“DOSSIER”:CICLO DI INCONTRI ONLINE DELLA CONSULTA DEGLI EMILIANO-ROMAGNOLI NEL MONDO
BOLOGNA – Giovedì 10 giugno, ore 18.30 (ora italiana), prima puntata del ciclo di incontri online “DossiER” a cura della Consulta degli emiliano-romagnoli nel mondo. Obiettivo di DossiER è “approfondire questioni legate all’attualità,
raccontare il fermento delle nostre comunità nel mondo, divulgare i progetti e le iniziative realizzate con il contributo della Consulta”. La puntata sarà dedicata “ai numeri e alle caratteristiche della nostra emigrazione nel quadro nazionale dell’emigrazione italiana ma con un’attenzione particolare all’Emilia-Romagna”, spiegano dalla Consulta. Invitati: Delfina Licata – Fondazione Migrantes, curatrice del Rapporto Italiani nel Mondo; Lorenzo Bertucelli – professore Università di Modena e Reggio Emilia, direttore del Laboratorio di Storia delle Migrazioni, consultore all’interno della Consulta degli emiliano-romagnoli nel mondo. Moderatore: Gianfranco Coda – Consulta degli emiliano-romagnoli nel mondo. L’incontro potrà essere seguito sulla pagina Segui l’incontro sulla pagina facebook.com/ConsultaERnelmondo (Inform)
COGNOME MATERNO/ GARAVINI (IV): "TEMPI MATURI PER L’APPROVAZIONE"
ROMA - "L’attribuzione del cognome materno ai figli si può raggiungere in tempi ragionevoli. Al Senato sono già depositati più disegni di legge sull’argomento”. È quanto dichiara la senatrice di Italia Viva Laura Garavini, parlamentare eletta in Europa, vicepresidente della Commissione Esteri e vicecapogruppo vicaria Italia Viva-Psi, secondo cui “i tempi sono maturi affinché il Paese introduca finalmente la libertà per i genitori di assegnare il cognome materno ai propri figli, riconoscendo così un diritto sul quale la Consulta si è più volte espressa”. In questo modo, aggiunge Garavini, verrebbe anche “sottolineata la necessità del rispetto del principio di uguaglianza tra i generi”. “La richiesta della ministra per le Pari opportunità e la Famiglia, Elena Bonetti, rispetto all’accelerazione dell’iter parlamentare é del tutto condivisibile”, conclude la senatrice. “Si tratta di un tema che può trovare la convergenza delle diverse forze politiche". (aise 24/05/2021)
L’EMIGRAZIONE ITALIANA IN BRASILE, IN TRE VOLUMI UNA STORIA LUNGA 150 ANNI
Roma - Appuntamento con la storia dell’emigrazione italiana nel Rio Grande do Sul, in Brasile. Una storia di centocinquanta anni fa e che ha coinvolto direttamente anche la provincia di Belluno e l’intero Veneto. “L’Associazione Bellunesi nel Mondo, in collaborazione con il MiM Belluno, la Biblioteca delle migrazioni ‘Dino Buzzati’, Bellunoradici.net e il Centro studi sulle migrazioni ‘Aletheia’, organizza una diretta on line dedicata alla presentazione della nuova pubblicazione ‘150 anos imigraçao italiana – Rio Grande do Sul’. L’evento è in programma venerdì 28 maggio 2021, con inizio alle 17.30 (ora locale italiana), attraverso la pagina Facebook e il canale YouTube dell’Associazione Bellunesi nel Mondo”. Ad annunciarlo è l’Associazione Bellunesi nel Mondo tramite il suo sito ufficiale. Il programma prevede il saluto di Cristiano Corazzari, assessore Flussi migratori Regione Veneto, Roberto Padrin, presidente della Provincia di Belluno, Oscar De Bona, presidente Associazione Bellunesi nel Mondo; interverranno Gertrudes Reolon, presidente Famiglia Bellunese di Erechim, Debora Geremia, presidente Famiglia Bellunese di Porto Alegre, Ismael Rosset, consultore Regione Veneto per il Rio Grande do Sul, Cesare Prezzi, esperto di emigrazione e di gemellaggi, Luiza Horn Iotti, esperta in emigrazione e colonizzazione, Ivanir Migotto, esperto di cinema ed emigrazione in Brasile, Roberto Mauro Arroque, esperto di canti popolari della tradizione italiana. A moderare Dino Bridda, direttore responsabile della rivista “Bellunesi nel mondo”. Il lavoro si snoda in tre volumi, per complessive 1.200 pagine realizzate con la partecipazione di 200 studiosi coordinati da Ademir Bacca. Il primo volume è dedicato a storia, lingua e cultura dell’immigrazione nel Rio Grande do Sul. Il secondo mette a fuoco la storia di personaggi distintisi in diversi settori, con particolare attenzione alle realtà associative. Il terzo illustra le città, i paesi e le comunità che sono state fondate dagli immigrati, in maggioranza provenienti dal Veneto e da altre zone contermini come il Friuli, il Trentino-Tirolo e la Lombardia. Al progetto hanno collaborato il Comvers, Comitato Veneto dello Stato del Rio Grande do Sul, e la Fibra, Federassion dele Associassion Italo-Brasiliane del Rio Grande do Sul. (NoveColonneATG)
“LUSSEMBURGO DA VIVERE”: TERZA EDIZIONE DELLA GUIDA PER GLI EXPAT, FAMIGLIE, NUOVA MOBILITÀ ITALIANA
LUSSEMBURGO – “Lussemburgo da vivere”: la terza edizione della guida in lingua italiana “su tutto quello che è necessario sapere quando si arriva e si vive del Granducato” edita dall’Associazione PassaParola è stata presentata da Maria Grazia Galati e Amelia Conte ai microfoni del format radiofonico “Voices by Passaparola” (in onda sulle frequenze nazionali di Radio Ara www.ara.lu). “La guida nel nuovo formato, non solo è più ricca di contenuti, ma è da considerarsi un ottimo strumento di integrazione per chi decide di venir a vivere nel Granducato o per chi ci vive già”, sottolineano da PassaParola. La guida è in distribuzione gratuita in vari punti del Paese da qualche giorno. Per riascoltare la puntata, clicca QUI (Inform)
PMI E RICERCATORI ITALIANI IN USA: MIAMISIC LANCIA “CHIEDILO A LORO”
MIAMI - #Chiediloaloro è la nuova campagna promossa dalla Miami Scientific Italian Community, con il fine di offrire il panorama il più ampio possibile sul mondo dell’eccellenza italiana impegnata direttamente o indirettamente sul progetto di rilancio di un’Italia portatrice di scienza, tecnologia e innovazione negli USA; il tutto raccontato dalla viva voce dei suoi attori protagonisti. Per la prima volta, le piccole medie imprese innovative e i ricercatori italiani, insieme, attraverso le loro testimonianze dirette, si presentano sul mercato statunitense riaffermando l'importante contributo e la leadership nei settori più innovativi: promotori di un’Italia che trova la forza per innovare i processi organizzativi, il capitale umano e il sistema e delle relazioni istituzionali per favorire una maggiore collaborazione e sostegno. Una campagna, programmata fino al 2022, sostenuta da un’ampia opera d’informazione e sensibilizzazione che prevede lezioni e seminari informativi/formativi, diretti alla promozione dell’ecosistema dell’innovazione italiana e con lo scopo di migliorare il rapporto tra Ricerca e Impresa quale momento di sviluppo sia per l’Italia che per gli Stati Uniti. “La diffusa propensione e la rinnovata spinta al digitale e all’innovazione”, ha spiegato Fabio De Furia, presidente della Miami Scientific Italian Community, “offrono opportunità uniche per le imprese e potenzialità d’investimento e collaborazione con i ricercatori particolarmente interessanti: l’esistenza in USA di centri accademici d’eccellenza e di un numero crescente d’imprese incentrate sull’innovazione tecnologica - dove la comunità scientifica italiana si distingue particolarmente - rappresenta una risorsa da valorizzare”, ha concluso De Furia, “per far conseguire alle Piccole Imprese e ai ricercatori italiani il ruolo che meritano”. (aise 24/05/2021)
INTERVISTA / ITALIANI A MANCHESTER: CERVELLI IN FUGA? NO, IN ‘TRASFERTA’
Roma - Sono circa cinquantamila gli italiani che vivono a Manchester, città spesso descritta come un piccolo bacino di opportunità lavorative e di formazione. È per questo che molti giovani italiani l’hanno scelta come meta, sia con la speranza di trovare offerte di lavoro migliori, sia per studiare in una delle prestigiose università dell’area. E' il caso di Nancy e Chiara che a 9colonne raccontano la loro storia. Nancy ha 24 anni, viene da Roma e si è trasferita a Manchester nel 2019 per frequentare un corso di laurea magistrale. “Adesso ho quasi finito l’università - spiega a 9colonne - ed ora devo solo occuparmi della dissertation finale, che preparerò nel corso dell’estate”. Nancy è convinta che essersi trasferita in Inghilterra sia stato per lei “fondamentale”: “Studio antropologia - afferma - una materia che in Italia, da quello che ho percepito nel tempo, sembra essere un po’ stigmatizzata. Quando racconti di studiare antropologia, una delle prime domande che quasi tutti ti fanno è ‘ma cosa ci farai dopo?’, come a sottintendere che sia una laurea pressoché inutile. Trasferendomi qui, invece, mi sono accorta che le social sciences in generale sono molto più apprezzate e considerate utili per la società. Tante volte mi sono stati fatti complimenti per la facoltà che frequento, e questo mi ha incoraggiata a continuare, ad impegnarmi, a credere in me stessa. Ancora non ho un lavoro - continua Nancy - ma anche pensando al mio futuro professionale mi sento sicuramente più tranquilla stando qui. Mi immagino molto più realizzata, molto più stimolata e invogliata a dare il massimo, perché sono convinta che i miei sforzi saranno ripagati”. Chiara ha 31 anni e vive a Macclesfield, nei pressi di Manchester, dal 2013. Racconta che si è trasferita dall’Italia per frequentare un dottorato in chimica, dopo il quale ha subito trovato lavoro. “Lavoro come scienziata in un’industria che si occupa della ricerca per la cura contro il cancro”, spiega a 9colonne. “Inizialmente pensavo di frequentare il dottorato in Italia - continua - ma quell’anno, alla fine, il corso non si è più avviato, e per questo mi sono rivolta all’estero. Ho inviato il curriculum ad un professore e sono stata presa all’università, così ho lasciato l’Italia. Mi sono dottorata a gennaio del 2018, ma già da dicembre 2017 ho iniziato a fare colloqui, per poi ottenere la posizione nell’industria per la quale lavoro attualmente”. Chiara afferma con convinzione che questo, per lei, è il “lavoro dei sogni, perché mi occupo di ciò che amo: scoprire le molecole per i principi attivi dei farmaci. È una professione che esiste anche in Italia ma i posti sono molto pochi, e per questo sono sicura che essermi trasferita in Inghilterra abbia nettamente influito sulla mia realizzazione professionale, come anche sulla mia crescita personale. L’università di Manchester è un ambiente multiculturale - prosegue Chiara - dove ho imparato davvero tanto: mi hanno subito affidato molte responsabilità, ed ho iniziato ad usare varie tecniche scientifiche che in Italia non avrei mai conosciuto. Studiare qui mi ha consentito di trovare lavoro facilmente e rapidamente, con un contratto a tempo indeterminato ed uno stipendio soddisfacente. In Italia, nel mio settore, la situazione è molto diversa". Io mi considero un ‘cervello in trasferta’ più che un ‘cervello in fuga’ – dice Chiara - perché mi piacerebbe tornare in Italia un giorno, ma solo con la certezza di trovare anche lì un lavoro soddisfacente. In Italia il settore farmaceutico è ancora poco sviluppato, e la maggior parte delle posizioni aperte sono nel controllo qualità, ambito di cui io non mi occupo. Sono però fiduciosa che la situazione sanitaria attuale possa spingere lo Stato ad investire più fondi nel settore farmaceutico”. (NoveColonneATG)