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La vicenda dei passaporti falsi, venula alla luce dopo accurate indagini, preoccupa parecchio, non solo per la confusione che essa crea in mezzo alle comunità , preoccupate per quelli che succede, ma anche perché fa arrivare alla considerazione che la rete consolare è permeabile a fatti e vicende scandalistiche, che denunciano la presenza di una rete illegale, che parte dall’Italia e raggiunge i vari consolati coinvolti. Questo ci porta a riflettere sulla imprescendibilità della riforma e del potenziamento della stessa rete, che evidentemente non va d’accordo con i recenti tagli previsti nel bilancio degli italiani all’estero. Sulla vicenda, l’On. Porta, non solo nella sua qualità di deputato eletto nella circoscrizione e estero, America Meridionale, ma anche in quella di persona attenta alle vicende dell’emigrazione, co nsapevole delle ripercussione che la vicenda può avere in mezzo alle comunità , ha rilasciato una dicuarazione che riprendiamo da AISE e riportiamo qui sotto. Il nostro auspicio è che si faccia chiarezza subito su tutta la vicenda che non coinvolge solo giocatori di calcio, ma anche altra gente che in questoi modo pensa di potersi comperare un passaporto di un paese europeo, scavalcando così le norme relative alla legge che regola l’entrata degli stranieri extracomunitari in Italia. - "Sono appena rientrato dal Sud America, in particolare da una visita di due giorni a Lima (Peru), dove ho partecipato ad una importante Conferenza organizzata dalla Camera dei Deputati e dal PD in memoria dei giudici Falcone e Borsellino. Nei contatti avuti con la stampa e con i rappresentanti della comunità italiana è emersa una grande preoccupazione in relazione agli episodi, denunciati dai mass media peruviani, di illeciti relativi all’emissione di passaporti italiani. Come sapete, il nostro Ambasciatore in Peru è morto recentemente e non è ancora stato sostituito; il Console Spina era assente per ferie; il Consigliere Tafuri, che in questi giorni "regge" la nostra Ambasciata, era in malattia…: Già da questi elementi posso esprimere una prima considerazione: se per un parlamentare non è stato possibile acquisire in loco dai rappresentanti della nostra sede diplomatica informazioni circa gli accadimenti di questi giorni, come è possibile per un comune cittadino italiano o peruviano avere accesso ad analoghe informazioni, anche non necessariamente relative a tali fatti?" Vice Presidente del Comitato Permanente sugli Italiani all’Estero della Camera dei Deputati, Fabio Porta, di ritorno dal suo viaggio in Sud America, commenta lo scandalo dei passaporti scoppiato in Argentina e Perù che ha coinvolto calciatori e non ed in seguito al quale sono stai eseguiti decine di arresti. "Cerco di essere più chiaro", prosegue Porta. "È ammissibile mantenere all’estero, in Sud America, dove vive la maggiore comunità di italo discendenti al mondo, dove vive uno dei maggiori contingenti di immigrati extra comunitari residenti nel nostro Paese e dove l’Italia vuole svolgere un ruolo di primo piano in materia geo-politica e geo - economica (sono parole del nostro Sottosegretario agli Esteri, on. Enzo Scotti) una struttura consolare ridotta all’osso e quindi incapace di gestire l’ordinaria amministrazione prima ancora che quella straordinaria?" "Non metto in dubbio la serietà e la professionalità dei nostri diplomatici e dei loro collaboratori", sottolinea il deputato del PD, "e sono convinto che tanto l’amministrazione del Ministero degli Esteri quanto (ove interpellata) la giustizia locale faranno luce sui recenti episodi venuti alla luce in Sud America". Secondo Porta "quello che però va ribadito, a costo di essere banali, è che non è più possibile continuare a fare le "nozze con i fichi secchi": se lo sforzo in atto con la cosiddetta "task force" (il potenziamento dei consolati in Sud America in relazione alle giacenze delle domande di cittadinanza approvato nella scorsa finanziaria, NdR) andasse in fumo e se i "tagli" in atto penalizzeranno in maniera permanente le nostre già malandate sedi consolari", conclude, "episodi e situazioni analoghe saranno destinati a ripetersi, e non per colpa di questo o quell’altro delinquente, ma per una irresponsabilità generale di chi dovrebbe garantire alla nostra struttura diplomatica all’estero un apparato efficiente e adeguato alle domande alle quali è quotidianamente sottoposto".