NASCE IL DEBITO EUROPEO: LA SODDISFAZIONE DI UNGARO (IV)
ROMA - “Viva l'Europa unita di fronte alle difficoltà”. Con queste parole Massimo Ungaro, deputato di Italia Viva eletto in Europa ha parlato oggi dell’emissione di 17 miliardi di debito con scadenza a 10 e 20 anni
“che ha raccolto un grande successo sui mercati attirando una domanda per oltre 13 volte l’importo totale, per ben oltre 233 miliardi”. Si tratta, ha specificato Ungaro, di “maxi-emissioni di debito dell’UE per SURE, il nuovo strumento europeo per finanziare gli schemi nazionali a sostegno dell’occupazione, di cui l’Italia sarà il primo paese beneficiario con 27,4 miliardi di euro”. Secondo l’eletto all’estero questa emissione “rappresenta una grande vittoria dell’Unione, impensabile solo fino a pochi mesi fa, e una grande inversione di tendenza in confronto all’ultima crisi economica. Tali strumenti vanno utilizzati senza pregiudizi, specie quando costituiscono dei risparmi se non veri e propri guadagni: il 10 anni è stato emesso a tasso negativo (-0,238%) mentre il 20 anni è stato emesso a 0,131%, una frazione del BTP equivalente. Difficile non immaginare un effetto domino positivo anche sui tassi di rendimento del nostro debito pubblico. Una lezione da ricordare quando parliamo di MES, che andrebbe attivato senza se e senza ma”. (aise)
IN CANADA CON “INTERCULTURA”: TRE MESI RICCHI DI EMOZIONI
Milano – “Sono stati tre mesi "freddissimi", ma ricchi di emozioni». Silvia Guidi, 18enne di Baruccana, l'estate scorsa ha deciso di mettersi in gioco, iscrivendosi al concorso per partecipare al programma di studio all' estero proposto da Intercultura, un'associazione che promuove e organizza scambi ed esperienze interculturali, inviando ogni anno circa 1800 ragazzi delle scuole secondarie a vivere e studiare in giro per il mondo. Il 21 agosto 2019 Silvia - racconta il Giornale di Desio - ha preso un volo per il Canada, più precisamente per Thunderbay, una piccola cittadina al confine con gli Stati Uniti. Un'esperienza intensa. “Sono stati tre mesi "freddissimi" ma ricchi di emozioni e di sorprese, la mia famiglia ospitante mi ha accolto a 360 gradi, con loro ho stretto un forte legame e questo mi ha aiutato a sentire meno la nostalgia di casa”, le prime impressioni che Silvia riporta. “La scuola lì è un po' diversa, meno rigida, ci sono meno compiti e materie come antropologia, storia europea e un corso dedicato a tutti i ragazzi che partecipano a un programma interculturale. Con me c' erano due ragazzi del Giappone, due francesi e uno svizzero: siamo subito diventati amici e poter condividere la nostra esperienza è stato sicuramente utile”. (NoveColonneATG)
CASA D’ITALIA DI JUIZ DE FORA: UNA VICENDA ESEMPLARE - DI FABIO PORTA
ROMA - La sospensione dell’asta per la vendita della Casa d’Italia di Juiz de Fora rappresenta un importante risultato, frutto dell’immediata mobilitazione della collettività italiana e dei suoi rappresentanti, ma anche dell’attenzione che in questa occasione il governo ha dimostrato nei confronti della comunità italiana del Brasile. Il pericolo non è del tutto sventato, visto che si tratta di una sospensione “temporanea”, ma difficilmente si potrà procedere sulla strada della vendita senza avere prima verificato seriamente le possibilità di una nuova soluzione in grado al contempo di preservare la continuità storico-culturale di un patrimonio fortemente voluto dagli immigrati dell’epoca e di valorizzare debitamente la lingua, la cultura e le tradizioni italiane. Al Presidente della Casa d’Italia, Paulo Josè Monteiro de Barros, va riconosciuta la caparbietà con la quale è riuscito a difendere la sua entità e a sensibilizzare migliaia di persone che volontariamente hanno lasciato la loro testimonianza sulle reti sociali; la raccolta, in poche ore dalla notizia, di quasi diecimila firme contro il “leilao” è stato un primo significativo indice della vitalità di questa iniziativa. Anche gli organismi di rappresentanza degli italiani all’estero hanno mostrato subito la loro determinazione; il Comites di Minas Gerais, presieduto da Silvana Sica, e il CGIE (la consigliera di Belo Horizonte Silvia Alciati e lo stesso Segretario Generale Michele Schiavone) si sono impegnati dal primo momento per evitare che la decisione del consolato potesse essere mantenuta. Tutte queste proteste hanno avuto ascolto a Roma: il Sottosegretario e la Vice Ministra degli Affari Esteri, Ricardo Merlo e Marina Sereni, hanno avuto un ruolo-chiave nella sospensione dell’asta, facendo proprie le preoccupazioni della collettività in merito ad una vendita che avrebbe avuto il sapore di uno schiaffo a quasi cento anni di storia di uno dei più bei simboli dell’immigrazione italiana in Brasile. Non poteva esserci così migliore maniera di rendere omaggio ai dieci anni del seminario sull’immigrazione italiana a Minas Gerais, organizzato dall’associazione “Ponte entre Culturas” e per coincidenza inaugurato proprio il giorno di apertura dell’asta. Non esiste infatti modo più bello di ricordare e rendere omaggio a questa epopea che il dovuto rispetto della nostra storia e la piena valorizzazione delle nostre tradizioni. (fabio porta*\aise) * coordinatore del Pd per il Sud America
IMU, DE BONA (BELLUNESI NEL MONDO): GRAZIE AI SINDACI PER L’INTERESSE
Belluno - Buone nuove per gli emigranti bellunesi iscritti all’Aire (Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero) che hanno una casa di proprietà nel bellunese. A inizio anno era infatti giunta la notizia che il Governo aveva eliminato l’esenzione del pagamento dell’Imu per gli italiani, in pensione, iscritti all’Aire. “L’Associazione Belluesi nel Mondo – si legge in una nota - si era subito messa in azione per dare battaglia a questa ennesima ingiustizia subita dai nostri emigranti. Anche perché, non essendo stata riproposta l’assimilazione prevista dall’art. 13 del Dl n. 201/2011, gli AIRE non hanno un regime particolare. Era, ed è tuttora, facoltà dei singoli Comune deliberare una aliquota pari a 0. Abbiamo scritto una serie di lettere ai primi cittadini dei Comune bellunesi – le parole del presidente Abm Oscar De Bona – affinché prendessero una decisione a favore dei propri concittadini residenti all’estero. Se non si poteva proprio azzerare l’aliquota, abbiamo chiesto almeno di dimezzarla e di considerare la casa degli emigranti come prima casa”. I primi a rispondere sono stati i Comuni di Pedavena e Borca di Cadore. In questi giorni sono giunte le conferme anche dei Comuni di Ponte nelle Alpi e di Alpago. «Sono certo che anche gli altri Comuni bellunesi hanno agito di conseguenza – conclude De Bona – a tal proposito nel numero di novembre della nostra rivista “Bellunesi nel mondo” pubblicheremo tutte le aliquote approvate nelle 64 Amministrazioni della nostra provincia». (NoveColonneATG) La "sinistra liberale" europea sprofonda la testa per non vedere -e occultare- che l'incubo totalitario del globalismo suprematista si è infranto contro le Ande. Per opera e mano degli indios di Bolivia -creatura prediletta di Bolivar- che hanno appena neutralizzato le forze interne coloniali e neoliberiste. Nonché la compulsiva -ma irrealizzabile- restaurazione egemonica continentale del loro sponsor.
IL BOLIVIANI E LA RIVINCITA DEL POPOLO La
"sinistra liberale" europea sprofonda la testa per non vedere -e occultare- che l'incubo totalitario del globalismo suprematista si è infranto contro le Ande. Per opera e mano degli indios di Bolivia -creatura prediletta di Bolivar- che hanno appena neutralizzato le forze interne coloniali e neoliberiste. Nonché la compulsiva -ma irrealizzabile- restaurazione egemonica continentale del loro sponsor. No, le Americhe non sono più bottino di oscure élite passatiste: appartengono a quei popoli che già agiscono come post-occidentali. Che già non rimangono più accecati dal culto dell'illuminismo, divenuto gemello-siamese e "personalita' incorporea" della Ragione Economica. Per la "sinistra-liberale", in eterna autolegittimazione etica, sarebbe giovevole ampliare lo sguardo oltre il monoteismo del lager e la sedicente equivalenza tra SS e Armata Rossa. Assimilare che Hiroshima e Nagasaki sono parte viva del "male assoluto" di una ideologia -e di una élite- che ha fatto del capitalismo una religione. L'essiccato "liberalismo" non copre più niuna vergogna. Più che foglia di fico è inutile alibi, inservibile per ogni diaspora ideologica. Gli indios della Bolivia hanno qualcosa di interessante da dirci. Unione Europea, se ci sei batti un colpo! Tito Pulsinelli
IL PRESIDENTE DEL COMITES DI CARACAS E DELL’INTERCOMITES DEL VENEZUELA, UGO DI MARTINO SULLA CITTADINANZA ITALIANA PER MATRIMONIO
Di Martino chiede di abolire la richiesta del certificato di lingua per i cittadini stranieri coniugati con un connazionale da almeno 3 anni CARACAS – Il presidente del Comites di Caracas e dell’Intercomites del Venezuela, Ugo Di Martino chiede in una lettera che sia modificata la legge sulla concessione della cittadinanza italiana per matrimonio, perché ritiene che la richiesta del certificato B1 di conoscenza linguistica, al momento necessaria per l’ottenimento, sia “discriminante ”. Di Martino scrive che la richiesta di tale certificato è comprensibile nei confronti dei cittadini immigrati in Italia, “per ragioni di integrazione, lavoro, etc.”, ma non la condivide per “gli aventi diritto”. “Siamo sempre stati a favore della divulgazione della lingua e della cultura Italiana, ma non in questo caso – prosegue Di Martino, che aggiunge come “obbligare inoltre degli aventi diritto a spendere soldi per un corso di lingua e per un esame, nei momenti di crisi attuali, ci sembra oltremodo assurdo”.“Il Diritto è Diritto, se la Legge dice che un cittadino straniero coniugato con un cittadino italiano da almeno 3 anni può richiedere la cittadinanza italiana, non possono esserci ulteriori provvedimenti ingiusti a riguardo – rileva Di Martino, che suggerisce, nel caso la sua richiesta non sia accolta, di prevedere, invece del certificato e prima del giuramento, poche domande sulla Costituzione e sulla lingua e cultura italiana. (Inform)