PORTA (PRESIDENTE COMITATO ITALIANI NEL MONDO DELLA CAMERA): INSEDIARE SUBITO IL NUOVO CGIE E FAR FUNZIONARE PIENAMENTE GLI ORGANISMI DI RAPPRESENTANZA Il Consiglio generale degli italiani all’estero (CGIE) è stato al centro dei lavori del Comitato per gli italiani nel mondo della Camera, che si è riunito su delega della Commissione Esteri per esaminare la relazione inviata al Parlamento dell’organismo di rappresentanza con riferimento al 2014, con proiezione per il 2015-2017. L’attenta relazione del collega Marco Fedi e gli interventi hanno consentito di mettere in luce gli aspetti più significativi del lavoro del CGIE, sia sotto il profilo del contributo dato allo sviluppo di alcune importanti tematiche, come quella della promozione della lingua e cultura italiana nel mondo, che sotto quello della rilevazione del disagio delle nostre comunità per la contrazione della rete consolare e dei servizi rivolti ai nostri connazionali all’estero. Il Comitato, inoltre, ha espresso una posizione ferma e chiara su due nodi politici che io stesso, nelle conclusioni, ho considerato prioritari. Il primo riguarda l’insediamento del nuovo CGIE, ormai improcrastinabile dopo che con il rinnovo avvenuto nei mesi scorsi si è interrotto il lungo congelamento imposto a questo organismo. Gli organismi di rappresentanza finalmente rinnovati devono entrare tutti a regime al più presto, senza perdere ulteriore tempo, integrare le loro azioni e coordinarsi con i parlamentari eletti all’estero. Il secondo punto riguarda l’esigenza di avviare il confronto sulla riforma della rappresentanza degli italiani all’estero in dialogo con i COMITES e il CGIE, che su questo terreno ha sempre svolto una funzione essenziale di proposta ed elaborazione. Il Comitato si è dichiarato contrario ad assoggettare i nuovi organismi, appena rinnovati dopo una pausa di oltre dieci anni, a scadenze temporali legate allo sviluppo del percorso di riforma. Questi organismi ci sono e vanno messi subito nella condizione di funzionare bene e pienamente, senza inaccettabili prefigurazioni di scadenze diverse da quelle fissate dalle leggi in vigore.
NEL GIORNO DELLA MEMORIA LA CAMERA DEI DEPUTATI RICORDA I “VECCHI E NUOVI DESAPARECIDOS”. L’ON. FABIO PORTA (PD) INTERVIENE ALLA PRESENTAZIONE DELL’OPERA LETTERARIA E TEATRALE “L’ULTIMA MADRE”
Su iniziativa di Tommaso Currò, deputato del Partito Democratico, presso la “Sala Aldo Moro” della Camera dei Deputati si è svolta un’iniziativa dedicata alla “Memoria degli scomparsi: vecchi e nuovi desaparecidos dal genocidio argentino (1976-1983) ai profughi dei giorni nostri”. L’evento, dedicato alla presentazione del libro “L’ultima madre” di Giovanni Greco sul dramma dei ‘desaparecidos’, è stato organizzato in occasione della “Giornata della Memoria” proprio per ricordare a tutti come l’impegno per mantenere viva la memoria delle vittime dell’olocausto nazista deve riguardare tutti i crimini commessi contro l’umanità. Presenti, oltre all’autore, il Ministro Carlos Cerniak dell’Ambasciata argentina a Roma e il diplomatico Enrico Calamai, all’epoca dei fatti vice-console a Buenos Aires; ad aprire i lavori la Vice Presidente della Camera dei Deputati, Marina Sereni. “Non è un caso che questa iniziativa si svolga nel Parlamento italiano – ha dichiarato Fabio Porta – Negli scorsi anni abbiamo infatti lavorato alacremente e con passione politica su diversi temi legati al dramma dei ‘desaparecidos’: mi riferisco alla consegna degli archivi consolari italiani di quegli anni alle autorità argentine, alla ratifica della Convenzione internazionale sulla sparizione forzata delle persone e alla partecipazione come ‘parte civile’ del governo italiano e del Partito Democratico al processo sul “Plan Condor”. “Tutte questioni – ha aggiunto il deputato eletto in America Meridionale – che mi hanno visto protagonista e sul quale mi sono speso in prima persona e come parlamentare del Partito Democratico” “Il tema della memoria – ha concluso il Presidente del Comitato italiani nel mondo – deve anche ricollegarsi a quello più generale dello studio multidisciplinare delle migrazioni nelle scuole; è importante che le giovani generazioni conoscano tutte le pagine di questa straordinaria epopea, quelle bellissime e straordinarie come quelle più cupe e drammatiche: senza memoria non si costruisce il futuro e noi italiani nel mondo vogliamo essere parte attiva del futuro dell’Italia!”
ORGANIZZARE CORSI DI LINGUA A FRANCOFORTE E IN ASSIA: IL BANDO DELL’IIC
FRANCOFORTE - È stato pubblicato oggi il Bando di gara per la concessione di servizi (art. 30 del D.lgs 163/2006) per l'organizzazione a Francoforte e in Assia di corsi di lingua e cultura italiana per conto dell'Istituto Italiano di Cultura di Colonia. Il testo completo del bando – firmato dal direttore dell’IIC Lucio Izzo, è disponibile a questo link. L’incarico – si legge nel bando – “consisterà nella prestazione di servizi per l'organizzazione a Francoforte e in Assia di corsi di lingua e cultura italiana per conto dell'Istituto Italiano di Cultura di Colonia. Il numero delle unità di personale che si richiede di mettere a disposizione per il disimpegno dei servizi dovrà essere congruo con il fine perseguito e deve prevedere un coordinatore dei corsi, una segreteria amministrativa e didattica e il numero di docenti necessario a mantenere una proporzione con i discenti che garantisca la qualità didattica”. Le domande devono essere presentate entro le ore 12,00 del 29 febbraio 2016. (aise)
SHANGHAI: IL CONSOLE GENERALE COMMEMORA LE VITTIME DELLA SHOAH
SHANGHAI - "Non dimenticare il passato è presupposto per un futuro migliore": con queste parole il Console Generale italiano a Shanghai, Stefano Beltrame, ha ricordato le vittime della Shoah nel Giorno Internazionale della Memoria. Beltrame ha voluto anche menzionare l'importante ruolo di Shanghai come ultimo porto aperto durante la Seconda Guerra Mondiale, rifugio di oltre 20.000 ebrei tra il 1937 ed il 1941 presso il locale distretto di Hongkou. Proprie le autorità di Hongkou erano tra i presenti alla commemorazione odierna assieme ai principali centri di studi ebraici, tra cui la prestigiosa Accademia delle Scienze Sociali di Shanghai. In questa occasione, è stato fatto inoltre riferimento all'anniversario dei 500 anni del ghetto di Venezia che ricorrono proprio quest'anno e che a Shanghai saranno marcate da una conferenza intitolata "Il primo e l'ultimo ghetto: Venezia e Shanghai", organizzata il 25 febbraio presso il Museo dei Rifugiati Ebrei nel distretto di Hongkou. A questo proposito, Beltrame ha messo in luce come "la parola ghetto ha origine proprio a Venezia dove esiste un omonimo quartiere. Prima che venisse designato come parte della citta' riservata agli ebrei, era una fonderia di ferro. Il nome del quartiere deriva dal veneziano geto (gettata di metallo fuso), pronunciato ghetto dai locali ebrei aschenaziti di origine tedesca". (aise)
AL MIUR LA FIRMA DI DUE ACCORDI TRA UNIVERSITÀ ITALIANE E MAROCCHINE PER LA CREAZIONE CORSI DI STUDIO E SCAMBIO DI RICERCATORI
ROMA – Il ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Stefania Giannini, e il suo omologo del Marocco, Lahcen Daoudi, hanno presieduto un incontro bilaterale, tenutosi presso la sede del Miur, nel corso del quale sono stati firmati due accordi tra università italiane e marocchine. Il primo accordo, firmato dall’Università di Firenze e dall’Università Euro-Mediterranea di Fez (Uemf), prevede l’attivazione di una Scuola Internazionale di Architettura, Design e Urbanistica all’interno dell’Uemf. La seconda intesa, siglata dall’Università Telematica Internazionale Uninettuno e dall’Università Al Akhawayn a Ifrane (AUI), è volta a favorire la collaborazione tra i due atenei nel campo della ricerca e nello scambio di docenti, a creare congiuntamente corsi di laurea triennale e magistrale e Master a distanza per le facoltà di Ingegneria, Economia, Lettere, Psicologia, Scienze della comunicazione e ad attivare Corsi professionali (corsi di perfezionamento, master universitari di I e II livello). I titoli conseguiti dagli studenti saranno validi sia in Marocco che in Italia, acquisendo dunque valore anche a livello europeo. “La firma di questi due importanti accordi – ha sottolineato il ministro Giannini – evidenzia come la cornice della scienza e dell’alta formazione siano condizioni che potranno garantire uno spazio euro-mediterraneo di stabilità, di pace, di dialogo e anche di ripensamento del ruolo del Mediterraneo nel mondo. Il ministro Daoudi – ha ricordato – ha molto insistito sulla parte politica e culturale e io stessa sono convinta che questo intenso lavoro di relazioni scientifiche, culturali e formative che stiamo costruendo in tutto il Mediterraneo, in particolare col Marocco, darà dei frutti molto presto. Già queste – ha concluso Giannini – sono azioni concrete che partono quest’anno e daranno nuove opportunità ai nostri studenti e ai nostri ricercatori”. (Inform)
27 GENNAIO, IL RICORDO DEL GENOCIDIO DELLE FAMIGLIE ROM
ROMA – Primo Levi, nel racconto ‘Lo zingaro’, ambientato tra le baracche di Auschwitz, ci ha aiutato a ricordare il dramma di Grigo, giovane rom di 19 anni, tra coloro che vissero e morirono nel lager. Nel giorno della memoria, anche quest’anno il ricordo di tutte le vittime del genocidio razziale non può trascurare lo sterminio delle persone e famiglie rom. Gli studi storici ogni anno aggiungono al dramma numeri, volti e storie delle violenze e delle morti nei diversi Paesi europei. Anche in Italia non si possono dimenticare i campi di concentramento dei rom realizzati dopo le leggi razziali a Perdasdefogu (Nuoro), ad Agnone (Campobasso), dove molti furono i morti di stenti e di fame, a Tossicia, ai piedi del Gran Sasso. Persone e famiglie rom saranno internate anche a Ferramonti (Cosenza), a Poggio Mirteto (Rieti), nel manicomio dell’Aquila, a Gries (Bolzano). Dopo l’8 settembre del 1943, molti rom liberati dai Carabinieri si uniranno ai partigiani e daranno un contributo significativo, spesso dimenticato, alla Resistenza e alla nascita della democrazia in Italia. “Nel giubileo della misericordia, questi paesi e città italiane diventano le tappe di un pellegrinaggio per chiedere perdono, ma anche per non dimenticare la memoria di un genocidio nato dal razzismo. Un pellegrinaggio che ci aiuta anche a superare paure e pregiudizi che purtroppo ancora crescono nei confronti dei rom, ma anche dei migranti oggi, e che possono rischiare di sfociare in nuove forme di violenze e di razzismo”, ricorda mons. Gian Carlo Perego, direttore generale della Fondazione Migrantes. (Inform)