L’ITALICUM E’ LEGGE: SENZA OPPOSIZIONI, MA 61 NO Roma - “Il governo ha mantenuto l’impegno preso coi cittadini, fare dell’Italia un paese in cui il giorno dopo le elezioni si sappia chi ha vinto, e la legge elettorale è il simbolo di un governo che non si limita a predicare le riforme ma le fa sul serio. Abbiamo promesso e abbiamo mantenuto”. Parole e sorriso di Maria Elena Boschi, che davanti a taccuini e telecamere annuncia i titoli di coda della questione legge elettorale. Referendum, presidenza della Repubblica o Consulta a parte, come invece sperano le opposizioni. L’Italicum è legge dopo oltre un anno e mezza di gestazione, il cui ultimo atto è stato un voto finale a scrutinio segreto (lunedì 4 maggio) cui non hanno partecipato i gruppi di opposizione, ma che ha fatto registrare comunque, oltre a 334 sì, anche 61 no. Da ricercare in parte tra i 29 votanti del Misto, certamente, ma anche tra i dissidenti della minoranza del Pd: sui tre voti di fiducia erano stati in 38 a non votare sì, nel segreto dell’urna invece qualcuno di più. Tra loro sicuramente Marco Meloni, Civati (che lo ha definito ‘un porcellum con le ali’), Fassina, Enzo Lattuca e ovviamente Pierluigi Bersani, per il quale “sessantuno voti contrari mi sembrano un dato politico abbastanza ampio, di cui bisognerà tenere Conto. Ma cosa fatta, capo ha...”. La nuova legge elettorale, che non entrerà in vigore prima del 1 luglio 2016 (ma il governo ha dato parere favorevole a un ordine del giorno di Ignazio La Russa, che vincola l’Italicum alle riforme costituzionali), prevede un premio di maggioranza alla lista con oltre il 40% dei voti o a quella che vincesse l’eventuale ballottaggio tra le prime due, un mix tra liste bloccate e preferenze con alternanza di genere, collegi plurinominali, soglia di sbarramento al 3%: una legge che, per Renzi, “ha un grande elemento di chiarezza, per 5 anni ci sarà lo stesso governo, sarà chiaro chi vince, ci sarà un sistema nel quale il nostro paese sarà un punto di riferimento per la stabilità politica, precondizione per l’innovazione economica e culturale”. Non è così per Renato Brunetta e Forza Italia, certi “che il presidente della Repubblica ne sottolineerà l’incostituzionalità, e comunque ci penserà sempre la Corte Costituzionale”, ma anche Sel, Lega e Movimento 5 Stelle. (NoveColonne ATG)
 
EXPO, APERTO “PIANETA LOMBARDIA”: LA REGIONE IN MOSTRA
 
Milano - "Sì, ce l'abbiamo fatta, apre 'Pianeta Lombardia' per mostrare la meravigliosa Lombardia. Diciamo che siamo all'80 per cento delle installazioni interne, abbiamo recuperato un po' di ritardi di chi l'ha realizzato, cioè il Padiglione Italia, ma sono molto soddisfatto". Lo ha detto il presidente di Regione Lombardia Roberto Maroni aprendo a Expo lo spazio dedicato al territorio lombardo. Il Padiglione è composto al piano terra da una serie di immagini che illustrano le nostre meraviglie da tutti i punti di vista, mentre al primo piano c'è una sala per gli incontri istituzionali delle imprese lombarde con il mondo di Expo, ha spiegato Maroni aggiungendo che “il vero Padiglione non è questo, è la Lombardia”. “Abbiamo investito molto, oltre 12 milioni di euro - ha spiegato il presidente - per iniziative in tutto il territorio lombardo per sostenere il turismo e le nostre imprese. Qui c'è la regia di questo grande Padiglione che si estende su tutta la regione”. Il vicepresidente di Regione e assessore alla Salute Mario Mantovani ha sottolineato come la situazione sanitaria "sia assolutamente gestibile, siamo aperti devo dire che c'è un'assistenza straordinaria assicurata da Regione". Fabrizio Sala, assessore con la delega all'Expo 2015, ha affermato: "Abbiamo portato la Lombardia al centro del mondo per presentarsi davanti a tutto il mondo con le sue eccellenze". "I turisti qui possono ammirare e poi andare a visitare anche le nostre zone più distanti dal sito Expo, trasformando così in un vero padiglione tutta Regione Lombardia". (NoveColonne ATG)
 
UE, PREMIO ZONE UMIDE: PROGETTO ITALO-SLOVENO TRA I FINALISTI
 
Venezia - “Adriawet 2000” è l’unico progetto italiano tra i 23 finalisti del Natura2000 Award, il premio dell’Unione europea che riconosce l’eccellenza nella gestione dei siti Natura 2000 e le attività di conservazione. Un riconoscimento andrà al progetto che riceverà più voti dai cittadini Ue nel voto online - sul sito della Comunità europea - che chiuderà il prossimo 6 maggio a mezzanotte. Il progetto “AdriaWet 2000: la natura non ha confini”, interregionale Italia-Slovenia, vede quali partener il Comune di Staranzano (Go), Dopps Slovenia, il consorzio sociale “Il Mosaico” e Veneto Agricoltura. Obiettivo: la tutela della biodiversità delle zone umide dell’Adriatico facenti parte della Rete europea Natura 2000, sviluppando un sistema di gestione integrata dei territori coinvolti; e definire modelli di cooperazione locale in grado di produrre risultati concreti in termini occupazionali. Le aree protette coinvolte da Adriawet2000 sono: la Riserva naturale Foce dell’Isonzo e la Riserva Valstagnon (Capodistria), la Riserva Naturale Integrale “Bosco Nordio” (Chioggia, Ve), la Zona di Protezione Speciale di “ValleVecchia” (Caorle, Ve) e l’Oasi di Ca’ Mello–Bosco della Donzella (Porto Tolle, Ro), gestite da Veneto Agricoltura. (NoveColonne ATG)
 
LE PIAZZE CONTRO LA "BUONA SCUOLA" DI RENZI. IL PREMIER: ASCOLTIAMO
 
Roma - (askanews) - Dalle piazze si solleva la protesta contro la "buona scuola" di Matteo Renzi, il quale risponde dicendo che il governo è pronto ad "ascoltare tutti" e a "entrare nel merito" delle ragioni del dissenso ma anche deciso ad "andare avanti" per "togliere un po' di polvere da questo paese". Nel giorno in cui il mondo della scuola manifesta contro la riforma scolastica, il premier ribadisce l'apertura dei giorni scorsi ad ascoltare le critiche al provvedimento, in discussione alla commissione Cultura della Camera, ma non arretra sulla necessità di condurla in porto. Nei tempi previsti che sono stretti, tanto che a Montecitorio si potrebbe lavorare no-stop anche nel week end: fine dei lavori in commissione intorno al 12 maggio, il 14 in aula per il voto delle pregiudiziali, voto finale il 19 maggio. "Oggi - ha detto Renzi a Bolzano e poi a Trento, mentre in sette città si snodavano cortei contro il ddl - abbiamo il coraggio di rimettere in moto le energie migliori partendo dalla scuola. Ci sono tante persone che protestano: qualcuno dice che protestano sempre ma noi ascoltiamo la protesta, è giusto affrontarla ed entrare nel merito". Ma, intendiamoci, "abbiamo investito 3 miliardi di euro. Nessuno, nessuno prima di noi ha investito così tanto" su un settore e un tema "chiave" per il governo. Soldi di cui la scuola, sottolinea la responsabile del Pd Francesca Puglisi, "ha bisogno", come sono necessarie "100 mila e 703 assunzioni e ulteriori 60 mila posti banditi con il prossimo concorso". Se in piazza docenti e studenti protestano sul metodo di discussione ("la buona scuola ci ha tolto la parola" recita più di uno striscione) e sul merito ("no alla scuola azienda e al preside sceriffo", "no a una scuola succube dei privati") dalla Camera il ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini, esprime "rispetto per lo sciopero", ma lo chiede anche "per il governo che fa il suo lavoro" e per il Parlamento "che è il portatore delle istanze del cambiamento del provvedimento". Perché il testo, precisa, "è aperto", "non abbiamo scelto il ddl in maniera casuale". C'è il rischio di una nuova fiducia quando i malumori della piazza si trasferiranno in aula, tra le fila di Sel, Movimento Cinque stelle ma, forse, anche in una parte della minoranza dem? Il ministro non la pronuncia nemmeno la parola "fiducia" e invece sottolinea che "il dibattito è ampio, molto costruttivo e sereno" e il metodo del governo "ineccepibile". Il preside sceriffo? "Fantasie", la riforma della scuola, risponde la Giannini, disegna solo il dirigente scolastico come un "leader educativo". Il Pd da parte sua ribatte con 14 slide agli slogan "non veri" della piazza. Ma non basta. I Cinque stelle, oggi presenti in massa al corteo romano, parlano di governo "sfiduciato" e chiedono di nuovo di scorporare il provvedimento, affidando al canale veloce del decreto il piano delle assunzioni. Sel parla di un governo "cieco e sordo che nega il confronto", Forza Italia si esprime con accenti diversi tra chi attacca Renzi per la sua "arroganza nel governare" e la posizione ufficiale del partito che, con la responsabile scuola Elena Centemero, vede nella piazza l'avamposto della "conservazione" e chiede al governo di non "snaturare" il testo. Interviene anche la presidente della Camera, Laura Boldrini, reclamando "rispetto" per chi sciopera e "risposte adeguate" per gli insegnanti "colonna portante del Paese". Dalle parti della minoranza dem è l'ex capogruppo alla Camera Roberto Speranza a ricordare che la riforma "non si può fare contro ma con" gli operatori del mondo della scuola e "il Pd deve avere l'intelligenza di ascoltare" e di "trovare soluzioni adeguate". Più duro e ormai a un passo dall'addio al partito Pippo Civati: "Questo - dice ribattendo al ministro Giannini - è uno sciopero non politico, perché la politica non rappresenta più nessuno, perché il Pd ha tradito i propri impegni elettorali e ha fatto una riforma della scuola che è lontanissima dalla nostra cultura politica". E, in provincia di Firenze, a Pontassieve, c'è una professoressa precaria di italiano e latino che è stata in particolare oggetto dell'attenzione dei media: Agnese Landini, moglie di Renzi, oggi, come aveva già annunciato, al suo posto di lavoro all'Istituto Balducci. Red
 
IMMIGRATI: SBARCO A POZZALLO, QUASI CENTO CASI DI SCABBIA TRA I 361 MIGRANTI
 
Sono quasi cento i casi di scabbia, segnalati dai sanitari, dopo lo sbarco a Pozzallo, nel ragusano, dalla nave Phoenix, dei 361 migranti provenienti da Eritrea, Sudan, Somalia e Bangladesh, Eritrea e Sudan. Gli extracomunitari verranno ospitati nel locale centro di prima accoglienza e la Polizia ha lavorato per trasferire in centri del Nord, anche con voli umanitari, gli 867 arrivati ieri sempre a Pozzallo. (fonte: adnkronos)