"Cronotipi", la mostra di Croce Taravella realizzata in collaborazione con la Galleria Adalberto Catanzaro in corso al Museo Riso visitabile fino al 18 ottobre, è una disseminazione di immagini che si scontrano e dialogano tra loro e che materializzandosi danno forma ad un unico scenario armonico.
Venti opere inedite, tra tele e allumini di grande formato, frutto di un lavoro durato complessivamente tre anni di ricerche e indagini introspettive che rivelano una maturazione della poetica dell’artista. I ricordi e gli affetti più cari, città reali e immaginarie, volti familiari, popolari, conosciuti o semplicemente incrociati, dolori graffiati sulla tela. Le sue opere sono state esposte in prestigiose mostre, dall'Europa alla Cina, nonché alle Biennali di Venezia d'Arte e di Architettura. Croce Taravella, nato a Polizzi Generosa (Palermo) nel 1964, vive e lavora tra Castellana Sicula, Palermo e Roma.Tra il 1982 e il 1985 conosce Lucio Amelio a Napoli che lo introduce nell’ambiente artistico della città; qui l’incontro con Joseph Beuys, Andy Warhol, Robert Rauschenberg, Nino Longobardi e con alcuni membri della Transavanguardia. In quegli anni partecipa a mostre collettive come “Necrofilia”, curata da Francesca Alfano Miglietti e Gaetano La Rosa (1985/86) e “Nuove Tendenze in Italia” (1985), curata da Edoardo Di Mauro, dove espone insieme agli artisti Fathi Hassan, Maurizio Cattelan, Marco Lavagetto, Roberto Orlandi e Milton Principessa. Nel 1987 presenta la sua prima personale, dal titolo “Santi Martiri”, curata da Gaetano La Rosam presso la Galleria Neon di Bologna. Nel 1990 si trasferisce a Roma e per tre anni lavora come scenografo per la Rai. Tornato a Palermo fonda l’associazione culturale “Arte Moderna e Contemporanea” che organizza mostre di artisti internazionali, da Jannis Kounellis a Joseph Beuys. Nel 1998 in occasione della mostra “Nuove Tendenze Italiane”, presso il Museo d’Arte Contemporanea di Sassari, presenta venticinque lamiere sulle quali monta teste di cavallo e vitello trattate con pigmenti di vario genere. Nel 2000, al Convento del Carmine di Marsala, presenta i primi dipinti di paesaggi agresti in occasione della mostra “Viaggio in Sicilia”, curata da Sergio Troisi. A Berlino, in qualità di vincitore di una borsa di studio assegnatagli in occasione di una edizione de “Il Genio di Palermo” espone al Kunsthaus Tacheles con la mostra “Beton”. Tornato da Berlino, l’impatto e il legame con la realtà metropolitana tedesca lo portano ad iniziare il “Ciclo delle città”. Nel 2004 viene organizzata una mostra antologica al Museo Guttuso di Bagheria, curata da Eva Di Stefano, per l’occasione è presentata l’istallazione “Il grande guerriero”. Croce Taravella vanta numerose esposizioni all’estero e partecipazioni alla Biennale di Venezia. Nel 2004 il lavoro di Taravella è stato raccontato in una grande antologica a cura di Eva Di Stefano al Museo d’Arte Contemporanea Renato Guttuso di Bagheria. In occasione dell’ampliamento del suo parco dedicato alla scultura, tra le montagne di Gulin, in Cina, Guang Tsao ha invitato di recente Croce Taravella, che per l’occasione ha realizzato una grande opera di pietre, asfalto e colori. Da alcuni anni l’artista si dedica al tema della città dipinta, radicalizzando il fascino che questo tema ha esercitato sull’immaginario dei pittori. E’ qui che si può inserire l’opera esposta a Palazzo Belmonte Riso, la grande tela raffigurante Piazza Caracciolo (La Vucciria) eseguita nel 2005. La piazza, con il suo mercato pittoresco simbolo della palermitanità, rappresentava fino agli anni settanta l’identità mediterranea del capoluogo siciliano. Agli inizi degli anni Novanta nel quartiere era iniziato un processo di decadenza, che l’artista raffigura facendo percepire, nel declino del vecchio mercato, il caos delle baracche e delle botteghe, attraverso scolature, agglomerati astratti di colore, filamenti che sembrano quasi disgregare l’immagine e nel contempo darle vitalità. Croce ama dichiararsi siciliano fino all’osso e si definisce un espressionista moderno. Il suo espressionismo è singolare: nei suoi lavori, i tratti, i grumi, le macchie di colore “figurano e contemporaneamete sfigurano un mondo violento in cui si divora o si è divorati”. Nel 2014 la Fondazione Sant’Elia di Palermo organizza una sua retrospettiva presso Palazzo Sant’Elia, curata da Lea Mattarella, con circa sessanta opere realizzate tra il 2008 e il 2014; nello stesso anno espone a Palazzo Collicola di Spoleto con una personale, dal titolo “Biologie”, curata da Gianluca Marziani. Nel 2016 realizza un’opera site specific di grandi dimensioni presso il Belvedere di Alia, nella quale racconta il mito delle grotte della Gurfa Seppure siano riconoscibili i tratti distintivi della pittura di Taravella, con la scarificazione delle superfici, la prevalente cupezza delle cromie, e l’incombenza quasi inquietante delle architetture, i nuovi lavori sembrano superare l’idea della città per inglobare il tema del tempo e della memoria. «Per la prima volta mi allontano dall’idea della città, focalizzandomi invece sullo scorrere del tempo - spiega Croce Taravella - È il tempo l’idea che lega tutto il mio lavoro ai ricordi, ai sogni, alle memorie di ciò che vedo e che ho vissuto». «Tutto questo è racchiuso in un unico supporto: un avvicendamento di situazioni diverse, viste da punti di vistra diversi, come a voler scandagliare l’ìdea dell’anarchia totale». Le opere esposte nelle sale del Piano nobile di Palazzo Belmonte Riso – oltre 20 tra tele e allumini di grande formato – evocheranno nello spettatore il ricordo nitido di città che, pur trasformate nel tempo, hanno lasciato un segno indelebile nella vita dell’artista. La sfida per l’artista sta nel mettere insieme città diverse e lontane tra loro, nelle quali riconosce un carattere comune, sia esso elemento naturale o scenario di vita popolare, in grado comunque di tracciare l’idea del tempo trascorso e nascosto; uno stravagante contrasto che fa della sua opera un “unicum”, attraverso la trasfigurazione, la trasformazione, la colorazione e il graffiare in maniera ossessiva il supporto che diventerà opera. In queste opere “collage” si ritrovano anche citazioni di altri artisti: Van Gogh, Picasso, Cezanne, insieme ai ritratti di amici, parenti, familiari e altre citazioni pittoriche facenti parte della memoria dell’artista. (Maria Cacioppo)