ROMA - Nuova mobilità, editoria italiana all’estero, rappresentatività, comunicazione mirata, problematiche nei servizi consolari, problematiche riguardo al diritto di voto, possibili riforme per un futuro più inclusivo, relazione con le Istituzioni, turismo delle radici, brexit e parità di genere. Sono tanti gli argomenti affrontati nel pomeriggio di questa terza giornata di Assemblea Plenaria del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero – CGIE,
in corso fino a venerdì alla Farnesina, che ha visto protagonisti i Vice Segretari Generali per area geografica, i Presidenti di sei delle otto Commissioni tematiche e le Coordinatrici di tre Gruppi di lavoro. Ad aprire la discussione del pomeriggio è stato Walter Petruzziello, componente del comitato di presidenza, che ha fatto le veci del Vice Segretario Generale per l'America Latina, Mariano Gazzola. “Abbiamo parlato con tanti comites, anche quelli tra i paesi non rappresentati nel Cgie”. E “abbiamo parlato della tragedia del Rio grande do Sul, per la quale si è pensato di istituire un canale istituzionale per raccogliere dei fondi. Lo hanno già fatto i comites ma è difficile fare uscire le risorse raccolte”. Inoltre, ha manifestato “l’appoggio a cambiare sede al Consolato di Porto Alegre, speriamo in una inaugurazione a breve”. Petruzziello ha poi voluto evidenziare la sua preoccupazione per la tabella del Cgie e per la sparizione di diversi paesi, compresi quelli nell’America Centrale. “Nella prossima consiliatura, alcuni paesi avranno un aumento di consiglieri e altri ancora non averne affatto. È una questione seria, dobbiamo pensare a fare qualcosa di diverso per rivedere la tabella”. Infine, ha spiegato di avere sul tavolo delle questioni anche un maggiore accesso alla diffusione della lingua e della cultura italiana all’estero in America Latina. Ma ancor più preoccupazione, il componente del CDP l’ha manifestata riguardo l’incapacità di riempire tutte le cariche per i funzionari dei consolati: “non c'è mai copertura totale dei posti. Servono modifiche e incentivi per coprire e trasformare il ruolo dei funzionario all'estero. Mancando personale, mancano anche i servizi adatti ai nostri connazionali". Da ultimo, Petruzziello ha chiesto "uniformità nelle procedure dei consolati in tutto il Sud America. Lo dobbiamo fare uniti. Perché alcuni funzionari non sono dovutamente preparati. E questa è una questione che va gestita dalla nostra direzione". Dopo il breve intervento di Giuseppe Stabile, neo vicesegretario per l'Europa e i paesi del nord Africa, che ha spiegato che nei prossimi giorni verrà prodotto un documento più proficuo, è potuto intervenire Gianluca Lodetti, Vice Segretario Generale di Nomina governativa, che ha spiegato come, con i consiglieri di nomina governativa, abbiano affrontato nelle riunioni di questo periodo diversi punti partendo dall’analisi degli ultimi dati sulla mobilità, ossia: impatrio, spopolamento, sanità e lingua e cultura, con anche una piccola appendice su cittadinanza e servizi, confrontandosi con diversi parlamentari eletti all’estero e altri sono già in programma nel prossimo futuro. Ma soprattutto, Lodetti si è detto soddisfatto per aver inaugurato “un metodo che mira ad avvicinare ulteriormente il mondo istituzionale, il parlamento nello specifico, in modo da avere un rapporto fluido con i parlamentari che aiutino la vita dei nostri connazionali nel mondo”. “Vogliamo riprendere il discorso sugli italiani all'estero nelle istruzioni ma anche nella società civile. Abbiamo analizzato i dati Istat: si nota una grande ripresa della mobilità, specie dei giovani (oltre 100 Mila quest’anno). In Italia aumenta la denatalità, la popolazione e la forza lavoro invecchiano e si accentua lo spopolamento. In un fenomeno migratorio come questo è fondamentale sostenere rapporti tra i paesi di provenienza e gli emigrati. Servono mantenimento del legame e incentivi, tra cui le agevolazioni fiscali per chi possiede la casa. In modo da pensare, nel lungo periodo, alla circolarità del fenomeno”. Il vice segretario di nomina governativa ha poi spiegato come il “nostro gruppo vuole verificare alcune politiche del governo e l'azione dei parlamentari eletti all'estero. Con i deputati abbiamo lavorato sul fronte fiscale, pareggiare le condizioni degli italiani all’estero a quelli italiani; abbiamo parlato di denatalità e dei provvedimenti del deputato Fabio Porta così come del DDL del deputato Andrea Di Giuseppe sul tenere i servizi del SSN con un contributo. Continueremo a lavorare, auspicando un rapporto continuo con il MAECI per ciò che riguarda gli enti gestori”. Secondo quanto comunicato da Lodetti, infatti, è “necessario migliorare i servizi, anche attraverso patronati e CCIE, e migliorare il modo in cui vengono riconosciute le cittadinanze per una cittadinanza consapevole anche attraverso percorsi formativo spiegando diritti e doveri dei cittadini”. Prima dei Presidenti delle Commissioni Tematiche, ha preso parola anche Luigi Maria Vignali, Direttore Generale per gli Italiani all’Estero della Farnesina, che ha risposto a diverse questioni e dubbi fuoriusciti dalla prima parte della giornata di lavori, tra cui le problematiche legate alle schede elettorali all’estero, il dialogo spesso complesso fra Ministeri dell'interno dei diversi paesi e sulla mancanza di rappresentatività di tutte le comunità italiane all’estero, specie quella dall’Africa, ad oggi Continente senza nessun rappresentante nel Consiglio Generale. “Il cgie – ha suggerito Vignali - potrebbe invitare rappresentanti dell'Africa per avere un riscontro su quelle comunità”. Poi ha potuto parlare anche del rilascio dei passaporti e delle cittadinanze, specificando come le regole, per la questione, siano fatte dal Ministero degli Interni, ma “insieme, Farnesina e CGIE possiamo portare proposte per risolvere il problema del grande faldone delle cittadinanze”. Così come riguardo il problema degli intermediari sugli appuntamenti per richiedere il Passaporto: “un problema che stiamo contrastando” e che non può annoverarsi solo con le difficoltà del servizio “Prenotami”, che secondo Vignali “funziona”, ma possono verificarsi perché “le richieste sono tante”. Una cosa ha voluto assicurare il Direttore Generale per gli Italiani all’estero della Farnesina, ossia che “nel giro di alcuni mesi riusciremo a mettere a disposizione delle sedi un sistema sempre più sicuro”, e forse anche più “omogeneo” nonostante le sedi all’estero siano “molto diverse tra loro”, così come gli utenti. È stata poi la volta di sei dei presidenti delle otto commissioni tematiche. A prendere parola, il presidente della I commissione, “Informazione e Comunicazione”, Giangi Cretti, che spiegato di aver avuto, nella riunione di ieri, diverse interlocuzioni per affrontare diverse tematiche accompagnati da due esperti, Franco Sitti e Patrizia Perilli. Tra questi incontri, la Commissione ha incontrato il dipartimento dell’Editoria della Presidenza del Consiglio che “ci hanno dato risposte concrete”. Specie riguardo i contributi per gli editori italiani all’estero e per i quotidiani che fanno informazione per loro. “La prima rata è stata già erogata – ha spiegato Cretti - e il saldo avverrà entro la fine dell'anno, rispettando i tempi. Con la sola esclusione, per mancanza di anzianità, de L'eco di Londra”. Per quanto riguarda i periodici, i “tempi sono più dilatati, è stato liquidato il contributo del 2022”. Ma una cosa è già riscontrabile, ha aggiunto: “il numero delle testate che richiedono contributi è in costante diminuzione”. “Il contributo complessivo rimane attorno ai 2 milioni di euro”. Ma ci sono ancora problemi, specie riguardo la criticità dell'invio dei documenti in tempo utile. Un problema che “riguarda anche gli uffici consolari”. Altro problema segnalato da Cretti è il ruolo dei comites che “non hanno obbligo di inviare la tenuta contabile, ma devono mandare solo un parere. E spesso i pareri sono di natura politico-culturale e bloccano contributi”. È importante, ha informato ancora il Presidente della Commissione I, “che gli statuti stabiliscano in modo chiaro che ogni editore ha diritto a una testata. E i costi che ha devono essere tracciabili, i documenti presentati in lingua italiana e l'invio delle copie fatte a spese proprie”. Cretti ha infine segnalato che all'orizzonte “c'è una riforma del regolamento (non della legge) che dovrebbe entrare in vigore nel 2025 e che punta a una semplificazione che a noi però potrebbe sembrare una complicazione”. Riguardo alle testate digitali, invece, non sono previsti contirbuti al momento in quanto non ci sono i requisiti per capire il valore della testata e i contributi che gli spetterebbero. Infine, ha parlato anche dell’incontro avuto con Fabrizio Ferragni, direttore dell’offerta per l'estero della Rai, e il consigliere d’Ambasciata, Giovanni Maria De Vita, per il turismo delle radici: “c’è ancora da capire i fondi per le pubblicità istituzionali, ci sono ancora dubbi”. E per concludere ha auspicato una collaborazione più intensa con Davide Marotta, responsabile dell’informazione del MAECI, che si è detto disponibile per consulenza al Cgie. È intervenuto poi Maria Candida Imburgia, della Commissione II “Sicurezza, Tutela Sociale e Sanitaria” che ha spiegato a grandi linee il programma operativo, ossia “monitorare bisogni ed esigenze dei flussi migratori”, specie in un mondo come quello dell’emigrazione sempre più giovane, fatto di lavoratori e studenti “che chiedono risoluzione a problemi fiscali e burocratici. L'Italia fuori è sempre più giovane e l'Italia in Italia è sempre più anziana. La mobilità è sempre più inquieta, c’è chi parte, c’è chi resta e c’è chi torna. Una realtà poi composita rispetto al passato. Da parte nostra serve attenzione sempre più qualificata”. E più in particolare riguardo la sanità “serve ricerca, informazione puntuale ed efficace, capire come procedere alla ricerca”. Ma serve, secondo Imburgia, una “interlocuzione tra MAECI e patronati e definire questa sinergia”. Dopo di lei, ha preso parola Filippo Ciavaglia, della Commissione II Dirti Civili, Politici e Partecipazione, che ha spiegato di aver discusso principalmente di tre temi: la riforma del regolamento Cgie, la legge istitutiva del comites e la legge istituiva del Cgie. Con una postilla sulla legge elettorale. “C'è stata massima condivisione nella commissione. E conveniamo sul fatto che servano delle riforme”. Tra una Commissione ed un’altra, hanno preso parola brevemente anche i deputati eletti all’estero Fabio Porta, del Pd, e Simone Billi, della Lega. “Vogliamo dialogare con la nuova segretaria generale – ha spiegato Porta che è stato presente tutto il giorno ai lavori -. Emigrazione e immigrazione sono due realtà che stanno salvando l'Italia”. C’è “da migliorare sul voto: ad ogni tornata elettorale ci sono brogli” ha spiegato ancora. Sul turismo delle radici, invece, ha detto: “la gestione del progetto ha uno strabismo, si rivolge agli italiani all'estero ma si svolge tutto in Italia. Servivano progetti più complessivi per un progetto che ha criticità molto grandi. Ma possiamo migliorarlo. Billi si è invece detto pronto ad aiutare la causa per qualsiasi cosa. Ha parlato poi il Presidente della V Commissione, Massimo Romagnoli, Promozione del Sistema Paese all'Estero, che ha evidenziato come in questi mesi di lavoro “abbiamo cercato di farci conoscere alle istituzioni. Abbiamo presenziato a diversi incontri. E abbiamo parlato con organi di stampa. Ma stiamo pensando ancora al futuro affinché gli italiani all'estero ci conoscano meglio. Diverse sono le iniziative pensate: come una banca dati degli imprenditori italiani all'estero”. In seguito, è intervenuto il Presidente della Commissione VI, Pietro Mariani, Conferenza Permanente Stato, Regioni, Province Autonome, CGIE: che si è detto rammaricato per l’impossibilità di svolgere la conferenza permanente nella scadenza dei tre anni, come da legge (che ricadrebbe quest’anno). “Vorremmo farlo nel 2025”. A tal ragione, Mariani ha pensato alla possibilità di diverse consulenze e si è rammaricato anche sul fatto di essere “esclusi dalla vita politica della regione, non ci possiamo candidare alla regionali. Un tema di cui abbiamo discusso e che dovrebbe cambiare”. Infine, ha preso parola Matteo Bracciali, della commissione 7, Nuove Migrazioni e Generazioni Nuove: “entro metà novembre vorremo provare a ragionare insieme in un momento pubblico”, ha spiegato. Questo porterebbe a: “allargare e coinvolgere la partecipazione dei nuovi expat, tema che coinvolge tutte le nostre comunità; focalizzare i contenuti e le finalità, scambiando buone prassi; riuscire a isolare una linea progettuale per gli expat sostenuto dalla rete consolare e dalle istituzioni”. Sul tema, ha parlato anche il Consigliere Raimondo Pancrazio, che ha aggiunto una nota sullo stato dell'arte della questione sanità, frontalieri e iscrizione al SSN. Hanno preso poi parola 3 delle esponenti di 3 Gruppi di Lavoro: prima Barbara Sorce, del gruppo di lavoro sul Turismo delle Radici: “ci siamo posti l'obiettivo di sviluppare strategie per esperienze autentiche. Nel frattempo abbiamo creato reti di contatto, abbiamo stabilito partenariati, delineato i profili di viaggiatori, partecipato a dibattiti locali in seguito ai bandi dei comuni e pensando anche al giubileo”. Poi la consigliera Maria Elena Rossi, del gruppo Parità di Genere, che ha spiegato: “abbiamo promosso una campagna di sensibilizzazione, “soli insieme si può”. Abbiamo coinvolto figure diverse. Cercando di coinvolgere anche uomini e adolescenti, per cercare di attivare un cambiamento complessivo nella società. Abbiamo fatto rete. Abbiamo creato premi e contributi e vogliamo continuare la campagna e creare un manuale per l'uso del linguaggio inclusivo. Il passo in avanti non è più prorogabile. E abbiamo ancora tanti progetti per contribuire alla diffusione di una nuova cultura per una società in cui equità e inclusione sono rappresentati al meglio”. Infine, ha preso parola Elena Remigi, che ha parlato dell’impatto della brexit sulle difficoltà degli italiani in UK, i problemi alle frontiere, i problemi con la tessera sanitaria europea. “Abbiamo sentito il parlamentare Crisanti e speriamo di risolvere questi problemi”. (l.m.\aise 19/06/2024)