Di Maria Cacioppo - Un luogo magico, un parco di opere d’arte, un teatro costruito pietra su pietra da un pastore con visuale mozzafiato su una vallata scoscesa dei monti sicani. Ci troviamo di preciso sui monti di Santo Stefano Quisquina, in Contrada Rocca, piccolo borgo d’origine medievale in provincia di Agrigento,

nel cuore della Sicilia tra il verde dei campi e l’azzurro del cielo, si scorge un paesaggio mistico che Lorenzo Reina, il pastore diventato scultore, ha voluto sfruttare come sede di un teatro mozzafiato. Lorenzo, per volontà del padre, è un pastore anche se avrebbe voluto essere uno scultore: conosce bene la storia, la filosofia, l'arte, l'astronomia e soprattutto le leggi della natura, ma è un autodidatta perché i suoi studi si fermano alla terza media. Trent'anni fa quando era in giro per portare al pascolo il suo gregge di pecore nel suo appezzamento di terra e arrivò in questo belvedere naturale, una terrazza sospesa tra il cielo e la terra, vide le sue pecore disposte in modo sparso ma tutte rapite dalla bellezza della visuale, un momento ascetico di comunione assoluta con la natura. Quel giorno si immagino’ un teatro dedicato alla costellazione di Andromeda proprio in quel punto che regala tramonti, notti stellate e panorami incredibili. Andromeda è una costellazione rappresentante la principessa Andromeda, che si trova nell'emisfero nord vicino a Pegaso. La costellazione ha la forma approssimata di una lettera «A» allungata, debole e deformata. È famosa soprattutto per la presenza della Galassia di Andromeda nei suoi confini. La costellazione si individua con facilità, trovandosi a nordest del brillante asterismo del Quadrato di Pegaso, di cui la stella al vertice nordorientale fa parte di Andromeda; la costellazione si estende poi a nord e ad est del Quadrato, seguendo un allineamento di stelle di seconda e terza magnitudine, arrivando sin quasi a lambire la scia luminosa della Via Lattea del nord. Le sue dimensioni sono notevoli, ma nella parte occidentale si trovano solo stelle deboli, massimo di quarta grandezza. La sua individuazione è facilitata anche dalla presenza della caratteristica figura di Cassiopea, posta più a nord; in generale, si può affermare che anche lo spazio privo di stelle luminose situato fra Cassiopea e Pegaso fa parte di Andromeda. Dalla sua passione per l’astrologia e la mitologia, cominciò a mettere una pietra sull'altra pietra, giorno dopo giorno, per trent'anni: «Ancora non ho smesso e spero di non smettere mai - dice Reina con il suo sorriso perfetto e i suoi occhi buoni - io mi sono talmente immedesimato in questo teatro che mi sento parte di esso e ho sempre voglia di miglioralo, proprio come faccio con me stesso». E dopo una vita di sacrifici tra le soddisfazioni e le sofferenze quest'anno è arrivata la consacrazione: il suo teatro è un unicum architettonico ed è stato scelto ed è in esposizione tra i sessanta progetti a tema "Arcipelago Italia" al Padiglione Italia curato da Mario Cucinella, fino al 25 novembre . «È la prima volta che un pastore espone alla biennale di architettura - aggiunge - ho dovuto rinunciare a tante cose nella mia vita per aiutare mio padre nei campi persino agli studi, mi sarebbe piaciuto fare l'università e invece prendevo in prestito i libri di mia sorella e li leggevo al pascolo». Al teatro arrivano turisti da tutto il mondo, anche siciliani migrati all'estero, alcuni per assistere alle rappresentazioni o alle serate in programma al teatro. Ma con l'esposizione a Venezia i turisti sono più che raddoppiati, arrivando a 700 visite in un mese. Quando alcuni studenti di architettura, anni fa, parlarono con i loro professori del Teatro di Andromeda gli edotti risposero che non andava preso a modello perché dal punto di vista architettonico non rispettava molti criteri. Reina è stato invitato a partecipare alla XVI edizione della Biennale internazionale di Architettura, dove da giugno espone e racconta la sua grande passione lunga una vita. Tra le opere di Lorenzo Reina, apprezzate dai visitatori, rientrano proprio il Teatro e il Museo, architetture realizzate in perfetta armonia con il paesaggio circostante, nel pieno rispetto dell’ambiente e della realtà naturale. Un paesaggio che non viene stravolto dall’azione dell’uomo ma che diventa un significativo esempio di perfetta simbiosi tra natura e uomo. Mozzafiato la simbologia che ruota attorno alla struttura del teatro: il teatro è stato costruito su un’altura al confine con uno strapiombo. I centosette posti a sedere visti dall’alto hanno la forma di stella a otto punte e apparentemente sembrano distribuiti a caso, in modo disordinato. Ci sono pure spazi vuoti, in realtà sono sistemati in modo tale da ricalcare i diversi punti della costellazione di Andromeda. La scena è di forma ellittica e rimanda all’idea della terra che gira intorno al sole. L’ellisse è formata da 365 tasselli, tanti quanti sono i giorni dell’anno. Il teatro appare come il luogo dove, varcata la soglia, si lascia alle spalle un mondo per trovarne un altro, altrettanto ricco di storia e di significati, non innaturale o artefatto ma semplicemente in perfetta armonia con tutto ciò che gli sta intorno. Presenti sculture, esiti di un unico processo lavorativo e creativo che ha voluto donare al paesaggio Quello di Reina è un esempio di volontà e di libertà, così come il suo teatro, un’opera d’arte che è andata oltre la materia, tassello pregiato di un belvedere naturale incantevole. Altre iniziative animeranno l’Andromeda nel corso delle prossime settimane, tra concerti e spettacoli teatrali, e nuovi lavori stanno già prendendo forma nella fattoria dell’artista autodidatta, come la Stanza della madre, un progetto dedicato per l’appunto alla madre (anche in senso universale). Un tesoro nascosto e magico, quasi surreale che evoca un simbolismo affascinante. Un posto magico, unico forse al mondo. Sicuramente non semplicissimo da raggiungere, ma arrivati alla metà, il viaggio vale la fatica fatta. Un posto che rimane nel cuore, che ti fa sentire libero e in pace con il mondo.(Maria Cacioppo)