La manifestazione massiccia degli studenti è il segnale del malcontento che ha creato e continua a creare il Governo Berlusconi. Un malcontento generale che colpisce

 anche i più giovani, ingenerando, tra ragazzi e ragazze, il senso d'insicurezza e di sfiducia verso ogni forma di istituzione. Il Governo non può continuare a guardare altrove ignorando, colpevolmente, i focolai di rivolta che covano in ogni parte della nostra Penisola. Basta alla politica delle parole e delle illusioni. Il Governo deve iniziare a dialogare con chi questi pericolosi segnali li ha colti da tempo e che da tempo li denuncia non con l'inerzia di parole effimere, vuote ed insignificanti, ma con la forza dei fatti. La sensazione è che il Governo Berlusconi ha già fatto il suo tempo. La riforma scolastica è stata la classica goccia che ha fatto traboccare un vaso già colmo. Riformare un settore importante come la scuola non significa imporre i tagli con la logica del ragioniere. Ai ragazzi bisogna offrire, innanzitutto, istituti più conformi alle loro esigenze, ma soprattutto un'adeguata preparazione che li possa immettere nel domani, nel complesso ed agguerrito mondo del lavoro. Obiettivi questi che non si possono conseguire con la tragicomica politica dei tagli indiscriminati e sparando nel mucchio, per colpire i professori che nell'universo della scuola non costituiscono certamente un corpo estraneo di cui potersi disfare. Invito i cittadini a partecipare numerosi alla raccolta di firme per indire il referendum, l'ultima spiaggia per cancellare l'ennesima nefandezza di un Governo di cartapesta. (fonte trapaniokB.G.)