RICEVIAMO E VOLENTIERI PUBBLICHIAMO: COMUNICATO DEI COMITES D’AUSTRALIA I neoeletti Presidenti dei sei COMITES d’Australia, Paola Cerrato (Canberra-ACT) Giuseppe Musso (Sydney-NSW) Mariangela Stagnitti (Brisbane-QLD & NT) Mark Quaglia (Adelaide-SA) Francesco Pascalis (Melbourne-VIC & TAS) Vittorio Petriconi (Perth-WA), a seguito di una consultazione telefonica congiunta sul tema della riforma del CGIE dello scorso anno, sostengono una posizione di forte e decisa critica verso l’operato del Ministero Affari Esteri come da documento redatto dai Consiglieri CGIE residenti in Australia e diffuso presso le agenzie stampa d’emigrazione e presso i media locali italiani. I Presidenti COMITES d’Australia ritengono arbitrario il criterio usato per definire la nuova ripartizione dei seggi in seno al CGIE dopo la loro riduzione globale del 33% decretata dalla stessa legge di riforma. Privilegiare la componente europea lasciandone quasi inalterato il numero dei suoi rappresentanti e penalizzare la componente dei Paesi anglofoni con un taglio di quasi il 70% è una miope e vergognosa operazione di parte all’interno di un Ente diventato sovrastrutturale soprattutto dal momento in cui i deputati ed i senatori eletti all’estero sono entrati nel Parlamento. Alla luce del definito ruolo dei parlamentari e dei COMITES - che comunque nell’ambito della suddetta riforma hanno bisogno di essere rafforzati in struttura e competenze – i Presidenti COMITES d’Australia sostengono fermamente che la funzione del CGIE, diventato ormai CGI-UE, deve essere profondamente riconsiderata. In tempi recenti le sue competenze consultive e propositive spesso non sono state proceduralmente rispettate e, quando attivate, raramente assecondate dallo stesso Governo. Per questa ragione, il ruolo di raccordo del CGIE del futuro dovrá poggiare su basi diverse. La presenza italiana nel mondo è in continuo cambiamento e quel ruolo che la legge attuale assegna al CGIE deve essere rimodellato per garantire un rapporto piú diretto, forte e produttivo tra le comunitá all’estero e gli organi decisionali italiani. In conclusione, fermo restando che l’argomento deve essere approfondito nelle dovute sedi, i Presidenti dei COMITES d’Australia lanciano un appello al Governo, al Parlamento ed ai Partiti politici italiani affinché si riaccostino in maniera nuova e costruttiva a queste problematiche per avviare nel piú breve tempo possibile il processo di una riforma necessaria e irrevocabile.
 
L’EQUITÀ PRIMA DI TUTTO
 
Nei giorni scorsi ho ricevuto messaggi di sostegno alla mie riserve sulla ingiusta tassazione al 32.5% del reddito prodotto dai titolari di visto vacanza-lavoro proposta dal governo australiano. Ho ricevuto, però, anche alcune osservazioni critiche riguardo all’intervista rilasciata a Il Globo. Sul tema si possono certamente avere opinioni diverse, ma credo sia utile alla discussione spiegare in maniera più precisa e articolata la mia posizione. La modifica che il Governo si appresta a introdurre dal 1° luglio 2016 riguarderebbe la residenza. Per stabilire il livello di tassazione occorre determinare se si è residenti ai fini fiscali. Si risponde a un test e, generalmente, chi ha trascorso in Australia un periodo ragionevole di tempo con un impiego a carattere continuativo e una fissa dimora, può ragionevolmente qualificarsi per la tassazione da residente e quindi, ove il datore di lavoro abbia applicato una ritenuta del 32.5%, può recuperare a conguaglio, dopo la presentazione della denuncia dei redditi, la differenza tra le tasse dovute e quelle pagate. Oggi possiamo dire che per coloro i quali puntano, dal primo giorno, ad una sistemazione professionale e lavorativa a carattere continuativo esiste un forte incentivo ad essere in regola e a presentare denuncia dei redditi. Dal 1° luglio 2016, con le modifiche alle norme sulla residenza, avremmo tutti i lavoratori con visto vacanza-lavoro tassati all’aliquota fissa del 32.5%, indipendentemente dalla qualità della residenza. Si creerebbe, così, un forte incentivo a non essere in regola, alimentando quell’area di sfruttamento che è stata più volte denunciata nei mesi scorsi. Si tratta, in definitiva, di una questione di equità fiscale a fronte di un visto vacanza-lavoro che nasce con l’intento di avvicinare i giovani a cultura, lingua e tradizioni di un altro paese. Ma questo dovrebbe avvenire in un regime di equità, senza che questi giovani siano soggetti a sfruttamento o diventino vittime di una palese discriminazione. Ecco perché il richiamo agli impegni australiani in sede di International Labour Organization sono opportuni. Tra l’altro è proprio l’organizzazione internazionale del lavoro (OIL), organismo delle Nazioni Unite, ad occuparsi di questioni del lavoro attinenti alle migrazioni e a garantire parità di trattamento tra lavoratori, assicurando standard internazionali in materia contrattuale, sia per le condizioni di lavoro che per i trattamenti economici.
 
GOVERNO REGIONALE? E' IL MOMENTO DI CALARE IL CARICO
 
“Al principio era ‘o Battiato e Zichichi, o morte!’ cioè, o il profilo della giunta era e rimaneva quello, o tutto il resto è noia: paradigmi e recinti che non mi convincevano e non mi convincono. Nel deficit di consenso del governo, una responsabilità pesante l'hanno avuta gli assessori e la loro incapacità di tenere il fronte. Anzi in alcuni casi c'è stata una gara, una sorta di emulazione a far danni. Il consenso in politica non è un optional. Da Pericle in poi”. Lo dice Pippo Digiacomo, parlamentare regionale del PD. “Quindi, in una sorte di legge del contrappasso, ora sia la politica a ‘turarsi il naso’ con un governo nel quale si conti giusto qualche prudente inserimento tecnico, e basta! O noi riusciamo a mettere questo tema al centro del dibattito e trarne velocemente le conseguenze – prosegue Digiacomo - o è finita. E penso proprio che tocchi a noi PD porre il tema. In qualsiasi partita di briscola che si rispetti, c’è il momento in cui si deve ‘calare il carico’: questo è il momento” (Ragusa oggi - Redazione Palermo)
 
L’ON. FRANCESCA LA MARCA INTERVIENE A MILANO ALL’INCONTRO CON LA CITY DI TORONTO IN OCCASIONE DI EXPO 2015
 
L’On. Francesca La Marca ha partecipato mercoledì 24 giugno all’incontro con la City di Toronto, organizzato dalla Camera di Commercio italiana dell’Ontario, in collaborazione con lo Studio LCA e Air Canada, nel quadro delle iniziative legate all’Expo 2015, per promuovere le opportunità economiche e commerciali della metropoli nordamericana e favorire lo sviluppo delle relazioni tra uomini d’affari. L’impegno della parlamentare italiana si è sviluppato in due momenti. Inizialmente, ha partecipato ad una riunione ristretta presso la studio legale LCA con George Spezza, Direttore dell’Economic Development and Culture, Business Growth Services della Città di Toronto, Michael Thompson, Chair dell’ Economic Development and Culture Committee, Giorgio Visintin, Presidente della Camera di Commercio Italiana dell'Ontario ICCO, e l’ex calciatore Roberto Bettega, figura immagine dell’evento. Si è discusso di come attrarre investimenti europei verso la città di Toronto e degli incentivi che la stessa città offre per avviare rapporti commerciali con imprenditori di altri paesi. In particolare, si sono approfonditi gli aspetti relativi ai vari modi si realizzare delle partnership tra aziende italiane e canadesi. In un secondo momento, vi è stato un incontro allargato ad una quarantina di rappresentanti di aziende italiane interessate al mercato di Toronto e dell’Ontario. Erano in sala anche i componenti di una delegazione di aziende dell’Ontario e del Manitoba, in visita a Milano. In apertura dell’incontro, l’On. La Marca ha portato un saluto di benvenuto a entrambe le componenti di uomini d’affari, italiana e canadese, nella sua qualità, oltre che di parlamentare eletta nella ripartizione nordamericana, di doppia cittadina e, quindi, di ponte tra i due mondi. La presenza di una larga comunità di origine italiana in Ontario, di cui la stessa parlamentare è espressione, rappresenta un oggettivo e concreto riferimento delle potenzialità esistenti tra l’Italia e l’Ontario. L’Onorevole si è dichiarata molto interessata a conoscere le opportunità di business tra le due città, che nel passato sono state proficuamente gemellate, anche al fine di tenerne conto nel suo lavoro istituzionale e politico. L’Assessore allo sviluppo economico della città di Toronto, Michael Thompson, ha presentato le opportunità e la gamma degli incentivi offerti dalla città. Sono seguiti un intervento di Andrea Merluzzi (Air Canada) e un partecipato question time, nel corso del quale molti presenti hanno chiesto chiarimenti e notizie sugli aspetti trattati in precedenza. Il cocktail conclusivo, offerto dalla LCA, è stato l’occasione per i partecipanti per una diretta e personale conoscenza e per comprendere le concrete opportunità di scambio esistenti tra le due realtà.
 
DEPUTATI PD ESTERO:
 
La risoluzione del MEF conferma esenzione IMU per i pensionati in convenzione con un’importante novità Con la risoluzione n. 6 della Direzione per la Legislazione Tributaria e il Federalismo Fiscale del Dipartimento delle Finanze, il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha ufficializzato l’interpretazione dell’art. 9-bis del DL 28 marzo 2014 n. 47, convertito dalla legge 23 maggio 2014, n. 80, riguardante l’equiparazione ad abitazione principale di una sola unità immobiliare non locata posseduta da cittadini italiani iscritti all’AIRE e pensionati nei Paesi di residenza. Dopo l’incontro con i dirigenti della Direzione Generale si era stabilito che l’esenzione IMU ed il pagamento ridotto di due terzi di TARI e TASI spettasse non solo ai titolari di pensione corrisposta dai paesi di residenza ma anche ai titolari di pensione in convenzione, anche quando non percepiscono pensione locale, in conseguenza della natura della pensione maturata grazie ai contributi italiani ed esteri. Tale impostazione è ora confermata ufficialmente. Permane l’esclusione dall’esonero per i soli pensionati di pensione italiana maturata autonomamente in assenza di una pensione corrisposta dal paese di residenza. Non sarà invece possibile avvalersi dell’equiparazione se si risiede in un Paese diverso da quello che eroga la prestazione locale. Analogamente è confermata l’impossibilità dei Comuni di applicare ulteriori agevolazioni. L’esonero IMU e la riduzione a solo un terzo del pagamento di TARI e TASI spettano quindi a chi è titolare di pensione erogata dai paesi di residenza, incluse le pensioni di invalidità, a chi riceve pensione in Convenzione, anche se non percepisce pensione locale, a chi riceve pensione italiana autonoma, purché titolare anche di pensione locale. Non spetta ai soli titolari di pensione autonoma italiana. Importante infine segnalare che l’equiparazione si applica al cittadino iscritto all’AIRE, pensionato, anche se l’immobile si trova in un comune diverso da quello di iscrizione. I deputati: Farina, Fedi, Garavini, La Marca, Porta, Tacconi