di Giacinto Botti - Con il Congresso nazionale della Cgil, a Rimini dal 15 al 18 marzo, si conclude un significativo percorso collettivo che, pur nelle difficoltà da non rimuovere, ha visto la partecipazione di oltre un milione e mezzo di iscritte e iscritti.
Un congresso di confronto libero, di verifica, di prospettiva e di incontro fra generazioni, che cade in una situazione difficile sul piano democratico, sociale ed economico. Dobbiamo contrastare le scelte di un governo di destra, in continuità con gli indirizzi economici e sociali di quello guidato da Draghi, conservatore e rappresentativo di interessi corporativi e di classe, bellicista e di “legge e ordine”, con ministri fascistoidi, inumani, razzisti, e contro la rappresentanza generale del mondo del lavoro, contro la Cgil in quanto sindacato generale. In questo impegnativo percorso non ci siamo distratti dal nostro essenziale impegno: essere presenti – pensionati, delegati, operatori e dirigenti sindacali – nelle nostre sedi di accoglienza, nelle Camere del Lavoro, nei luoghi di lavoro, nei territori, in ogni lotta per la pace, il lavoro, i diritti sociali e civili, la democrazia. Le bandiere rosse delle categorie e della confederazione sempre ben visibili e rappresentative. Siamo ed eravamo nelle piazze per la pace, contro la guerra, il riarmo e l’invio di armi, in difesa della sanità e la scuola pubblica; nelle due piazze, quella di Firenze contro il fascismo, lo squadrismo e il governo reazionario, e quella di Milano e di molte altre città contro il razzismo e la disumanità verso profughi e migranti: un’unica mobilitazione partecipata di donne e uomini di diverse generazioni che si sostengono e si riconoscono in valori condivisi. Piazze della sinistra antifascista, sociale e politica, del sindacato, della Cgil, legate dal filo rosso di principi e cultura della nostra moderna e attuale Costituzione antifascista. Una Costituzione, vilipesa da decenni, che abbiamo il dovere di difendere e applicare. Siamo una Confederazione di uomini e donne, militanti con valori e senso di appartenenza a un’organizzazione con radici nella migliore storia del movimento operaio internazionale e della sinistra sociale e politica. Nel paese, nei luoghi di lavoro e nella società c’è ancora più bisogno della Cgil. Dal congresso dovremo uscire ancora più forti, con una Cgil unita e plurale, solidale e coerente. Una Cgil rinnovata, forte della sua autonomia d’azione, di pensiero e di proposta generale di società e di progresso, con lo sguardo rivolto all’orizzonte, a quanto sta avvenendo in Europa e sul piano internazionale, immersa nella quotidianità e nella concretezza dei problemi e dei bisogni individuali e collettivi di chi rappresentiamo, con quella visione generale che vive nel nostro quadrato rosso.