UNA SEGRETARIA PER IL COMITES DI LIONE LIONE
Il Comites di Lione è alla ricerca di un segretario/a, bilingue italiano/francese. Le candidature dovranno essere inviate al Comites entro il 15 marzo.
Tra i requisiti richiesti: ottima conoscenza di italiano e francese sia a livello scritto che parlato; capacità relazionali; esperienza nel lavoro di segreteria, con ottima padronanza degli strumenti informatici. Sarà apprezzata anche la capacità di creare/modificare siti web. La persona sarà inoltre incaricata di raccogliere informazioni presso le associazioni italiane della circoscrizione consolare, per realizzare un bollettino informativo nella nuova Radio Italiana, che il Comites sta creando. La sede di lavoro sarà al civico 82, rue du Dauphinè, Lyon 69003. Il contratto sarà di 10 ore settimanali da effettuare in due giorni. Le candidature, corredate da curriculum, vanno inviate all’indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. entro il 15 marzo. (aise)
GOVERNO, IL CGIE SCRIVE A DRAGHI: ATTENZIONE AGLI ITALIANI ALL’ESTERO
Roma - “I connazionali all’estero, alla stregua dei nostri concittadini in patria, sono da tempo in attesa di una profonda svolta delle politiche di resilienza e di rilancio dell’Italia, volte a trasformarla e modernizzarla al fine di creare maggiori opportunità per l’occupazione, la formazione e l’istruzione tali da far progredire le condizioni di un rafforzamento sostanziale della vita nel nostro Paese e nei consessi geopolitici”. Così Michele Schiavone, segretario generale del Consiglio generale degli italiani all’estero, in una lettera indirizzata al presidente del Consiglio Mario Draghi. “Il suo successo è legato anche all’immagine del nostro Paese all’estero e, di conseguenza, produce effetti positivi per le considerazioni che hanno e potranno avere i governi e le istituzioni dei paesi ospitanti verso i nostri connazionali - prosegue Schiavone rivolgendosi a Draghi -. Siamo certi che, per la Sua esperienza maturata anche fuori dall’Italia, terrà nella dovuta considerazione le istanze e la disponibilità degli italiani all’estero a contribuire direttamente alla realizzazione del Suo programma di legislatura”. Nel mondo degli italiani all’estero, spiega il segretario generale del Cgie, “emerge una vistosa richiesta di semplificazione legislativa, dell’adeguamento dei processi di digitalizzazione ai servizi della pubblica amministrazione e nella rete diplomatico-consolare, come anche di una rivisitazione delle norme relative ai livelli e agli strumenti della rappresentanza politica nei territori oltre confine e nel Parlamento italiano. Il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero, dall’inizio della XVIII legislatura, è impegnato assieme al Governo, alle Regioni e alle Province Autonome, nonché all’Associazione Nazionale dei Comuni d’Italia e all’Unione delle Province Italiane, alla realizzazione dell’Assemblea plenaria della IV Conferenza Stato-Regioni-Province Autonome-CGIE i cui lavori preparatori sono stati momentaneamente bloccati a causa dell’avvicendamento del Governo. Le chiediamo formalmente di sostenere e assecondare il prosieguo del percorso intrapreso affinché, a dodici anni di distanza, questo organismo possa ritrovarsi per definire il programma delle politiche triennali per gli italiani all’estero”. (NoveColonneATG)
IL CILE VERSO LA COSTITUENTE: SEMINARI ONLINE CON L’UNIVERSITÀ DI SIENA
SIENA - L’Università di Siena, in collaborazione con l’Osservatorio Dipec (Gruppo di ricerca e formazione sul diritto pubblico europeo e comparato), ha organizzato, per il prossimo mese di marzo, tre seminari online su alcuni temi chiave per il Cile, Paese che sta affrontando un periodo davvero storico dopo che il 25 ottobre scorso ha approvato la costituzione di Costituente chiamata a redigere la nuova Carta costituzionale, mandando definitivamente in soffitta quella pinochetista. Il prossimo 11 aprile i cileni eleggeranno la costituente scegliendo 155 membri tra i cittadini che si sono candidati. Il ciclo di seminari dedicato al processo costituente cileno prenderà il via alle 17.00 del prossimo 8 marzo, per concludersi il 22 marzo. Primo appuntamento con “Il tribunale Costituzionale in Cile: esperienze e prospettive nel segno della Costituente”. Durante tutti gli incontri, esperti ed accademici cileni e italiani si confronteranno su alcuni degli aspetti più importanti del processo costituente del paese sudamericano, come la giustizia costituzionale, la parità di genere e la partecipazione popolare al processo stesso. La DPCE - Associazione di diritto pubblico comparato ed europeo è da tempo impegnata nella realizzazione di seminari di promozione nell’ambito della cultura giuridica, incentivando il dibattito tra accademici e operatori sia nazionali che internazionali. Il processo costituente cileno, infatti, è straordinariamente interessante per gli studiosi di diritto comparato, per molte ragioni. Non solo perché è uno dei pochi processi costituenti che, nel XXI secolo, si sta sviluppando in uno Stato che ha ormai raggiunto stabilmente la democrazia. Ma anche per lo straordinario fatto che nelle ultime decadi il Cile è stato testimone di un regime autoritario, di una transizione democratica e di un nuovo patto per la costituzione, riuscendo a fare i conti, dunque, con il proprio passato. Il ciclo proseguirà il 15 marzo con un seminario che analizzerà “La parità di genere nella nuova costituzione in Cile”. Infine, il 22 di marzo, si discuterà de “La partecipazione popolare nel processo costituente cileno: esperienze e prospettive”, incontro al quale parteciperà anche l’Ambasciatore d’Italia a Santiago del Cile, Mauro Battocchi. (aise)
ITALIANI IN FRANCIA: UNO SGUARDO SU BESANCON
Trento - Ha portato il suo contribuito al webinar anche Frederic Spagnoli, professore associato in Studi Italiani e Italianistica presso l’Università Franche-Comté, con un intervento sulla città francese di Besançon, definendola “una cerniera tra l’Europa del sud e del nord”, per via della sua posizione. Spagnoli ha aperto il suo intervento mostrando alcuni dati sull’andamento numerico della popolazione di Besançon: una popolazione costituita da stranieri per il 9%. Senza dimenticare la presenza di un’università di ben ventiquattromila studenti, stranieri per il 20%. Lo studioso ha affermato che la città ha avuto per anni “un’immigrazione di lavoro, essendo una città di confine”, diventando, nel tempo, “una città sempre più cosmopolita, che contava italiani soprattutto nell’edilizia”. Il grande aumento della popolazione di Besançon si è avuto dopo il 1945, “quando la popolazione è passata da poco più di sessantatremila a centotredicimila abitanti. Nascono nuovi quartieri, c’è necessità di operai e muratori, e si osserva un massiccio arrivo di italiani. Besançon diventa una città accogliente e ricca di attività sociali, con una popolazione rappresentante più di centotrenta Paesi”. Spagnoli ha poi parlato di un momento di crisi e di cambiamento nella natura di Besançon: “Quando il settore dell’orologeria meccanica francese entra in crisi negli anni ‘80, con la diffusione dell’orologio al quarzo, la città si trasforma in centro amministrativo. L’unica attrattiva rimane l’Università, infatti chi giunge da fuori sono perlopiù studenti o ricercatori, ma negli ultimi quindici anni si è sviluppata una nuova immigrazione europea attorno all’ambiente universitario, costituita da persone che si sono recate a Besançon senza un progetto preciso e, trovando condizioni favorevoli, vi si sono stabilite”. Spagnoli, infine, ha concluso affermando che “la pandemia non ha particolarmente limitato la mobilità cittadina, ma sicuramente ha provocato una diminuzione dei finanziamenti destinati alle attività universitarie”. (NoveColonneATG)