1) Introduzione: Il prossimo Congresso della FILEF ha luogo in un momento estremamente grave, di netto generale peggioramento delle condizioni del lavoro, peggioramento che è la causa centrale dell’emigrazione e dell’immigrazione. Ci pare inesatto parlare di ”circolazione” dei lavoratori e delle lavoratrici

dato che il movimento è in una sola direzione, dal Sud al Nord, sia all’interno dell’Italia che dall’Italia e dal Sud dell’Europa e del mondo verso il Nord. Particolarmente colpite sono le donne, che ne costituiscono la buona metà . Le donne sono coinvolte in prima istanza nel lavoro produttivo (ancorché spesso a part-time o con contratti a termine) e riproduttivo, quest’ultimo quasi sempre totalmente a loro carico benché a nostro parere debba coinvolgere tutti i membri adulti della famiglia. Siamo convinte che il tema della parità di genere e delle pari opportunità debba diventare un asse portante della FILEF rinnovata che verrà fuori dal prossimo congresso. L’emigrazione femminile italiana rispecchia un panorama complesso e variegato. L’impegno delle donne nella FILEF (che ne costituiscono il 30% circa) è stato storicamente ed è attualmente estremamente elevato. Anche se non manca materiale sul tema nell’archivio della FILEF, il tema non è stato sufficientemente conosciuto e valorizzato finora e la presenza femminile non è rispecchiata adeguatamente nell’organizzazione stessa della FILEF. Come primo passo vogliamo creare un coordinamento femminile intergenerazionale e trasversale, che non è mai esistito finora. Vogliamo anche sottolineare che noi vediamo un tale coordinamento come uno strumento di lavoro e non come qualcosa di scollegato dalla problematica generale della FILEF. Dobbiamo conoscere meglio la situazione delle donne in tutte le parti del mondo, e non solo delle italiane. Dobbiamo prestare una particolare attenzione alle ragazze che costituiscono la maggior parte della nuova emigrazione e, soprattutto, dobbiamo sviluppare la comunicazione con le donne immigrate che in Italia costituiscono oltre la metà dei flussi migratori. Vogliamo che la nuova FILEF sia utile e attrattiva per le donne, sia emigrate che immigrate.

2) Conoscere l’emigrazione femminile -

Mappatura della situazione attuale: I dati statistici sulla “nuova emigrazione” non tengono sufficiente conto della differenza di genere. Da quali regioni emigrano di più, dove vanno? Si trasferiscono in altri paesi o cercano di tornare in Italia? Quale è il loro livello di formazione? Emigrano da sole? Con i partner? Con i figli? Dobbiamo esigere che le indagini statistiche rispecchino adeguatamente la specifica condizione femminile. - Storia dell’emigrazione femminile italiana. - Figure di rilievo dell’emigrazione femminile che hanno svolto o svolgono un ruolo rilevante nei paesi di arrivo. - Allo scopo è necessario creare un sito particolare della FILEF dedicato all’emigrazione femminile che già da ora potrebbe contenere le ampie informazioni che ci sono pervenute sulla specifica problematica di alcuni paesi come l’Argentina, la Svizzera e la Germania.

3) Rinnovamento dell’organizzazione interna della FILEF

La parità di genere deve essere un elemento costitutivo dell’organizzazione della nuova FILEF, a tutti i livelli Lo specifico femminile deve essere preso in considerazione non solo nelle questioni considerate tradizionalmente “femminili” bensì in tutte le tematiche affrontate dall’organizzazione.

4) Il lavoro femminile

La parità di genere nell’organizzazione del lavoro deve tenere in conto sia il lavoro produttivo che riproduttivo e deve quindi proporre un modo di sviluppo non basato sulla crescita ma sul benessere sociale e il diritto di uomini e donne ad avere un lavoro dignitoso. Noi ci aspettiamo che il lavoro riproduttivo sia citato nella Costituzione come premessa necessaria a tutto il lavoro produttivo (vedi riforma dell’art. 37 della Costituzione). Occorre trovare le soluzioni giuridiche e finanziarie. che consentano alle donne di condividere con i membri adulti della famiglia il carico del lavoro riproduttivo e che tengano conto delle nuove costellazioni familiari che si sono venute a creare negli ultimi anni.

5) La nuova emigrazione femminile

Il fenomeno della nuova emigrazione coinvolge in altissimo grado le donne che ne costituiscono praticamente la metà e che sono portatrici anche dei più attuali problemi del migrare. Esistono, all’interno dell’emigrazione femminile, differenze sociali e culturali, differenze di classe, che implicano la necessità di politiche di sostegno diversificate nei loro confronti. Caratterizza in ogni modo il fenomeno l’altissima percentuale di diplomate e laureate (che rispecchia anche la stessa sproporzione rispetto ai maschi in Italia nella carriera scolastica) e il fatto che numerosissime donne emigrano da sole. Le donne che emigrano oggi sono donne, soprattutto giovani, preparate, anche libere professioniste che nel settore del lavoro autonomo realizzano nuovi tipi di attività lavorativa nell’area informatica o comunque via internet. Molte sono anche piccole imprenditrici nell’area commerciale che affrontano esperienze internazionali, a causa di difficoltà economiche nei loro paesi di origine. La FILEF deve impegnarsi per raggiungere queste donne, reperire quali siano i loro modi di aggregazione e di relazionarsi con la comunità italiana esistente e poter offrirsi come una fonte di informazione e di sostegno. Forse una rete di coordinamento femminile FILEF locale potrebbe costituire uno strumento utile per mettere in contatto la vecchia e la nuova emigrazione femminile e contribuire all’inserimento delle nuove arrivate. A tale scopo è anche importante che la FILEF mantenga e approfondisca i suoi rapporti di collaborazione con altre organizzazioni quali CGIL, Patronato INCA, ARCI ma anche altre quali le Case delle Donne e i Centri antiviolenza.

6) Immigrazione al femminile -

Le donne immigrate in Italia hanno spesso fatto un enorme viaggio non solo nello spazio ma anche nel tempo, un’esperienza che già hanno vissuto milioni di donne italiane emigrate nel secolo scorso. Esse costituiscono in Italia – al 1° gennaio 2020 - il 52,4% degli adulti immigrati. E le ragazze straniere minorenni rappresentano il 48,1%. Le giovani donne di origine straniera hanno molta voglia di esserci, di essere protagoniste della loro vita e di vedere rispettati i loro diritti. - L’obiettivo delle pari opportunità, in quanto principio giuridico, va salvaguardato ed inteso come il superamento degli ostacoli alla partecipazione economica, politica e sociale di un qualsiasi individuo per ragioni connesse al genere, religione e convinzioni personali, razza e origine etnica, disabilità, età, orientamento sessuale o politico. Deve essere tutelato e riproposto per garantire la dignità delle persone. - La FILEF deve agire per raggiungere una maggiore inclusione sociale delle donne immigrate in Italia, che non ne esiga l’integrazione/assimilazione ma eviti anche che siano ingabbiate nell’etnicizzazione delle differenze culturali che spesso invece sono soprattutto sociali ed economiche. 28 maggio 2021