Il carnevale è una festa che si celebra principalmente nei Paesi di tradizione cristiana e in particolare in quelli di rito cattolico; è una festa mobile, che si aggira tra la fine di febbraio e i primi di marzo.
Si tratta di una solennità molto antica di origine pagana: nelle feste dionisiache greche (le antesterie) o i saturnali romani, si realizzava un temporaneo scioglimento dagli obblighi sociali e dalle gerarchie per lasciar posto al rovesciamento dell'ordine, allo scherzo e anche alla dissolutezza. In particolare, nel corso dei saturnali romani gli schiavi diventavano uomini liberi e potevano comportarsi come tali. Giusto per un breve periodo però, perché poi tutto tornava alla normalità ed il povero schiavo tornava a subire ancora le angherie e le prepotenze dei loro aguzzini. Secondo la più accreditata interpretazione la parola “carnevale” deriverebbe dal latino “carnem levare” o “carne levamen” che in sostanza celebra l’eliminare la carne dopo la grande abbuffata che si tiene l'ultimo giorno di Carnevale (Martedì grasso), subito prima del periodo di astinenza e digiuno della Quaresima. Oppure dalla parola “carnualia” (giochi campagnoli) o ancora dalla frase carrus navalis (nave su ruote o da currus navalis (corteo navale), usanza di origine pagana sopravvissuta fino al XVIII secolo. Nel periodo che va dal 250 d.C. al 500, il Cristianesimo istituì la Quaresima. Così, dopo quei tre attesi giorni di divertimento e di svago, con le Ceneri ebbe inizio il periodo quaresimale, con “carnem levare”, cioè la festa che ci infligge quaranta giorni di penitenza ed astinenza dalla carne, ricordandoci che siamo destinati a morire e a tornare polvere. Nel nostro dialetto siciliano la parola carnevale conserva interamente la sua origine latina, infatti “carnem levare” diventò “carnelevare” e, successivamente, carnelevaru. La ricorrenza del Carnevale coincide con il risveglio della natura, essendo già la primavera vicina. In questo caso, il Carnevale segna un passaggio tra l’inverno e la primavera, simbolicamente segna anche il passaggio fra la morte e la vita, tra gli inferi e la terra abitata dai vivi. Da un punto di vista storico e religioso, la baldoria carnascialesca rappresenta un periodo di il caos che sostituisce l’ordine costituito, che, una volta esaurito il periodo festivo segue il restauro della legalità, e dell’ordine, garantito per un ciclo valido fino all'inizio del carnevale seguente. Il rituale ha un carattere purificatore che comprende un "processo" e una "condanna", la lettura di un "testamento" e un "funerale" del carnevale il quale spesso comporta il bruciamento del "Re carnevale" rappresentato da un fantoccio (altre volte l'immagine - simbolo del carnevale è annegata o decapitata). Tale cerimonia avviene in molte località italiane, europee ed extraeuropee. La caratteristica di questa festività è l’allegria collettiva accompagnata dal mascheramento, attraverso il quale si invertono i ruoli assegnati dalla società ad ogni individuo, violando ogni regola comportamentale, compresa la comune decenza. L’eccesso è compreso nella natura stessa della festa, in quanto permette di fare ciò che diversamente non è permesso. Famosi in tutto il mondo è il Carnevale di Rio in Brasile, di Colonia in Germania, Nizza in Francia e Québec in Canada. L'Italia ha una grande ricchezza di maschere di Carnevale a carattere regionale: sono nate dal teatro dei burattini, dalla Commedia dell'arte, da tradizioni arcaiche, oppure sono state ideate appositamente come simboli dei festeggiamenti carnevaleschi di varie città. Molto rinomato è il carnevale di Venezia dove vengono premiate le maschere più belle, vestite in costumi dell’epoca e a Misterbianco (CT), dove sfilano oltre 700 maschere di pregevole fattura, che richiedono una lunga lavorazione e materiale pregiato. L'usanza dei carri allegorici, durante il Carnevale è attiva in molte città italiane, come Viareggio, Acireale, Putignano, Massafra, Melilli, Sciacca, ecc. dove nei tre giorni di baldoria carnevalesca vengono fatti sfilare carri sovrastati da figure allegoriche costruite in cartapesta, che in genere rappresentano in maniera ironica alcuni eventi o personaggi di attualità. In Sicilia la maschera per eccellenza è Peppe Nappa, della Commedia dell'arte, solennemente celebrata durante il carnevale di Sciacca. Le prime notizie storiche certe sul Carnevale siciliano risalgono al 1600 e riguardano la città di Palermo. Eravamo allora sotto la dominazione spagnola, che in Sicilia ha lasciato tanti segni della cultura barocca. Col passare degli anni, la manifestazione diventa sempre più sfarzosa negli addobbi, nei costumi e nelle maschere. Anticamente in Sicilia si poteva assistere a delle danze particolari, come quella "degli schiavi" durante la quale i partecipanti, travestiti appunto da schiavi, ballavano per le strade pubbliche al suono di antichi strumenti turchi come i tamburi, oppure si svolgeva la così chiamata "Balla-Virticchi", dove i partecipanti si travestivano da pigmei e facevano divertire il popolo. Le “Farse di Carnevale” sono delle storielle burlesche, scritte e recitate in vernacolo, che mescolando la tradizione popolare a quella pagana, i cicli della vita con quelli della morte, e criticando le classi sociali facevano divertire un pubblico, che spesso si identificava nei protagonisti. “La Vastasata”, un tipo di farsa popolare, in cui erano protagonisti i “vastasi”, cioè i facchini scaricatori di porto, sorse a Palermo, nella seconda metà del 18° sec. Le rappresentazioni avvenivano dentro una baracca di legno, detto “casotto”, adattata per l’occasione in teatrino. Il popolo ne era attore e spettatore. I temi erano semplici, a volte venivano inserite delle cantate. Il loro protagonista principale era “Nofriu” (Onofrio) che incarna le precedenti maschere siciliane di servi. Nel XV e XVI secolo, a Firenze i Medici organizzavano grandi mascherate su carri chiamate "trionfi" e accompagnate da canti carnascialeschi, cioè canzoni a ballo di cui anche Lorenzo il Magnifico fu autore. Celebre è Il trionfo di Bacco e Arianna scritto proprio dal Magnifico. Nella Roma del regno pontificio si svolgevano invece la corsa dei barberi (cavalli da corsa) e la "gara dei moccoletti" accesi che i partecipanti cercavano di spegnersi reciprocamente. Il Carnevale di Acireale, è uno dei più antichi della Sicilia e si svolge ogni anno nella città di Acireale, in provincia di Catania. Tra le sue caratteristiche vi è la sfilata di carri allegorici; in alcuni di essi si utilizzano migliaia di fiori freschi disposti uno a fianco all'altro e perciò sono detti carri infiorati. I carri danno il loro spettacolo anche di notte, attraverso migliaia di lampadine e luci, movimenti spettacolari e scenografie in continua evoluzione durante le esibizioni. (Vito Marino)