A OSLO LA CONFERENZA "IL PRESEPE IN ITALIA DAL MEDIOEVO AI NOSTRI GIORNI" DELLA DANTE ALIGHIERI OSLO - L’ultima conferenza dell’anno organizzata del Comitato di Oslo della Società Dante Alighieri vedrà coem ospite l’antropologa norvegese Mia Finrud Di Tota che terrà una conferenza in italiano dal titolo "Il presepe in Italia dal Medioevo ai nostri giorni: dalla culla alla vita di paese e all’ironia sociale". La conferenza si terrà lunedì, 7 dicembre, alle ore 18.30, presso l’Istituto Italiano di Cultura di Oslo ed intende illustrare le origini del presepe, come tradizione natalizia, e la sua evoluzione nel corso dei secoli fino ad oggi. Mia Finrud Di Tota è antropologa sociale ed ha una profonda conoscenza dell’Italia. Ha pubblicato due libri e una serie di articoli sull'Italia. Negli anni ’70 ed ’80 è stata assistente di ricerca (vitenskapelig assistent) e assegnista di ricerca (forskningsstipendiat) presso il Museo Etnografico di Oslo. Successivamente ha esercitato la sua professione come antropologo freelance ed ha abitato in Italia. Prima della conferenza sarà proiettato un breve video di presentazione della Sede Centrale della Dante Alighieri a Roma, realizzato dal gruppo La Repubblica-L’Espresso in occasione del 750° anniversario della nascita di Dante. (aise)
PREMIO INTERNAZIONALE "BELLUNESI CHE HANNO ONORATO LA PROVINCIA IN ITALIA E NEL MONDO": L’ABM ORGANIZZA UNA CORRIERA PER AURONZO
BELLUNO - In occasione della XVI edizione del Premio Internazionale "Bellunesi che hanno onorato la provincia in Italia e nel Mondo", in programma sabato prossimo, 12 dicembre, ad Auronzo di Cadore, l’Associazione Bellunesi nel Mondo ha organizzato una corriera per quanti desiderano partecipare all’evento. La corriera, che partirà alle ore 8 del mattino da Feltre (Ospedale), farà tappa poi a Busche (Latteria Bar Bianco), Santa Giustina (Piazza Municipio), Sedico (ex alberghiero), Belluno (Piazzale Stadio), Ponte nelle Alpi (Palazzo Monte Bianco) e Longarone (Stazione FS) per arrivare alle ore 9.50 ad Auronzo (Cinema Kursaal). La cerimonia di premiazione avrà inizio alle ore 10.00 e si concluderà alle 12.00 circa. Seguirà un rinfresco. La partenza per il rientro è prevista alle ore 13.30 circa. I posti disponibili sono 32 e, riferisce l’ABM, il costo del trasporto è di 12 euro a persona. Qualora non venisse raggiunto un numero minimo di 25 partecipanti non verrà organizzato il pullman. Per informazioni e prenotazioni è possibile rivolgersi agli uffici ABM attravero il numero di telefono 0437 941160, l’e-mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. ed il numero di fax 0437 1952048. (aise)
“EMIGRAZIONE 2.0. DA GASTARBEITERN A BRAIN-DRAIN”: CONVEGNO A COLONIA
COLONIA - “Emigrazione 2.0. Da Gastarbeitern a Brain-Drain” è il titolo del seminario in programma a Colonia il prossimo 15 dicembre a conclusione delle iniziative promosse per i 60 anni di presenza italiana in Germania. Gli italiani, primi emigranti, sono ormai divenuti parte integrante della società tedesca. A 60 anni dal trattato bilaterale italo-tedesco del 20 dicembre 1955 per il reclutamento e il collocamento di mano d’opera italiana nella Repubblica federale si confronteranno durante un’ora di dibattito i protagonisti della prima emigrazione e di quella attuale, costituita da tanti giovani qualificati. Gli interventi di rappresentanti del mondo della politica, dell’economia e della cultura contribuiranno ad arricchire il confronto su 60 anni di presenza italiana in Germania.
LA FUGA DEI GIOVANI SARDI VERSO L’AMERICA LATINA
Il reportage dei freelance sassaresi Antonio Muglia e Salvatore Taras. Un volume che raccoglie le storie di chi ha lasciato l’isola alla ricerca di un futuro: Luca Lupino manager Adidas a Rio de Janeiro, Daniele Pinna cuoco e star della tv a Buenos Aires, il sassarese Natalino Demontis che a Cabo Frio costruisce candelieri di Fabio Canessa
AI PIEDI DEL REDENTORE. Per chi ama il calcio il Brasile è il Paese dei sogni, dei grandi campioni che hanno segnato la storia dello sport più popolare al mondo. Come Arthur Antunes Coimbra, meglio noto come Zico, che negli anni Ottanta mostrò il suo grande talento anche in Italia. Il suo nome è però soprattutto legato al Flamengo, la squadra brasiliana con il maggior numero di tifosi. Nel 1978, quando il numero dieci della formazione carioca era all'apice della carriera, nasceva ad Alghero Luca Lupino. Come tanti, tutti i bambini anche lui sognava di fare il calciatore. Ha giocato nelle giovanili del Fertilia e chissà quante volte da ragazzino ha immaginato di essere un campione. Magari proprio quel Zico che oggi incontra tutti i giorni. O meglio, non proprio lui, ma la statua che lo rappresenta e accoglie ogni mattina chi lavora in avenida Borges de Medeiros, 997: la sede del Flamengo. Là ha la sua scrivania Luca Lupino che coordina le iniziative di marketing e comunicazione dell'Adidas, sponsor della società di Rio de Janeiro. La storia del manager algherese è la prima raccontata da Antonio Muglia e Salvatore Taras che in Brasile hanno incontrato anche Gianni Nuvoli e Silvio Podda. Il primo, sassarese, al momento fa il muratore ma coltiva tante idee da sviluppare per il suo futuro nella città ai piedi della grande statua del Cristo Redentore. Il secondo, originario di Ballao (provincia di Cagliari), a Rio si è reinventato ai fornelli conquistando i brasiliani con la cucina mediterranea del suo locale Casa do Sardo.
CITTÀ FONDATA DA SARDI. Quasi tremila chilometri più a sud un'altra storia legata alla cucina da raccontare: quella del giovane chef Daniele Pinna che a Buenos Aires è diventato una star. Trentacinque anni, cresciuto a Guardia Grande (una delle borgate di Alghero) nel 2009 approda nella capitale argentina dopo aver maturato esperienze gastronomiche in diverse parti d'Italia e di altri Paesi europei. Oggi è un personaggio anche televisivo grazie al successo dei piatti che prepara nel suo ristorante, diventato uno dei più quotati della città. Una città molto italiana che ha un particolare legame con la Sardegna. Come riportano gli autori del libro sarebbe stata fondata nel 1536 da un gruppo di sardi al seguito dello spagnolo Pedro de Mendoza, battezzata con il nome della Madonna di Bonaria di Cagliari. Sarà anche per questo che è facile sentirsi a casa sulle sponde del Rio de la Plata, pur arrivando dall'altra parte del mondo. Così sembra dalle parole di Iside Casu, imprenditrice e grafica sassarese che si è inventata una piccola, originale azienda basata sullo slogan “Amantar es amar”: la produzione di magliette comode e accattivanti studiate specificamente per allattare in pubblico in modo discreto e naturale. Idee, passione e determinazione. Quella che non manca sicuramente a Valeria Scintu, la più giovane tra le persone intervistate da Muglia e Taras. Classe 1986 è partita da Cabras e oggi lavora a Buenos Aires per una multinazionale con sedi sparse in tutto il mondo.
UN INSOLITO ELDORADO.Dopo Brasile e Argentina Il Perù è il terzo Paese per estensione del continente sudamericano. Ma a parte questo dato e il fatto di ospitare una delle sette meraviglie del mondo moderno, Macchu Picchu, non si sa molto del Perù. La capitale di quella che oggi è una delle economie più vitali dell'America Latina è la tappa finale del viaggio dei reporter sassaresi. Anche se per certi versi è l'inizio. Antonio Muglia conosceva già bene il territorio peruviano e suoi contatti a Lima sono stati fondamentali nello sviluppo del progetto. Qui vengono raccontate le storie di Elisabetta Mannai, cagliaritana che si è imposta in un settore particolare come quello del coaching (consulenza motivazionale), di Alessandro Piras che ha lasciato Orroli e oggi lavora nell’ufficio comunicazione in un'importante associazione educativa, di Federica Angioni partita da Guasila e in Perù insegnante in un collegio bilingue, di Simone Pisu, biologo che dopo l'università a Cagliari ha studiato a Barcellona prima di partire in Brasile e poi trasferirsi nel Paese che è stato la culla della civiltà inca.
SPECIAL STORY. «Sebbene “Verso Sud” tratti la nuova emigrazione, non potevamo certo rimanere passivi davanti alle tantissime altre storie della vecchia generazione di emigrati che abbiamo trovato nel cammino. Per questo abbiamo voluto inserirne una speciale». Così nell'introduzione gli autori spiegano la scelta di concludere il loro reportage con la storia di Natalino Demontis, da sessant'anni in Brasile ma con nel cuore sempre la sua città: Sassari. Lasciano così spazio diretto ai ricordi dell'uomo che vive nella cittadina di Cabo Frio, non lontano da Rio de Janeiro, dove ha anche costruito un candeliere. Una storia, tradotta anche in vernacolo turritano, esempio significativo della precedente generazione di migranti. FONTE: http://lanuovasardegna.gelocal.it/regione/2015/11/25/news/la-fuga-dei-giovani-sardi-verso-l-america-latina-html