Il cosiddetto restyling dei vigneti è stato introdotto da un regolamento comunitario del 1999, per adeguare la qualità della produzione di vino alla domanda del mercato. Gli obiettivi principali del bando sono la diversificazione varietale con l’introduzione di vitigni miglioratori e la valorizzazione degli autoctoni di pregio; la ristrutturazione dei vigneti per renderli meccanizzabili; la sostituzione della forma di allevamento a tendone con quella a spalliera. “Si tratta - spiega l’assessore Giovanni La Via - di una grande opportunità per rendere più competitive sui mercati internazionali le aziende di un comparto, quello vitivinicolo, che contribuisce alla formazione della produzione lorda vendibile regionale in misura pari al 17 per cento, corrispondente ad un valore medio di circa 400 milioni di euro. Sono certo che, come in passato, saranno molti i viticoltori che parteciperanno al bando. Anche questa volta, come negli ultimi 2 anni, - conclude La Via - la somma destinata al sistema cooperativo è il 60 per cento del budget complessivo. Una scelta per orientare maggiormente lo sviluppo verso le cantine sociali. Un modo per renderle più competitive e quindi poter aggredire meglio i mercatiâ€. I vigneti oggetto dei progetti di ristrutturazione e riconversione devono essere ubicati nelle aree delimitate dai disciplinari di produzione dei vini Doc (Denominazione di origine controllata) e Igt (Identificazione geografica protetta). Considerata la particolare situazione pedoclimatica e varietale delle zone di produzione, è stata riservata una quota di superficie per la Doc Etna (60 ettari) e la Doc Faro (20 ettari). Stessa cosa, ma per gli svantaggi legati in particolare alle loro condizioni di marginalità e per il peculiare contesto pedoclimatico, per le Isole Eolie (30 ettari) e per quella di Pantelleria (50 ettari). Una quota di 30 ettari, infine, è stata riservata a coloro che utilizzano terreni confiscati alla mafia. “Il bando - afferma il dirigente generale del Dipartimento interventi strutturali, Giuseppe Morale - prevede un contributo pari al 57 per cento dei costi sostenuti per la ristrutturazione e riconversione, un indennizzo del 100 per cento delle perdite di entrata, conseguenti all’azione del piano, pari a 1.470 euro per ettaro e il riconoscimento del 100 per cento dei costi relativi alla spese di estirpazione del vigneto pari a 530 euro per ettaroâ€. La domanda per accedere ai contributi potrà essere presentata esclusivamente per via telematica dai Caa (Centri di assistenza agricola) di riferimento o dai tecnici abilitati sul portale del Sian entro il 15 gennaio. Anche se sembra ormai scontata una proroga da parte del ministero delle Politiche agricole e forestali. Dal 2000 ad oggi, la Sicilia è stata la regione che più di ogni altra ha speso i fondi messi a disposizione dall’Unione europea e, nella maggior parte dei casi, ha impiegato anche le risorse non utilizzate dagli altri. Il numero complessivo dei beneficiari è di 11.320, con 34.204 ettari riconvertiti o ristrutturati, per un importo totale di contributi pari a 235,176 milioni di euro. Trapani, Palermo e Agrigento sono le 3 province alle quali è andato più del 92% dei contributi a disposizione.