DL SICUREZZA/GARAVINI (IV): "MIGRANTI SMETTONO DI ESSERE STRUMENTO ELETTORALE"

ROMA - "Con le modifiche approvate ieri in Consiglio dei ministri, l'accoglienza dei migranti torna ad essere una questione che può essere affrontata con metodo ed organizzazione.

Preservando la dignità e la vita di chi arriva sulle nostre cose. E tutelando al tempo stesso la sicurezza. Sia di chi si imbarca. Sia delle comunità di arrivo degli sbarchi". Queste le parole della Senatrice di Italia Viva Laura Garavini, eletta in Europa e presidente della Commissione Difesa del Senato. “Reintroducendo il sistema della protezione e regolamentando i salvataggi in mare - aggiunge la senatrice -, diamo un colpo di spugna ai decreti sicurezza in chiave salviniana. Che in realtà avevano creato solamente più clandestini. E l'unica causa alla quale avevano giovato era quella della propaganda leghista”. “Come Italia Viva - conclude - abbiamo sempre osteggiato questa visione. Perché crediamo in un principio semplice: ogni vita in mare va salvata. Con la revisione dei decreti sicurezza, finalmente, le migrazioni smettono di essere solo uno strumento elettorale esercitato sulla pelle di esseri umani”. (aise)

X SEMINARIO DELL’EMIGRAZIONE ITALIANA IN MINAS GERAIS, LA TESTIMONIANZA DEI RAPPRESENTANTI DELLA CAMERA DI COMMERCIO E DI AVSI BRASILE

MINAS GERAIS – Alla X edizione del Seminario dell’Emigrazione Italiana a Minas Gerais in Brasile l’intervento di Valentino Rizzioli, Presidente della Camera di Commercio Italia-Brasile (MG), che ha parlato dei rapporti economici e commerciali tra Minas e Italia. Dove il Brasile è leader come produzione ed esportazione? “Zucchero, caffè, succhi, legno ma anche minerali e prodotti siderurgici”, ha spiegato Rizzioli soffermandosi sui rapporti di interscambio commerciali con l’Italia. Quali sono i prodotti italiani esportati in Minas Gerais? “Quelli automobilistici e macchine per l’alta tecnologia”, ha aggiunto Rizzioli. Il Presidente della Camera di Commercio ha ricordato i suoi ormai 50 anni di vita in questo Stato brasiliano. Nel 1970 il suo arrivo a Belo Horizonte per iniziare l’attività di produzione di trattori e macchine per lavorare la terra. “Ho trovato un ambiente industriale dominato dall’estrazione minerale, soprattutto ferro, e quindi dalla siderurgia; poi negli anni anche produzione di latte, edilizia e infrastrutture. C’è un sistema universitario molto avanzato contribuendo allo sviluppo dei rapporti anche tra Italia e Minas Gerais”, ha spiegato Rizzioli parlando di un contesto dalle grandi opportunità con un polo produttivo dallo spessore internazionale. Jacopo Sabatiello, Direttore territoriale di AVSI Brasile, organizzazione che nasce in Italia negli anni ’70 per la cooperazione allo sviluppo in Africa e che approda in Brasile solo negli anni ’80. “AVSI arriva a Belo Horizonte nell’82 e comincia a lavorare su progetti di sviluppo urbano che riguardano anche le cosiddette Favelas. Durante gli anni ’80 e ’90 AVSI si sviluppa verso altri territori come Rio de Janeiro. Negli anni 2000 vengono alla luce tre grandi processi: crescita economica brasiliana, introduzione grandi progetti di trasferimento di reddito per ridurre le disuguaglianze, cambiamento politico a livello internazionale del Governo brasiliano per proporsi come attore protagonista e non più come mero ricettore di cooperazione”, ha spiegato Sabatiello ricordando il partenariato nel settore privato iniziato nel 2004 tra AVSI, Governo italiano e FCA a Minas Gerais. “Il coinvolgimento del settore privato ha rappresentato un cambio di paradigma nel processo di integrazione verso la realtà locale”, ha aggiunto Sabatiello ricordando un’altra grande partnership: quella con il gruppo Enel a partire dal 2014. (Simone Sperduto/Inform)

NO ALL’ASTA PER “CASA ITALIA” A JUIZ DE FORA (BELO HORIZONTE): L’APPELLO DEGLI ITALO-BRASILIANI A DI MAIO

BELO HORIZONTE - Cittadini Italiani, brasiliani e discendenti di Italiani, attraverso la sottoscrizione di una petizione online, hanno lanciato in queste ore un appello al Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Luigi Di Maio, contro la decisione dello Stato italiano, tramite il Consolato d’Italia a Belo Horizonte, di mettere all'asta l'edificio storico della “Casa D'Italia”. Si tratta di un edificio riconosciuto come patrimonio del comune di Juiz de Fora, per la sua importanza storica e culturale per la città e per l'intera comunità dei discendenti di italiani. “Espropriare la proprietà e venderla - si legge nell’appello - significa cancellare la storia di un popolo che con tutti i suoi sforzi ha costruito questa casa 80 anni fa e la mantiene viva ancora oggi”. L’appello si rivolge direttamente al Ministro Di Maio e al Sottosegretario Generale con delega per l'America Latina, Ricardo Merlo, ai quali viene chiesto di “sospendere l'asta nel rispetto e in considerazione della storia degli emigranti italiani, veri proprietari dell’immobile, che tanto hanno contribuito a preservare le proprie radici e diffondere la cultura italiana in Brasile”. “I luoghi dell’italianità nel mondo andrebbero curati e custoditi anche con opportuni investimenti finanziari e strategici - si legge ancora -. Negli anni passati i nostri connazionali emigrati all’estero, come quelli dei Juiz de Fora, hanno beneficiato di questi patrimoni. Ora si dovrebbe cogliere l’opportunità di rafforzare queste strutture, aprirle e renderle ancora più accoglienti per l’intera e variegata presenza sociale e culturale italiana, progettando una nuova fruizione degli spazi per la promozione degli enti promotori e scolastici, del made in Italy, della cucina italiana, della cultura italiana, per creare una vetrina a beneficio per il nostro export. Gli edifici storici dell’emigrazione italiana costruiti dai nostri connazionali e simbolo della loro presenza all’estero e del loro sacrificio devono essere preservati, sono una testimonianza importante della storia del nostro paese”. L’appello è sostenuto anche dal CGIE, che da anni evidenzia la necessità di un approccio innovativo nei confronti del patrimonio culturale e architettonico dell’emigrazione italiana. (aise)

QUATTRO MOTORI PER L’EUROPA: DALLA LOMBARDIA ALLA CATALOGNA

Milano - "Un avvicendamento tra la Lombardia e la Catalogna alla guida dei Quattro Motori per l'Europa, all'insegna della continuità e della cooperazione economica e sociale". Lo ha detto il sottosegretario alla Presidenza della Regione con delega ai Rapporti con le delegazioni internazionali in occasione del passaggio di consegne dalla presidenza della Lombardia alla Catalogna, nell'ambito dei Quattro Motori per l'Europa. "L'obiettivo che hanno sempre perseguito le quattro Regioni più industrializzate d'Europa, Lombardia, Catalunya, Baden Wuerttemberg e Auvergne-Rhône-Alpes, che anni fa hanno deciso di formare quest'associazione - ha spiegato il sottosegretario - è sempre stato portare all'attenzione della Comunità europea e dell'Unione Europea tutta una serie di temi innovativi nei campi della scienza, della ricerca, dell'istruzione, dell'ambiente e della cultura". "Quest'anno tocca a noi passare il testimone, con alle spalle un anno di lavoro prezioso, in cui nonostante la pandemia - ha proseguito - non ci siamo mai fermati. I temi più rilevanti che abbiamo affrontato riguardavano il programma stilato più di un anno fa e il primo punto era la medicina personalizzata. Tutti temi importanti anche legati ai nostri giovani, come le professioni del futuro, con un'attenzione particolare ai millennials". Facendo i migliori auguri di buon lavoro alla Catalogna, il sottosegretario si è detto certo che "il programma che presenterà la Catalogna, tiene conto del lavoro svolto in precedenza, non solo dalla Lombardia, ma ancor prima dal Baden Wuerttemberg da cui la Lombardia ha ricevuto la presidenza. "Anche il nostro documento programmatico - ha concluso il sottosegretario - è partito proprio dall'esperienza del Baden Wuttemberg; uno degli obiettivi più importanti che quest'associazione si pone da sempre è proprio quello della continuità". (NoveColonneATG)