercizio di libertà, cui guarderà l’intero Paese. L’augurio che rivolgo a Bergamo e Brescia, Capitale, e ai loro cittadini, è di essere protagonisti di un nuovo dialogo che guardi all’intera Italia e all’Europa. Buon anno di Capitale della cultura a tutti, a Bergamo e a Brescia.